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The shape of things to come. Formafantasma al negozio Olivetti a Venezia

Formafantasma, FAI, Negozio Olivetti (foto Gregorio Gonella) Formafantasma, FAI, Negozio Olivetti (foto Gregorio Gonella)
Formafantasma, FAI, Negozio Olivetti (foto Gregorio Gonella)
Formafantasma, FAI, Negozio Olivetti (foto Gregorio Gonella)
In concomitanza con la 19ª Biennale Internazionale di Architettura, il FAI apre le porte dello storico negozio Olivetti in Piazza San Marco a Venezia alla mostra Formafantasma. The Shape of Things to Come. Visitabile fino al 28 settembre, porta la firma curatoriale di Bartolomeo Pietromarchi e invita il pubblico a riflettere sul ruolo del design ecosostenibile

Nel cuore di Piazza San Marco a Venezia, lo storico Negozio Olivetti – gioiello architettonico firmato da Carlo Scarpa – ospita Formafantasma. The Shape of Things to Come, mostra promossa dal FAI in occasione della 19ª Biennale Internazionale di Architettura. Un luogo calzante, in cui l’architettura concepita per il contesto – secondo la poetica coerente di Scarpa, che integra materiali site-specific come il marmo di Aurisina, il palissandro, il teak africano, metalli e pietre con la tradizione veneziana degli stucchi – si intreccia con una filosofia tecnologica e sociale.

 

Formafantasma, FAI, Negozio Olivetti (foto Marco Cappelletti Studio)
Formafantasma, FAI, Negozio Olivetti (foto Marco Cappelletti Studio)

 

Un dialogo che rende lo spazio ideale per accogliere la riflessione proposta dal duo di designer Andrea Trimarchi e Simone Farresin, noti come Formafantasma. Classe anni ’80, i due progettisti esplorano le possibilità del design sostenibile, ponendo l’attenzione su temi come il riciclo, l’impatto ambientale e la responsabilità sociale della produzione. In occasione della mostra, Formafantasma riprende e amplia il progetto Ore Streams, avviato nel 2017, incentrato sul riutilizzo degli scarti dell’industria elettronica.

Impatto ecologico e sociale

Attraverso una serie di oggetti, video documentaristici e animazioni 3D, The Shape of Things to Come mette in scena un’indagine profonda sull’impatto ambientale della produzione tecnologica. Formafantasma esplora i limiti dell’industria elettronica, ponendo l’accento sulla difficoltà del riciclo, sull’obsolescenza programmata e sul valore delle risorse naturali. Nella mostra emerge un tema quanto mai importante ed attuale: quello di un design che non può più esimersi da una riflessione sul proprio impatto ecologico e sociale, e che deve ripensare i concetti di durabilità, recupero e responsabilità produttiva.

 

Formafantasma, FAI, Negozio Olivetti (foto Marco Cappelletti Studio)
Formafantasma, FAI, Negozio Olivetti (foto Marco Cappelletti Studio)

 

L’allestimento stesso riflette questa consapevolezza. Tutti gli oggetti di design realizzati da Formafantasma sono, infatti, composti da materiali recuperati da dispositivi elettronici dismessi. I piedistalli in porcellana presenti in mostra, realizzati in collaborazione con l’azienda toscana Colorobbia, riprendono le forme archetipiche della ceramica mediterranea antica, evocando un senso di continuità formale e culturale nel tempo.

È però l’utilizzo dell’oro a offrire il contrappunto più simbolico: recuperato dai circuiti elettronici, non viene impiegato come ornamento, ma come materia narrativa. La sua presenza richiama non solo il valore economico e la lunga storia del materiale, ma anche le tensioni ambientali e geopolitiche connesse alla sua estrazione e al suo riutilizzo.

Qualità, innovazione e impegno sociale

All’interno del Negozio Olivetti, questa visione critica della tecnologia viene contrapposta con la filosofia stessa del luogo: le macchine da scrivere storiche esposte nello spazio sono testimoni della filosofia olivettiana fondata su qualità, innovazione e impegno sociale. “Accanto alle macchine storiche, che testimoniano gli albori di una rivoluzione tecnologica di cui Olivetti fu protagonista a livello mondiale – commenta Daniela Bruno, Direttrice Culturale FAI – gli oggetti realizzati con le macchine riciclate raccontano l’altra faccia di quella storia e gli esiti di quel progresso, non del tutto felici, svelandone alcune ombre e soprattutto gli attuali costi, per l’uomo e per l’ambiente”.

 

Negozio Olivetti, Venezia, Foto © Lorenzo Pennati, 2019
Negozio Olivetti, Venezia, Foto © Lorenzo Pennati, 2019

 

In linea con la missione educativa del FAI, The Shape of Things to Come mira a sensibilizzare e a stimolare un nuovo immaginario etico nel design. Lo spazio dedicato ad Adriano Olivetti — figura centrale di un pensiero industriale umanista — rafforza questo messaggio: oggi più che mai è necessario coniugare estetica e funzionalità con responsabilità sociale e ambientale. In un’epoca in cui la cultura del consumo mostra i suoi limiti, il design può e deve diventare uno strumento di trasformazione e consapevolezza.

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