
Stonehenge potrebbe presto diventare (ancora di più) intoccabile. A meno di un anno dalla clamorosa bocciatura del controverso tunnel stradale sotto la A303, il Consiglio del Wiltshire lancia un’azione decisiva per proteggere il monumento neolitico più iconico del Regno Unito da sviluppi futuri.
La mossa arriva sotto forma di una consultazione pubblica per redigere un nuovo studio di impostazione urbanistica, una guida vincolante che delineerà criteri stringenti per qualsiasi intervento nell’area circostante. Se tutto andrà secondo i piani, il documento potrebbe essere adottato entro la fine del 2025.
“Lo studio garantirà scelte consapevoli e responsabili per un sito così delicato”, ha affermato Sarah Valdus, direttrice dell’ambiente per il Wiltshire Council. L’obiettivo? Proteggere non solo la struttura fisica di Stonehenge, ma anche la sua aura, il paesaggio e le vedute millenarie che lo circondano.

Il documento – redatto in sinergia con Historic England, il National Trust e l’English Heritage Trust, e in linea con le linee guida dell’UNESCO – rappresenta una svolta. Proprio l’UNESCO, nel 2021, aveva minacciato di inserire Stonehenge tra i “Patrimoni Mondiali in Pericolo” se il tunnel proposto fosse stato realizzato. Un rischio scongiurato solo lo scorso anno, quando il nuovo governo laburista ha annullato ufficialmente l’opera.
La decisione, annunciata dalla neo-cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves, ha fatto discutere. Da un lato, i sostenitori del tunnel lo vedevano come la soluzione alla congestione della A303, nonché un rilancio per l’economia locale. Dall’altro, archeologi, ambientalisti e attivisti denunciavano il rischio di un danno irreversibile a un sito sacro e irripetibile. Alla fine, è stato il portafogli a decidere: oltre 2 miliardi di sterline il costo stimato, giudicato “insostenibile”.
Ma il dibattito non si è chiuso lì. Il Consiglio del Wiltshire, deluso dall’annullamento del progetto dopo anni di investimenti e pressioni, ha promesso di “continuare a impegnarsi” per trovare soluzioni. “Collaboreremo con tutti gli attori coinvolti”, ha ribadito il leader Richard Clewer.

Intanto, lo studio ambientale richiesto direttamente dall’UNESCO è atteso per il 2025. Le osservazioni del pubblico potranno essere inviate fino al 17 giugno, e contribuiranno alla stesura finale di un documento che – se adottato – potrebbe rappresentare una svolta definitiva nella protezione del sito.
Con la sua inconfondibile sagoma incorniciata da cieli infuocati e campi verdi, Stonehenge è molto più di un sito archeologico: è un simbolo identitario, culturale e spirituale. E ora, forse, sarà anche uno spazio finalmente al riparo da speculazioni e cemento.














