Print Friendly and PDF

Marco Lorenzetto e il suo Oraculum: là dove le domande sbocciano come fiori

Marco Lorenzetto, Il giardino dell'oracolo
Vestigia Patrum, 2025 Bronce and green marble, Marco Lorenzetto, Oraculum
C’è un artista che dall’Italia è volato in Messico e crede ancora nella potenza della domanda. Non cerca risposte nette, ma varchi. Marco Lorenzetto, visionario e ricercatore sensibile, ha dato vita a Oraculum, un progetto espositivo in due atti a Città del Messico che si snoda come un cammino iniziatico: dal buio alla luce, dall’interiorità alla relazione, dal silenzio all’ascolto, dentro e fuori di sé.

Dopo aver debuttato durante l’Art Week di Città del Messico con un allestimento immersivo negli spazi interni di Maison Celeste, Oraculum si è espansa verso l’esterno con Il Giardino dell’Oracolo. Un secondo atto che coincide con la primavera, è una trasformazione simbolica: le sculture escono all’aperto, la sabbia vulcanica cede il posto a pietre bianche, il bronzo si lascia accarezzare dal sole. La materia cambia, si scalda, respira.

Le opere presentate sono principalmente sculture, ma anche dipinti, nati da un percorso interiore molto intenso. Cinque anni fa, racconta Marco, ha attraversato una crisi profonda: “Mi sembrava di aver perso tutto, identità, casa, affetti. Ma da quel vuoto è nata la mia rinascita. Ho imparato la forza del perdono, anche verso me stesso.” Non è un caso che il suo lavoro parli di cammino, di luce e di metamorfosi.

La mostra era stata concepita fin dall’inizio come un’esperienza immersiva: gli spazi di Maison Celeste sono stati trasformati in un itinerario profondamente connesso alla mente e all’anima di Marco. Chiunque fosse disposto a vedere e ascoltare, poteva viaggiare dentro il mondo dell’artista, verso la sua rinascita e la scoperta di sé. Ogni opera rappresenta una tappa fondamentale del percorso, in cui potersi abbandonare e riconoscere.

Ad accompagnare la visione, Marco ha riunito una serie di domande che risuonano nell’aria come echi antichi. Alcune di queste:

  • Cos’è la realtà? (forse un dubbio di Platone) – Un’ombra proiettata sulla parete della caverna, finché non trovi il coraggio di uscire alla luce.

  • E se smettessi di domandare? – Smetteresti di essere.

  • L’anima viaggia sola? – No, è seguita dalle ombre di chi l’ha preceduta e dalle luci di chi la seguirà.

  • L’amore può essere una forza che muove l’universo? (un pensiero che potrebbe appartenere a Rumi) – L’amore è la legge ultima, il respiro dell’universo.

  • Dove conduce il dubbio? – Alla soglia dell’eterno, dove nessuno entra senza tremare.

Dietro ogni dettaglio c’è una cura rara. Marco ha collaborato con artigiani di straordinaria maestria: dal laboratorio Mondial Tornianti di Faenza, dove ha lavorato l’argilla con il maestro Roberto Reali, ai fonditori di Estudio Tarántula, che lo hanno accompagnato nel percorso del bronzo, fino ai vetrai de La Casa del Vidrio. Vetro, marmo, profumo e suono si fondono: Oraculum è un’opera totale, multisensoriale, che parla anche attraverso gli aromi.

La proroga della mostra non era prevista, ma Oraculum, proprio come Marco, si evolve. Ha concluso il suo cerchio passando da una  dimensione di raccoglimento interiore a un’apertura al mondo esterno, e infine alla luce. Non ha forse trovato risposte definitive, ma ha toccato corde dell’anima capaci di avvicinare alla comprensione. “Le opere si muovono come nel mito della caverna di Platone,” racconta Marco, “uscendo finalmente alla luce, per incontrare il reale.” Il giardino diventa un organismo vivo, attraversato da suoni naturali: uccelli, vento, foglie, api. La voce dell’oracolo, prima sussurrata nel buio, si intreccia ora alla polifonia cosmica.

Con una delicatezza poetica e mai didascalica, Marco mette in scena la possibilità di abitare l’arte. Di fermarsi, ascoltare, percepire. “Non ho mai amato imporre un messaggio,” spiega. “Ma credo nel potere dell’arte come spazio in cui rispecchiarsi, come ponte tra anime.” La sua missione è offrire bellezza, colore, eleganza accessibile. Tutti gli artisti dovrebbero condurci verso visioni intangibili, condividere messaggi e ricerche personali. È sempre più raro, ma Marco ci trasporta ancora in queste dimensioni, che richiedono attenzione a tutti i nostri sensi.

La mostra si è conclusa, ma per chi è in cerca di qualcosa che vada oltre il visibile e si trovi a Città del Messico, visitare il lavoro di questo artista è un passaggio quasi necessario. Per chi invece preferisce un primo approccio a distanza: marcolorenzetto.com.

Nelle sue opere le domande sbocciano come fiori. E Marco, come un moderno sacerdote, non ci invita a trovare risposte, ma a coltivare uno sguardo capace di guardare.

Axis Mundi, 2025 Bronce and stone, 13.7 x 10.2 x 11 in (35 x 26 x 28 cm). Marco Lorenzetto, Oraculum.
Primus Vultus, 2025 Bronce and glass, 9.3 x 2.9 x 2.9 in (23.6 x 7.5 x 7.5 cm). Marco Lorenzetto. Oraculum.
Marco Lorenzetto. Il giardino dell’oracolo.

 

Commenta con Facebook