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Jan Van Eyck e le miniature rivelate. Preziosa mostra a Torino

Libro d’Ore, Antoine Vérard (Parigi), 1507 Libro d’Ore, Antoine Vérard (Parigi), 1507
Libro d’Ore, Antoine Vérard (Parigi), 1507
Libro d’Ore, Antoine Vérard (Parigi), 1507
Manoscritti e miniature ritagliate protagonisti della preziosa mostra visibile fino all’8 settembre al Museo Civico d’Arte Antica di Torino

Un patrimonio fragile ma affascinante quello che viene presentato a Palazzo Madama di Torino fino all’8 settembre con il titolo di “Jan Van Eyck e le miniature rivelate”. Si tratta della collezione di manoscritti e miniature ritagliate del Museo Civico d’Arte Antica di Torino, formata da venti codici miniati, dieci incunaboli e di un fondo di ottanta tra fogli e miniature ritagliate, databili tra il XIII e XVI secolo, raramente esposta al pubblico per la sua delicatezza. Fiore all’occhiello sono due celebri capolavori, il codice delle Très Belles Heures de Notre Dame di Jean de Berry, noto anche come Heures de Turin -Milan, e il Messale del cardinale Domenico della Rovere, opera del miniatore quattrocentesco Francesco Marmitta.

Un progetto importante avviato nel 2021, curato da Simonetta Castronovo, conservatrice di Palazzo Madama, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici (prof. Fabrizio Crivello), il Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino (prof. Angelo Agostino) e il Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale (prof. Maurizio Aceto). L’intento infatti è non solo presentare al pubblico un corpus di miniature straordinarie, ma farne conoscere il contesto geografico e stilistico, le tecniche, i materiali, le caratteristiche.

 

“Nascita del Battista” e “Battesimo di Cristo”, Jan Van Eyck, 1420-1424
“Nascita del Battista” e “Battesimo di Cristo”, Jan Van Eyck, 1420-1424
Sei sezioni

Un lavoro certosino: schedatura sistematica di ogni miniatura e relativa campagna fotografica, analisi scientifiche dei materiali (pigmenti, dorature, supporti). L’esito di analisi e studi viene presentato nelle vetrine in una parte grafica che affianca le opere. Sei le sezioni cronologiche del percorso che va dal Duecento al Cinquecento. All’inizio, gli Statuti della Città di Torino del 1360 (prezioso manoscritto noto come Codice delle Catene, oggi conservato nell’Archivio Storico del Comune), che racchiudono i primi ordinamenti che regolavano la vita cittadina e i rapporti del Comune con i conti di Savoia. Poi, due statuti di Corporazioni medievali, la Matricola degli orefici e quella dei Cordovanieri di Bologna, e infine una Bibbia del 1280, capolavoro del Duecento bolognese.

Il Gotico internazionale e lombardo è testimoniato da una serie di frammenti provenienti da raffinati Libri d’ore e Antifonari legati al gusto della corte dei Visconti. Nella sezione dedicata al XV secolo in Francia e nelle Fiandre viene esposto il celebre codice delle Très Belles Heures de Notre Dame di Jean de Berry, noto anche come Heures de Turin-Milan, con miniature di Jan van Eyck, l’opera più preziosa del Museo Civico di Torino.

 

Frammento di pagina di Corale con Maddalena penitente, Maestro del Libro d'Ore di Modena
Frammento di pagina di Corale con Maddalena penitente, Maestro del Libro d’Ore di Modena
Rinascimento maturo

Ad affiancarlo altre testimonianze dell’arte fiamminga e franco fiamminga, come il Messale commissionato dalla famiglia Buschetti di Chieri, il Libro d’Ore di Simon Marmion. E il Libro d’ore di Chalons-sur-Saone di Antoine de Lonhy, il pittore borgognone attivo tra Savoia, Valle di Susa, Torino e Chieri nell’ultimo quarto del Quattrocento. Protagonista qualche anno fa in una importante mostra torinese. Al ‘400 e ‘500 appartengono il Libro d’Ore Deloche del Maestro del Principe di Piemonte e il Laudario della Confraternita di Santa Croce di Cuneo provenienti da Ducato di Savoia.

In una quinta tappa, dedicata al Rinascimento più maturo spiccano il Messale del cardinale Domenico della Rovere di Francesco Marmitta. Pittore e miniatore parmense (1464 circa-1505). Infine, gli incunaboli miniati, con il raro Libro d’Ore di Antoine Vérard (Parigi, 1481-1486). E, in chiusura, il cosiddetto Libro di Lettere Astrologiche (1550), un manuale di calligrafia, realizzato forse per il giovane Emanuele Filiberto di Savoia, con straordinarie iniziali a inchiostro, ancora di ispirazione medievaleggiante.

Fino all’8 settembre 2025
“Van Eyck e le miniature rivelate”
Torino, Palazzo Madama – Museo Civico
Piazza Castello
www.palazzomadamatorino.it

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