
Un’installazione partecipata curata da Pietro Gaglianò, nella quale Gaggia ha coinvolto oltre 250 studenti del territorio
“È un’opera d’arte collettiva che pone le basi nel lungo cammino del progetto La storia siamo noi, nato nell’ambito di Popoli in festa. […] Oggi aggiungiamo un tassello importante: la creazione di un monumento effimero e diffuso, realizzato con le voci dei bambini e delle bambine, e la costruzione di un grande mare”. Così l’artista Giovanni Gaggia contestualizza “A Fermignano c’è il mare”, il suo ultimo progetto relazionale presentato il 6 giugno nel centro marchigiano.
Un’installazione partecipata curata da Pietro Gaglianò, nata nell’ambito del progetto La storia siamo noi e promossa dal Comune di Fermignano e dall’Istituto Comprensivo Donato Bramante. L’iniziativa ha coinvolto, durante l’intero anno scolastico 2024/2025, oltre 250 studenti del territorio – bambini e bambine di 5 anni, alunni delle classi prime e quinte della primaria e delle prime classi della secondaria di primo grado – insieme ai loro insegnanti, in un percorso di educazione civica, espressione creativa e riflessione collettiva.

Un invito a immaginare
Il titolo non è una provocazione geografica, ma un invito a immaginare. L’opera è costituita da due componenti principali. La prima è una grande installazione tessile, realizzata con teli di jeans – materiali di recupero forniti dall’azienda Ideal Blue Denim Evolution – su cui i partecipanti hanno scritto e cucito pensieri, desideri, visioni sul tema della memoria condivisa. Il “mare” così composto è stato esposto in piazza il 6 giugno, per poi trovare collocazione permanente all’interno dell’agorà della scuola primaria.
La seconda parte dell’opera è una traccia sonora diffusa: una serie di registrazioni delle voci dei bambini saranno fruibili tramite QRcode stampati su placche metalliche installate in vari luoghi del paese, dando vita a un vero e proprio monumento “diffuso” e partecipato, capace di restituire alla comunità una narrazione polifonica e viva del proprio presente.

L’intervento ha anche una forte valenza ecologica. Il riutilizzo di materiali tessili di scarto, in un momento storico in cui il fast fashion è una delle principali cause di inquinamento, rappresenta un gesto simbolico e concreto insieme: un atto educativo, culturale e artistico che unisce sostenibilità ambientale e responsabilità sociale. “Non è un errore geografico: a Fermignano può esserci davvero il mare”, ha aggiunto Gaggia. “Un mare ecologico, creato utilizzando scarti di jeans, che prende forma come simbolo di un desiderio condiviso: avere un mare di tutti, senza confini”.













