
Dal percorso del “Giardino all’Italiana” al MAXXI alla disturbante “azione” di CANEMORTO alla Fondazione del Roscio, fino alla Fondazione Memmo, dove Anthea Hamilton lavora sulla multisensorialità: tre percorsi che acuminano i sensi, a Roma, in una nuova puntata de L’osservatorio del presente
Al posto del comunicato stampa un inserto del Giornale dell’Arte, che lancia la notizia della scomparsa del Canemorto, a seguito di un’esplosione nel cuore della Fondazione Del Roscio, che avrebbe così interrotto per sempre la preparazione di una mostra personale del trio, intitolata Megalomanie e composta da 10 stampe calcografiche di dimensioni colossali. Così, negli spazi dominati da un’estetica brutalista, sono esposte le macerie della tragedia. Dieci lastre di acciaio accartocciate, con i disegni stampati in calcografia, accompagnati da alcuni disegni su carta, che testimoniano l’iconografia delle opere perdute, mentre in una nicchia un video racconta la tragedia con piglio giornalistico, per poi approfondire la pratica artistica del collettivo Canemorto. Al di là della costruzione di una fake news espositiva, la mostra si rivela molto più forte e disturbante di una semplice trovata, in quanto le opere esposte – in primis le incisioni su lamiera – sono caricate di una tensione, ulteriormente sottolineata dall’accuratezza degli apparati, mettendo in scena una sorta di “archeologia espositiva” davvero impattante. Si tratta di un dispositivo non nuovo – come dimenticare il naufragio di Hirst nel 2017 alla fondazione Pinault? – ma piuttosto originale per la scena capitolina, dove va segnalata -per ragioni diverse- un’altra mostra multisensoriale: Soft you, la personale di Anthea Hamilton alla Fondazione Memmo.

La mostra dell’artista britannica, curata da Alessio Antoniolli, si configura come una sorta di set teatrale, dove si intrecciano suggestioni diverse, dall’Otello di Shakespeare al mito di Roma, attraverso il leit-motiv della gamba, che attraversa l’intera esposizione. Uno dei punti di forza dell’operazione riguarda la collaborazione tra l’artista e alcuni artigiani, abilmente orchestrata dalla fondazione, che raggiunge il suo acme nel mobile scrittoio. Costruito dal falegname Pietroarco Franchetti e legato con una corda per lo Shibari, è decorato con alcuni mosaici, realizzati da Alice Rivalta con la tecnica giapponese Rankaku, che consiste in decorazioni con gusci d’uova di quaglia. Interessanti anche le immagini fotografiche, scattate da Tanguy Poujo sul set di Othello: A Play, la performance eseguita in collaborazione con la coreografa Delphine Gaborit e presentata al DE SINGEL di Anversa nel 2024. Ma non finisce qui: se i paraventi specchianti rimandano alla tradizione dell’Art Decò – con qualche rimando alla ricerca di Jim Lambie – Hamilton ha lavorato anche sull’olfatto, con la creazione di profumi ed incensi, elaborati insieme al designer di fragranze Ezra-Lloyd Jackson. In una sorta di rivisitazione del concetto di gesamtkunstwerk, passando attraverso il movimento Arts & Crafts, l’artista costruisce un mondo di oggetti misteriosi ed enigmatici, dove l’elemento artigianale si fonde con un’estetica neopop, in una mostra di notevole ricercatezza.

La stessa che aleggia nell’originale progetto espositivo Giardino all’Italiana al Corner del MAXXI, curato da Sartogo Architetti (Nathalie ed Elica Sartogo), che si sono ispirate al giardino all’italiana di Villa Borghese per costruire un percorso immersivo che unisce paesaggio, architettura, design e artigianato. I Pini Romani sono tavoli in legno dalle forme organiche simili ai pini, Volare è una lampada ispirata al volo degli uccelli, Acqua è uno specchio d’acqua formato da maioliche dalle linee ondulate, mentre Orizzonte Italiano è una mensola con una serie di ceramiche smaltate in bicromia. Nonostante alcuni riferimenti al design degli anni Ottanta – da Sottsass a Mendini – e le scritte alle pareti (ridondanti e non necessarie), la mostra rappresenta una felice e raffinata proposta di abbinamento tra oggetti di design e opere d’arte, abbinati con una leggerezza consapevole e non superficiale, resa ancora più seducente dall’unione con le note olfattive dei profumi di Bulgari.













