
Il Flauto Magico che ha debuttato al Carlo Felice di Genova venerdì 13 giugno, chiudendo la Stagione Lirica 2024-2025, riprende l’allestimento realizzato sempre a Genova nel 2011, che vedeva la collaborazione tra Lele Luzzati e Daniele Abbado, produzione fortunatissima ripresa anche nel 2016.
Die Zauberflöte arriva in Italia al Teatro alla Scala nel 1816 con l’incongrua etichetta di “dramma eroicomico”, questo perchè il gusto del Singspiel, che vede l’arlternanza di parlato e di cantato, era estraneo alla nostra tradizione operistica. Troverà la sua legittimazione molto più tardi con l’operetta. Il capolavoro di Mozart non è l’unica sua opera che mischia al proprio interno i toni dal più solenne al più triviale, ma Die Zauberflöte è senz’altro quella dove ciò accade in modo più sistematico, scanzonato e disinvolto.
Eugenio Montale, che riteneva il Flauto Magico il “capolavoro poetico dell’Illuminismo”, scrisse a riguardo: ”un’opera in cui la burla si allienea alla sublimità” , a cui noi aggiungiamo: in cui il lievito essenziale è dato dalla musica di Mozart nelle sue componenti vocali e strumentali che risolvono in una solare limpidità la densa consistenza dei temi. Le vicende narrate toccano con grazia gli archetipi dei fatti primari, delle storie ancestrali, dell’inconscio, dell’esistenza individuale e sociale, risolvendosi nell’ideale utopoco di una fratellanza universale.
Il flauto (che certo non a caso dà titolo all’opera) è fin dalla sua comparsa strettamente associato a concezioni magiche, ma anche voce umana consolatrice, richiamo, fischio di allerta e di segnalazione. Insomma nell’opera di Mozart il flauto è magico perché protegge. Il Flauto magico dunque consegna gli spettatori all’apparente e sublime semplicità nella quale aspirare e vivere meglio con il conforto della luce della musica, piuttosto che condannarsi all’oscurità senza di essa.

Il Flauto che ha debuttato al Carlo Felice di Genova venerdì 13 giugno, chiudendo la Stagione Lirica 2024-2025, riprende l’allestimento realizzato sempre a Genova nel 2011, che vedeva la collaborazione tra Lele Luzzati e Daniele Abbado, produzione fortunatissima ripresa anche nel 2016. Restano sempre affascinanti le scene disegnate da Emanuele Luzzati ed i costumi, sempre su disegno di Luzzati, realizzati da Santuzza Calì. Siamo certi che anche Mozart e Schikaneder avrebbero apprezzato il gusto e la raffinatezza cromatica con la quale Luzzati è riuscito concretizzare quel mondo fiabesco, nel quale sono protagonisti tutti i personaggi che il bambino che vive in noi continua ad amare: animali fantastici, draghi cattivi, regine, principi e maghi. Il tutto in maniera straordinaria e per nulla invasiva rispetto a musica e canto che devono restare i veri protagonisti di ogni opera lirica.
Bravi e all’altezza i solisti dell’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale per cantanti lirici dell’Opera Carlo Felice (sotto la direzione artistica di Francesco Meli, il coordinamento di Serena Gamberoni e la direzione musicale di Davide Cavalli), che hanno dato vita ai vari personaggi mozartiani: Antonino Arcilesi (Sarastro), Samuele Di Leo (Tamino), Martina Saviano (Regina della Notte), Gabriella Ingenito (Pamina), Giada Venturini (Una vecchia – Papagena), Ernesto de Nittis (Papageno), Davide Zaccherini (Monostatos), con la con la partecipazione di Gesua Gallifoco (Prima dama), Silvia Caliò (Seconda dama), Alena Sautier (Terza dama), Luca Romano (Oratore/Primo sacerdote), Gianluca Moro (Secondo sacerdote e Primo armigero), Davide Canepa (Secondo armigero).
Un plauso particolare per Gabriella Ingenito, la giovane soprano di Trento, dalla voce limpida, forte e pulita, una splendida Pamina! e per Enesto de Nittis che è entrato perfettamente in Papageno, personaggio che ha paura, ma quando serve, trova il coraggio per andare avanti, mente, ma sa essere leale con chi lo merita.
Sempre belle le coreografie di Giovanni di Cicco della DEOS con i suoi danzatori per i quali sembra il tempo non passi mai. Il cast è stato guidato con sapienza dal maestro Giancarlo Andretta, di cui si è apprezzato il buon equilibrio tra buca e palco.
Lo spettacolo sarà in replica ancora venerdì 20 alle ore 20.00 (turno B), sabato 21 alle ore 20.00 (turno L) e domenica 22 alle ore 15.00.














