
Un restauro da 4 milioni di euro ha riportato alla luce il volto originale della facciata di Casa Batlló, a Barcellona, uno degli iconici progetti di Antoni Gaudí.
Con le sue curve sinuose, i colori cangianti e le forme oniriche, la facciata principale della Casa Batlló è da tempo uno dei simboli più riconoscibili di Barcellona. Ideata da Antoni Gaudí tra il 1904 e il 1906, questa meraviglia modernista – con colonne che ricordano ossa, tegole che evocano le squame di un drago e vetri colorati come acquerelli – rappresenta una delle espressioni più mature e visionarie del genio catalano. Negli ultimi anni, anche grazie a installazioni di artisti contemporanei come Refik Anadol e Sofia Crespo, la facciata anteriore ha conosciuto una nuova stagione di visibilità e celebrazione.
Diversa è la sorte della facciata posteriore, rimasta per decenni lontana dagli occhi del pubblico e dal cuore degli interventi di conservazione. I colori originali si sono progressivamente affievoliti, le decorazioni dei balconi – dalle ringhiere in ferro battuto alle imposte in legno – si sono deteriorate, mentre nel cortile interno, pensato da Gaudí come rifugio privato per la famiglia Batlló, erano scomparsi pergolati e fioriere realizzati su misura.
Oggi, però, questa parte nascosta dell’edificio è tornata a splendere. Casa Batlló ha recentemente completato un ambizioso intervento di restauro, un progetto pluriennale dal valore di 3,5 milioni di euro, che ha restituito alla facciata posteriore l’aspetto originario immaginato da Gaudí. Si tratta del primo restauro completo in oltre un secolo, frutto della collaborazione tra studiosi e artigiani specializzati nella lavorazione di ferro, legno, vetro e ceramica.
Il primo passo è stato ripristinare i colori originali: attraverso analisi stratigrafiche, i restauratori hanno individuato gli strati di vernice sovrapposti nel tempo, scoprendo una tavolozza molto diversa da quella visibile prima dei lavori. Le imposte delle finestre e le porte dei balconi, ad esempio, erano originariamente verdi, in armonia con la facciata principale. Lo stucco, oggi color crema, era invece di un grigio profondo.
Anche i celebri mosaici trencadís, realizzati con frammenti irregolari di ceramica e vetro, sono stati restaurati con l’ausilio di scansioni 3D e immagini d’archivio. Gli elementi lignei – finestre, imposte, porte – e le ringhiere in ferro battuto sono stati ripristinati con metodi filologici, e proprio durante questi interventi è emerso un dettaglio sorprendente: Gaudí aveva ideato un innovativo sistema a volta per sostenere i balconi, un’altra testimonianza del suo spirito sperimentale.
Nel cortile posteriore, vero e proprio giardino segreto della casa, è stato ricomposto il grande mosaico Nolla – composto da oltre 85.000 tessere – il cui raffinato disegno geometrico, risalente alla fine dell’Ottocento, è diventato un tratto distintivo del modernismo catalano. Sono state ripristinate le fioriere e ricostruito il pergolato parabolico, sebbene la vegetazione – come l’erica – richieda tempo per tornare a coprirlo come un tempo. Un progetto che potrebbe ulteriormente far crescere i visitatori all’edificio, che nel 2024 sono stati quasi 2 milioni, per 34 milioni di euro di ricavi.














