
Scomparso nei giorni scorsi a New York all’età di 92 anni, Lauder donò al Metropolitan di New York un tesoro di Picasso, Braque, Gris e Léger
“Mio padre ha vissuto credendo che la bellezza, in ogni sua forma, fosse un bene da condividere”. Con queste parole il figlio William ha ricordato Leonard A. Lauder, filantropo, collezionista e figura storica della Estée Lauder Companies, morto nei giorni scorsi a New York all’età di 92 anni. Una notizia che quasi tutti i media di settore hanno trascurato, concentrati sulla fiera Art Basel. Con la sua scomparsa, il mondo dell’arte perde uno dei mecenati più influenti del nostro tempo, capace di trasformare il collezionismo privato in un atto pubblico, culturale e visionario.
Collezionista del Cubismo
Lauder ha legato indissolubilmente il suo nome all’arte cubista. La sua collezione personale – costruita in oltre quarant’anni – comprendeva capolavori di Picasso, Braque, Gris e Léger. Nel 2013, questa raccolta è stata donata al Metropolitan Museum of Art di New York: un gesto senza precedenti, dal valore stimato in un miliardo di dollari. Che ha arricchito in modo permanente la presenza del Cubismo nelle collezioni museali americane.
Non si trattava solo di accumulare opere: Lauder era guidato da una precisa visione culturale. Con la sua donazione, ha reso possibile la nascita del Leonard A. Lauder Research Center for Modern Art, centro di ricerca che continua a influenzare gli studi sulle avanguardie del XX secolo, E a promuovere mostre che dialogano con il presente.

Mecenate di lungo corso
Il sostegno di Lauder alle istituzioni artistiche è stato ampio e continuativo. È stato presidente e poi presidente emerito del Whitney Museum, di cui ha sostenuto anche il trasferimento nella nuova sede firmata da Renzo Piano nel Meatpacking District. La sua donazione di 131 milioni di dollari al Whitney rimane la più significativa nella storia del museo. Convinto che l’arte dovesse essere accessibile a tutti, ha sempre sostenuto una visione etica del collezionismo: “Il mio obiettivo è sempre stato mettere queste opere nelle mani giuste, e le mani giuste sono quelle pubbliche”, disse in un’intervista.
Ma il contributo di Lauder va ben oltre l’ambito del collezionismo. Ha ridefinito il ruolo del mecenate nel XXI secolo, ponendosi come ponte tra il passato delle avanguardie storiche e il presente della ricerca artistica. Oltre all’arte, Lauder ha portato avanti con passione il lavoro iniziato dalla madre Estée. Sotto la sua guida, la Estée Lauder si è trasformata in una multinazionale della bellezza, nota per la sua raffinatezza e la capacità di anticipare i gusti globali. Ma è nella filantropia che ha lasciato la traccia più profonda: tra le tante iniziative, anche importanti donazioni in ambito sanitario e educativo.














