
Da oggi al 13 luglio, la riviera ligure si trasforma in un laboratorio culturale a cielo aperto con “Abitare la Vacanza. Architetture per il tempo liberato”, il festival diffuso che racconta – attraverso mostre, talk, laboratori, visite guidate e proiezioni – come il tempo libero abbia modellato il paesaggio e l’immaginario della vacanza.
Una vera e propria mappa esperienziale che si snoda da Varazze a Ospedaletti, attraversando luoghi iconici e spesso inaccessibili, che per l’occasione aprono le porte al pubblico. “Abitare la Vacanza” non è solo un festival, ma un’indagine collettiva sul modo in cui il nostro sguardo contemporaneo può rileggere i luoghi dell’evasione. Un racconto corale che mescola fotografia, antropologia, urbanistica e partecipazione civica per interrogare il senso della vacanza oggi e il futuro del nostro patrimonio costiero.
Da un lato, le architetture simbolo della Liguria balneare: Capo Pino e Capo Nero di Luigi Carlo Daneri, e il piano urbanistico di Piani di Invrea firmato da Gardella e Zanuso. Dall’altro, il ricordo di quel viaggio straordinario di Pier Paolo Pasolini lungo la costa italiana nel 1959. Due fili narrativi che si intrecciano per leggere passato e presente con lo sguardo rivolto al futuro.
Un viaggio che, tuttavia, non si ferma qui: nell’autunno 2025 il festival proseguirà anche oltre confine, fino in Costa Azzurra e nel Var, coinvolgendo le città di Mentone e Hyères, con l’obiettivo di esplorare il ruolo dell’architettura nella trasformazione dei territori del tempo libero.













