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Io sono il fiume. Francesco Apuzzo/Raumlaborberlin e Zhenru Liang tra Architettura Arte e Natura

Sedimenti - isola 1, autori Francesco Apuzzo - Zhenru Liang Sedimenti - isola 1, autori Francesco Apuzzo - Zhenru Liang
Sedimenti - isola 1, autori Francesco Apuzzo - Zhenru Liang
Sedimenti – isola 1, autori Francesco Apuzzo – Zhenru Liang
È visibile fino a ottobre la rassegna “il fiume sono io”, che raccoglie una serie di artisti di varie nazionalità, attivi anche in Germania

Marijke Lukowicz e Sophie Trollmann sono le curatrici della terza edizione di Tatort/Padernborn, rassegna d’arte pubblica appena inaugurata e visibile fino a ottobre. Il titolo di quest’anno “il fiume sono io”, raccoglie una serie di artisti di varie nazionalità, in parte attivi anche in Germania, ad intervenire in una vasta area secondo loro modalità specifiche.

La mostra è dedicata al fiume Pader personificandolo, umanizzandolo, quindi riconoscendo il suo ruolo e significato per la città. Le opere d’arte di questa edizione sono state create lungo il fiume, che nasce da circa 200 sorgenti nel centro della città. Dopo soli 4,6 chilometri, il Pader confluisce nella Lippe, diventando così il fiume più corto della Germania e scorrendo solo all’interno di una singola città. La mostra coglie questa unicità per interrogarsi sul ruolo che il Pader svolge per Paderborn. Come se il fiume fosse un concittadino, un buon vicino di casa, dunque attraverso la relazione architettura/arte/natura si cerca di realizzare un approccio nuovo dove l’acqua cessa di essere una risorsa naturale da sfruttare ma un essere dinamico e vivente.

 

Sedimenti - isola 1, autori Francesco Apuzzo - Zhenru Liang
Sedimenti – isola 2, autori Francesco Apuzzo – Zhenru Liang

Interessanti sono gli interventi di Francesco Apuzzo/raumlaborberlin, collettivo già Leone d’oro della Biennale di Venezia Architettura nel 2023, in collaborazione con l’artista cinese basata a Berlino, Zhenru Liang (attualmente docente di Tecniche della Scultura  all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano). Già nel 2023, nel progetto pilota “Parco Aperto Mestre” della Biennale di Venezia, curato da Escuela Moderna, Matteo Binci e Marina Marquez, articolato per “isole tematiche”, delle quali Liang è stata protagonista, ritroviamo anche in questa occasione, il format della creazione di “isole tematiche” nella natura.

Infatti, in fase di ristrutturazione del parco delle sorgenti dopo i danni causati dal tornado del maggio 2022, alcuni dei materiali preesistenti e distrutti, diventano obsoleti. Materiali che – come l’acqua che qui porta il nome Pader – continuano a scorrere, fornendo a Apuzzo e Liang la base oggettiva per le loro opere, sul concetto di sedimentazione.

 

Sedimenti - isola 1, autori Francesco Apuzzo - Zhenru Liang
Sedimenti – isola 3, autori Francesco Apuzzo – Zhenru Liang

Con il progetto Sedimenti – isola 1,2,3,4 per “Il fiume sono io”, Apuzzo e Liang, recuperano materiali come da una miniera a cielo aperto. Parliamo di pavimentazioni, pali della luce abbattuti, ringhiere e altri materiali di risulta, frutto della devastazione del tornado sopracitato e li stratificano, li recuperandoli, li ri significano dando loro nuova vita con linguaggi che sono abituali sia per raumlaborberlin che per Liang, la quale fonda parte considerevole della sua produzione recente sull’uso e il recupero di materiali, specialmente laterizi. Da qui il concetto di sedimenti.

Infatti, i materiali recuperati, si sciolgono in acqua sorgiva e vengono “trasportati” lungo il percorso dei sentieri, questi materiali sono conservati come sedimenti urbani in quattro luoghi specifici, tra il centro della città e Neuhausen.

 

Sedimenti - isola 1, autori Francesco Apuzzo - Zhenru Liang
Sedimenti – isola 4, autore Francesco Apuzzo

Queste isole sono archivi simultaneamente porosi: conservano la materia – e le memorie ad essi associati – in una particolare località della città, cercando al contempo l’influenza di attori principalmente non umani in questi nuovi spazi tuttavia conservando l’artificio dell’arte, sono se vogliamo, sono degli anti monumenti ma che sono realizzati a regola d’arte!

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