
Il lungolago di Cernobbio si punteggia di opere d’arte con il progetto diffuso di Stefano Bombardieri, che fino al 5 ottobre dissemina monumentali sculture di animali per la città. Il 9 luglio inaugura anche una “mostra nella mostra”: Stazione di posta a Villa Bernasconi, pensata per aggiungere ulteriori suggestioni sul tema del tempo e della memoria.
C’è un istante fuori dal tempo, un limbo dove la realtà si piega e si mescola all’impossibile, dove un rinoceronte può fluttuare, un elefante trasportare un bambino, e un fenicottero apparire quasi come un’icona antica e moderna insieme. È in questo spazio sospeso che ci conduce Stefano Bombardieri con la sua mostra Il viaggio del rinoceronte e il paradosso del tempo, fino al 5 ottobre 2025 a Cernobbio. Tra le ville storiche, il lungolago e le piazze eleganti, le sue opere invitano a una riflessione profonda sull’essenza stessa del tempo e della nostra esistenza, incarnata da animali monumentali catturati in pose e situazioni insolite.
La mostra, curata da Anna Lisa Ghirardi, pone infatti in dialogo l’arte contemporanea e il paesaggio urbano, trasformando la città in un teatro surreale dove il visibile si fonde con l’invisibile. Un percorso che non è solo fisico, ma simbolico: attraverso la figura del rinoceronte, Bombardieri ripercorre un’immaginaria linea artistica che unisce Albrecht Dürer, Salvador Dalì, Fellini e la cultura pop contemporanea. Il rinoceronte, emblema della mostra e dell’opera dell’artista, porta con sé un carico di contraddizioni: è simbolo di forza ma anche di vulnerabilità, icona di un animale in pericolo d’estinzione che diventa metafora dell’evoluzione interiore e del tempo stesso, quel paradosso che filosofi e scienziati hanno da sempre cercato di decifrare. Nelle sculture di Bombardieri questo tema si fa tangibile: l’opera Il peso del tempo sospeso/Rhino suggerisce un blackout percettivo generato dal dolore, mentre in Tribute to SITE il rinoceronte è bloccato da un blocco di cemento, immagine potente di un’interruzione temporale.

Il video Il viaggio del rinoceronte e Il paradosso del tempo, realizzato appositamente per l’esposizione, mette in scena l’animale sospeso nel tempo e nello spazio, mentre scorrono immagini di luoghi che si sovrappongono, creando un’esperienza multisensoriale che attraversa geografie e epoche. Non è un caso che altri animali monumentali, come l’elefante con bambino e i fenicotteri, siano protagonisti di opere che richiamano la memoria, la storia e persino l’arte primitiva. Il fenicottero, presente in 4 Fenicotteri, diventa ponte tra passato e presente, tra pitture rupestri e immagini pop. All’interno della Galleria GALP, il percorso diventa più intimo, con opere di dimensioni contenute e un video inedito che approfondisce il viaggio metaforico del rinoceronte, tra realtà e illusione. Suggestioni che, combinate, invitano a una pausa meditativa, una riflessione sulle questioni ecologiche, filosofiche ed esistenziali che attraversano il nostro tempo.
E che confluiscono in una “mostra nella mostra”, che inaugurerà il 9 luglio (e si concluderà il 5 ottobre) nella cornice liberty di Villa Bernasconi, sempre a Cernobbio. Per l’occasione è in programma “Conversazione con l’artista”: un incontro pubblico che vede protagonista Stefano Bombardieri in dialogo con la curatrice Anna Lisa Ghirardi e la giornalista Valentina Tosoni, firma di Repubblica e autrice del podcast Storie dell’Arte.
Intitolata Stazione di posta a Villa Bernasconi, l’esposizione rappresenta un momento di pausa e riflessione nell’itinerario artistico allestito da Bombardieri. Come se il viaggio del rinoceronte si facesse all’improvviso più intimo e meditativo. Le opere qui esposte, dal video realizzato appositamente per questa tappa al bambino che si equilibra sul cranio di un mammut, raccontano storie di memoria, precarietà e speranza, aprendo uno spazio di dialogo tra passato e futuro. La macchina da scrivere racchiusa in un involucro dorato (Involucri del nulla) si fa metafora della comunicazione sospesa, un silenzio carico di pensieri inespressi che ci parla del valore e della fragilità delle parole. La mostra diventa così non solo un’esposizione ma anche un’esperienza partecipativa, dove i visitatori sono invitati a lasciare riflessioni sul tema del viaggio, scrivendole su apposite cartoline, creando una narrazione collettiva che si espande anche nel mondo digitale attraverso la condivisone social di alcune di queste.
Per tirare le fila del progetto, complesso e sfaccettato, a settembre verrà pubblicato un catalogo che raccoglierà in forma unitaria e coesa le tante suggestioni aperte dai progetti di mostra.

















