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Remo Salvadori, nel momento dell’arte. Una mostra diffusa a Milano racconta la materia e lo spirito

Installation view © Altopiano
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Milano celebra Remo Salvadori, tra i protagonisti più intensi della scena artistica contemporanea italiana, con una mostra diffusa, a cura di Elena Tettamanti e Antonella Soldaini, che attraversa tre luoghi simbolici della città – Palazzo Reale, Museo del Novecento e Chiesa di San Gottardo in Corte – componendo un itinerario che è insieme viaggio visivo e meditazione silenziosa.

L’iniziativa si è aperta il 2 luglio con l’installazione permanente di Alveare (1996–2024) al Museo del Novecento. Una trama di sottili bacchette di rame, disposte su una lunga parete adiacente alla rampa d’accesso, in cui ordine e vibrazione si fondono in una sorta di linguaggio silenzioso. Nella sala che precede l’archivio del museo, Salvadori interviene anche con Nel momento (1974–2025), che insiste sul lucernario, aprendo uno spiraglio visivo tra luce e pensiero.

Il cuore della mostra si sviluppa però a Palazzo Reale dal 16 luglio al 14 settembre. Cinquantanove opere, tra lavori storici e site-specific, si susseguono lungo le sale del piano nobile. Lontano da una logica cronologica, il percorso si struttura come una costellazione mobile, in cui ogni elemento è vivo nel dialogo con lo spazio e lo sguardo del visitatore. “Non cerco un approdo. Sto con l’opera. Tengo acceso il fuoco”, afferma l’artista. È questo “fuoco”, presente e impercettibile, che tiene unito l’intero progetto.

Opere come Continuo Infinito Presente, Germoglio, Lente liquida, Verticale o la doppia Stanza delle tazze restituiscono la tensione tra forma e trasformazione, materia e pensiero. L’arte, per Salvadori, è al tempo stesso processo e presenza: invita a sostare, osservare, lasciarsi attraversare.

Dal 18 luglio al 31 agosto, un ulteriore capitolo si apre nella Chiesa di San Gottardo in Corte, dove il sacro incontra l’arte in una dimensione contemplativa. Al centro dello spazio, tra quattro colonne e davanti a un affresco giottesco, si colloca 10 frecce nei colori di minerali (1969–1970), lavoro esposto per la prima volta nel 1970 e poi alla Biennale di Parigi nel 1973. In dialogo con essa, l’opera Stella (2025), realizzata appositamente per questa occasione, evoca una mappa cosmica, un orientamento tra tempo e materia.

Nel suo insieme, la mostra non espone semplicemente un corpus di opere, ma costruisce un tempo di presenza, uno spazio d’ascolto in cui l’arte non si osserva soltanto, ma si abita. Come scrive Salvadori, l’opera accade “nel momento”. Là dove l’occhio si apre e il pensiero tace.

Installation view © Altopiano
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