Print Friendly and PDF

La scultura come rito universale. Jiménez Deredia a Pietrasanta

Jiménez Deredia, Gemelos Jiménez Deredia, Gemelos
Jiménez Deredia, Gemelos
Jiménez Deredia, Gemelos
La galleria The Project Space espone fino al 7 settembre a Pietrasanta cinque opere dello scultore costaricano Jiménez Deredia

È stato il primo scultore latinoamericano a collocare una scultura nella Basilica di San Pietro in Vaticano. La statua di San Marcelino Champagnat, inaugurata nel 2000 alla presenza di Papa Giovanni Paolo II. La galleria The Project Space espone a Pietrasanta cinque opere dello scultore costaricano Jiménez Deredia, di cui due monumentali, nella mostra Encuentro. Materia y Luz (Incontro. Materia e Luce). L’artista ha iniziato la sua attività scultorea negli anni 70. Creando opere che rilevano sia lo sviluppo di forme organiche modificate dall’ambiente, dalla forza di gravità e dalla crescita, sia influenzate dall’arte precolombiana. Ed è noto per la sua capacità di fondere l’eredità culturale precolombiana appunto, con l’estetica del Rinascimento italiano.

Deredia ha ideato l’esposizione adeguandola agli spazi della galleria per mostrare in sintesi i temi della sua ricerca quarantennale. Esaltando nello stesso tempo la scultura come espressione completa. Che considera la più antropologica delle arti. Radicalmente connessa alla natura umana per la capacità d’interrogare le grandi questioni esistenziali. Le sue opere, lisce senza rilievi né discontinuità, che evocano riflessioni che comprendono la filosofia greca il buddhismo zen, la cosmogonia di molte culture africane, realizzate in bronzo nero proprio a Pietrasanta, incarnano archetipi universali di continuità e perfezione.

 

Jiménez Deredia, Crepusculo
Jiménez Deredia, Crepusculo

Includono il concetto di Génesis che richiama l’evoluzione della vita e la trasmutazione dell’essere che Deredia interpreta come polvere di stelle in costante cambiamento. Altro tema ricorrente nella poetica dello scultore è la figura femminile, soggetto privilegiato e simbolo della potenza creatrice. Un prototipo che, nelle sue opere, diventa motore primo delle trasformazioni umane e cosmiche. Nel Crepusculo, una donna possente compatta, appoggiata sul gomito sinistro, tiene saldamente tra le mani una sfera infondendole sicurezza mentre rivolge lo sguardo, assorta, all’alternarsi della luce e dell’ombra che connota lo svolgersi del tempo.

Nei volti, nelle mani artigliate, nella gambe robuste dei Gemelos si potrebbe leggere l’aprirsi alla vita. Come atleti ante litteram in attesa dello sparo per schizzare verso il traguardo.

Commenta con Facebook