Una fantasiosa analisi dei traffici web dei siti italiani di informazione artistica pretenderebbe di assegnare ad ArtsLife 74mila page views al mese. Nella realtà sono 1,23 milioni al mese
Chi è il primo? È sempre difficile dirlo, quando la risposta non ha riscontri oggettivi. Come una gara di atletica: il primo è colui che taglia per primo il traguardo. Diversamente, esistono complesse variabili che rendono pressoché impossibile decretare una primazia. Vale, specie in Italia, un amato esempio calcistico. La squadra che ha il maggior numero di tifosi, e il maggior numero di club, diffusi in tutto il mondo, è notoriamente la Juventus. Ma qualcuno potrebbe mai affermare, con un minimo di credibilità, che da qualche anno a questa parte quella è anche la “prima” squadra del Paese? La quinta, forse la sesta.
Altro esempio, più attuale, viene dalla musica. Nei giorni scorsi sono stati diffusi dati provenienti dai botteghini, secondo i quali il cantante con maggior successo nei concerti è Renato Zero. Sorpresi? In questo, si assiste da tempo allo sgomitare dei vari noiosi trapper, che fanno carte false – spesso, si mormora, anche truffaldine – per risultare “i primi”. Ma la realtà non cambia: salvo che il grande Renato non fa nulla per rivendicare il suo primato. Perchè non ne ha bisogno.
Abbastanza (in)affidabili
Perché parliamo di queste questioni? Perchè in queste ore un seguito sito italiano di informazione artistico-culturale ha avuta la brillantissima idea di diffondere una sua unilaterale analisi dei traffici web degli omologhi siti italiani. Fra i quali anche ArtsLife. E guarda caso, da questa analisi risulta che IL PRIMO – una fissazione, proprio – è lo stesso promotore dell’analisi. Ora: chi mastichi anche pochissimo di analytics e SEO, sa benissimo che la materia è quanto mai soggetta a variazioni spesso imprevedibili. E sa benissimo che sottoponendo la stessa richiesta a diversi strumenti si ottengono risultati spesso lontanissimi, anzi spesso di carattere inverso.
Ergo: anche volendo affrontare questa tutto sommato insignificante “tenzone”, ci si dovrebbe come minimo preparare a lavorare con diversi strumenti per poi sintetizzare i risultati. E invece no: intanto, fin dal sommario si parla di “strumenti digitali abbastanza affidabili”. ABBASTANZA? Ci si prepara a produrre un contenuto potenzialmente lesivo del lavoro di colleghi, basandosi su strumenti che si dichiarano “abbastanza affidabili”? Che poi, dimostreremo, sono per nulla affidabili. Ma poi? Si parla di “strumenti”, plurale, e poi se ne utilizza soltanto uno?
1,23 milioni di pagine viste in un mese
Qui ci fermiamo: ci sarebbe moltissimo da eccepire, ma non intendiamo scendere su questi territori. Se non per correggere un dato: l’unico che possiamo correggere con certezza, visto che ci riguarda in prima persona. Dunque, l’accuratissima analisi in questione pretenderebbe di relegare ArtsLife molto in basso nella graduatoria, assegnandoci circa 74mila “pagine viste nell’arco del mese”. Orbene: forse le alte temperature agostane devono aver indotto l’articolista in una grave svista. Perché le Google Analytics – strumento sempre ufficioso, ma probabilmente un po’ più affidabile del sito “spionistico” sopra utilizzato – assegnano ad ArtsLife il traffico mensile che potete dedurre da questa schermata. Decisamente diverso, capace anzi di collocarci correttamente nel novero dei siti più visti.

1,23 milioni di pagine viste in un mese. C’è un 70mila, in pagina, ma addirittura rappresenta la crescita delle visite ad ArtsLife rispetto al mese precedente. Il dato, forse, confuso dall’accaldato articolista…














