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Zorba il greco, un evergreen che ha bisogno di spazio

Zorba il Greco (26-08-25). Ennevi Foto
Zorba il Greco (26-08-25). Ennevi Foto

Debuttò proprio a Verona nel 1988 il balletto Zorba il greco con la coreografia di Lorca Massine. Un balletto corale con tanti elementi in scena creato sulle musiche di Mikīs Theodōrakīs, che rielaborò la colonna sonora da lui stesso composta per il film omonimo del 1964 basato sul libro di Nikos Kazantzakis. Un debutto all’Arena che vide protagonisti i grandi nomi della danza dell’epoca: Vladimir Vasiliev e Gheorghe Iancu. Fu un grande successo tanto che da ben 37 anni Zorba continua a girare i palcoscenici di tutto il mondo, tornando poi sempre a Verona. 

La frase pronunciata da Massine «Non danzate, siate il movimento» è emblematica per descrivere il suo balletto che in effetti, dal primo momento fino all’apoteosi finale con il lungo Sirtaki, altro non è che un’esaltazione del vivere la danza e vivere in essa. Del resto chi più di lui non può che pensare la vita in funzionedi questa magnifica arte! Nato a New York, figlio di Léonide Massine, Lorca ha studiato ed ha poi collaborato con i più grandi coreografi del nostro tempo da Balanchine a Béjart ereditando l’inclinazione del padre per i balletti narrativi che con grande abilità combina illustrando temi contemporanei utilizzando l’idioma classico.

Zorba il greco che dopo il debutto tornò a Verona nel 2002, si è visto in questi giorni (26, 27 e 31 agosto) al Teatro Romano in una produzione fedele all’originale e a cura dello stesso coreografo Lorca Massine. In scena il Ballo di Fondazione Arena, coordinato da Gaetano Bouy Petrosino, già Maître de Ballet del Teatro di San Carlo di Napoli, del Teatro dell’Opera di Roma e del Teatro Massimo di Palermo. Un corpo di ballo che, come nelle intenzioni di Lorca Massine, deve essere un corpo “vivo”, fatto di spirito e materia come è in ciascun essere umano, capace di tramutare un sentimento individuale in voce corale. Senza dubbio alla compagnia vista non manca questa vitalità (soprattutto nel secondo atto), ma oltre a questa dirompente energia vitale sarebbe meglio fosse provvisto di qualcosa di più riguardo la tecnica. Del resto qui sta il problema di fondo del Ballo della Fondazione Arena di Verona: è un corpo di ballo stagionale.

Zorba il Greco (26-08-25). Ennevi Foto

Il Corpo di Balla stabile formato gli ultimi anni solo di 17 elementi è stato chiuso nel 2017. Un’amministrazione cieca e sorda ha voluto identificare e sacrificare gli artisti, simbolo dell’identità musicale italiana che produce spettacoli dal vivo, sull’altare del mero profitto economico fingendo di ignorare la sorte di quei teatri d’Opera italiani che, pur avendo già tagliato i propri Corpi di Ballo in nome del risanamento, si ritrovano oggi in perdita più di ieri. Una scelta che inevitabilmente si ripercuote sulla qualità. Ma questo sarà mai compreso?…pensiamo di no, in fondo gli applausi a fine spettacolo ci sono lo stesso, un quatro d’ora di sirtaki finale riscatta tutto. Il pubblico è comunque in visibilio, si alza dalle sedute sulle gradinate, batte le mani a ritmo e via, va bene così. I consensi ci sono e anche se i danzatori di oggi non sono Vladimir Vasiliev e Gheorghe Iancu, non si può negare che Igor Tsvirko (primo ballerino del Ballo del Teatro Bol’šoj) nel ruolo di Zorba e Julian McKay (primo ballerino del Bayerisches Staatsballett e primo ballerino ospite del K-Ballet di Tokyo) in quello di John, non siano stati all’altezza della situazione! Straordinaria la tecnica del primo a cui si aggiunge una vitalità ed energià che dà al suo personggio i connotati richiesti dal romanzo da cui è tratto il balletto. Più delicato nei movimenti, forse un po’ troppo classico McKay, ma sicuramente appassionato nei passi a due con Eleana Andreoudi, Prima Ballerina dell’Opera di Atene, che qui riveste il ruolo di Marina. 

E così la celebre storia di amicizia tra un anziano minatore macedone e un giovane intellettuale statunitense uscita dalla penna di Kazantzakis, musicalmente riscritta da Theodōrakīs si dimostra un evergreen facendo sentire il suo ancestrale nonché moderno canto nella piccola arena del Teatro Romano, ma noi non ci stanchiamo a dire che non basta. Un balletto corale di tale dimensioni ha bisogno di spazi, di maggior respiro, insomma deve tornare sul grande palco dell’Arena perchè siamo certi che anche la danza, non solo la lirica, se fatta bene, può essere in grado di portare 13.000 spettatori ogni sera. Danza come potente esercizio di libertà, portatrice come in questo caso di sentimenti universali. Danza in cui, come insegna il saggio Zorba, tutti i contrasti trovano pace. Ed allora, rivolgendoci a Fondazione Arena, insieme a Comune di Verona ed Estate Teatrale Veronese, concludiamo con questo appello: non mettiamo da parte la danza considerandola sempre la sorella minore delle arti.  Fondazione Arena, Comune di Verona ed Estate Teatrale Veronese devono avere il coraggio di investire sulla danza, si devono impegnare affinchè torni un corpo di ballo stabile. L’Arena si può riempire non solo coi galà di Roberto Bolle, basta crederci.

Zorba il Greco (26-08-25). Ennevi Foto

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