
Nel deserto di Black Rock, una tempesta di polvere di intensità uragano ha spezzato a metà Black Cloud, l’installazione alta 100 piedi (circa 30 metri) dell’artista ucraino Oleksiy Sai. L’opera, composta da 45 moduli interconnessi e otto tonnellate di struttura gonfiabile, doveva aprire il Burning Man il 24 agosto, giorno che coincideva con il Giorno dell’Indipendenza della nazione
Finanziata da donatori ucraini e statunitensi, la scultura combinava arte visiva e sonora: 20 luci stroboscopiche lampeggiavano come fulmini, mentre un paesaggio sonoro di missili, sirene ed esplosioni, curato da Anatoly Tapolsky, creava un’atmosfera intensa e immersiva. Video e poesie tatara di Crimea completavano l’installazione, raccontando storie di resistenza e repressione.
La tempesta è arrivata senza preavviso, lasciando il team di Black Cloud impotente di fronte alla forza della natura. “È stato come se uno dei tuoi parenti fosse morto all’improvviso”, ha raccontato Vitaliy Deynega, produttore generale dell’opera. Nonostante la distruzione, molti visitatori hanno espresso gratitudine per il messaggio universale trasmesso dall’installazione: un monito sui pericoli globali che minacciano tutti, non solo l’Ucraina.

Credits: Dnytro Pochkun
L’opera rappresenta anche un tentativo di mostrare al mondo un paese capace di creare bellezza nonostante la guerra. “L’arte è il miglior messaggio possibile”, ha sottolineato Deynega, evidenziando il potere emotivo delle esperienze artistiche rispetto alle notizie di cronaca.
Black Cloud era previsto in tournée europea, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri ucraino, per continuare a sensibilizzare sul conflitto in corso. Pochi giorni dopo l’evento, il 28 agosto, nuovi bombardamenti russi hanno colpito Kiev, causando vittime e danni significativi anche ad istituzioni culturali e artistiche…














