
A Venezia il Leone d’argento – Gran Premio della Giuria è assegnato a The Voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania
La 82ª Mostra del Cinema di Venezia si chiude con una celebrazione del cinema nelle sue forme più diverse e profonde e un doppio bottino per L’Italia (Rosi-Servillo). In realtà rumors al Lido oggi dicevano che la giuria si era accapigliata e che un giurato addirittura volesse abbandonare le consultazioni. Il presidente nella conferenza post premiazione ha negato. La Giuria, presieduta dal regista statunitense Alexander Payne e composta da Stéphane Brizé, Maura Delpero, Cristian Mungiu, Mohammad Rasoulof, Fernanda Torres e Zhao Tao, dopo aver visionato i 21 film in concorso ha assegnato i principali riconoscimenti dell’edizione 2025.
Il Leone d’oro per il miglior film va a Father Mother Sister Brother di Jim Jarmusch (USA, Irlanda, Francia), un trittico intimo e corale che esplora i legami familiari con ironia e malinconia, grazie a un cast stellare che include Tom Waits, Adam Driver, Charlotte Rampling e Cate Blanchett. Il regista ha commentato: «Father Mother Sister Brother è una sorta di anti-film d’azione, costruito con piccoli dettagli come fiori disposti con cura».
Il Leone d’argento – Gran Premio della Giuria è assegnato a The Voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania (Tunisia, Francia), che racconta la storia reale di una bambina intrappolata in un’auto a Gaza, trasformando la tragedia individuale in testimonianza universale. Il pubblico ha accolto il film con 24 minuti di applausi e cori di “Palestina libera”.
Il Leone d’argento per la migliore regia va a Benny Safdie per The Smashing Machine (USA), ritratto intenso dell’ascesa e delle fragilità di Mark Kerr, leggenda dell’UFC, interpretato da Dwayne Johnson. Safdie definisce il suo approccio una “empatia radicale”, per trasmettere al pubblico la profondità dei personaggi.
La Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile è assegnata a Xin Zhilei per Ri gua zhong tian (The Sun Rises on Us All), mentre la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile va a Toni Servillo per La Grazia di Paolo Sorrentino, nel ruolo di un Presidente della Repubblica immaginario alle prese con dilemmi morali.
Il Premio per la migliore sceneggiatura è conferito a Valérie Donzelli e Gilles Marchand per À pied d’œuvre (Francia), un ritratto intimo e radicale di un artista alla ricerca della propria autenticità.
Il Premio speciale della giuria va a Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi (Italia), documentario che indaga memoria, storia e quotidianità nel Golfo di Napoli, tra Campi Flegrei, Vesuvio, Pompei ed Ercolano. Rosi, emozionato, ha dichiarato: «Dodici anni fa avevo vinto il Leone d’Oro con Sacro GRA improvvisando. Adesso sono più attento a quello che devo dire».
Il Premio Marcello Mastroianni per un giovane attore emergente è assegnato a Luna Wedler per Silent Friend di Ildikó Enyedi (Germania, Ungheria, Francia), che intreccia tre epoche attorno a un maestoso ginkgo biloba, simbolo di curiosità e resilienza.













