
Dentro l’ex Ospedale Vecchio di Parma nascerà ParCO, un hub per il contemporaneo con un nome che sembra un gioco, ma è l’acronimo di Parma Contemporanea: abbiamo visitato il cantiere
Parma è una città divisa da un torrente. Uno di quei torrenti che ti aspetteresti di trovare nei libri di scuola, con pagine sottili e cartine azzurre che mostrano come l’acqua separi due mondi. Ma la verità è che, se giri davvero per le strade, ti accorgi che i parmensi non si sentono affatto divisi. Sono persone che credono nel futuro, e nello specifico nell’impatto della cultura. È come se camminassero ogni giorno con questa convinzione infilata in tasca, tra il portafoglio e le chiavi di casa.
E forse questo basterebbe per raccontarvi quanto sia bello trovare progetti vivi, gestiti da persone che ci credono in città che guardano al futuro. Ma sarebbe troppo facile. Ed è per questo che continuerò.
L’ex Ospedale Vecchio di Parma è in restauro da anni, uno di quei lavori infiniti che in Italia diventano leggende urbane, eppure stavolta la storia prende una piega diversa. Dentro ci nascerà ParCO, un hub per il contemporaneo con un nome che sembra un gioco, ma è l’acronimo di Parma Contemporanea. Non è solo un edificio rimesso a nuovo: è un’idea che si trasforma in mattoni, cortili, sale, cupole, porticati. È così bello che quasi non sembra fatto in Italia, e invece sì.
Sabato 27 settembre, negli spazi monumentali della Crociera dell’Ospedale Vecchio – un colosso rinascimentale con più di ottocento anni di storia sulle spalle – si terrà il forum internazionale “Dialoghi e visioni su Arte, Comunità e Innovazione”. Gente come Rossella Biscotti, Arturo Galansino, Andrea Lissoni e Francesco Manacorda salirà sul palco per discutere di valori, visioni, sogni, con la città che ascolta e prende appunti. Poi ci saranno visite guidate, file di curiosi, gente che fotografa le arcate con il telefono, pensando che forse anche qui sta succedendo qualcosa di importante.

La città di Parma, che nel 2027 sarà Capitale Europea dei Giovani, ha deciso che non bastava aver fatto la Capitale Italiana della Cultura nel 2020+21. No. Ha deciso che voleva di più. Così, insieme all’associazione “Parma, io ci sto!”, ha immaginato ParCO: uno spazio radicalmente contemporaneo, pensato non come museo-tempio ma come laboratorio vivo. Un posto dove artisti, cittadini, studenti e manager culturali possano costruire insieme un futuro.
E già che parliamo di futuro, c’è una open call internazionale: cercano un manager culturale con idee abbastanza visionarie da tenere in piedi questa macchina. Non un burocrate, ma qualcuno capace di comportarsi come il fondatore di una startup: scrivere piani operativi, creare partnership, raccogliere fondi, inventarsi governance. Cose che in Italia di solito suonano come inglesismi buttati a caso, ma qui diventano un mandato preciso, con tanto di Advisory Board che sembra uscito da una Champions League dell’arte contemporanea: Andrea Bellini, Francesca Bria, Francesca Corona, Andrea Lissoni, Francesco Manacorda. Gente che ha visto il mondo e non si accontenta di un compitino locale.
E poi c’è il quartiere dell’Oltretorrente, che non è uno sfondo ma un coprotagonista. Attorno ci sono l’Università, una grande biblioteca, archivi, il Parco Ducale. Un ecosistema che sembra fatto apposta per ospitare un progetto del genere. Non un museo isolato, ma un cuore che batte dentro la città.

La riqualificazione dell’Ospedale Vecchio non è stata una passeggiata. Tre fasi, 18,5 milioni di euro, fondi europei, bandi periferie, PNRR. Una maratona fatta di cantieri, polvere e impalcature. Eppure ora, grazie anche allo studio Nebbia, che ha immaginato l’edificio come un parco vivo, con cortili, giardini e spazi riconfigurabili, la Crociera e il Sottocrociera si preparano a una seconda vita.
In fondo, ParCO non è solo un progetto. È un esperimento. È il tentativo di dimostrare che Parma, con il suo ruscello e i suoi cittadini che credono nel futuro, può trasformare un luogo carico di memoria in una macchina contemporanea di partecipazione e bellezza. E se questo vi sembra poco, aspettate di vedere cosa succederà quando le porte si apriranno davvero.













