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Luci a San Siro, addio: del Meazza resterà solo il 10 per cento

Rendering del nuovo San Siro
Rendering del nuovo San Siro
Il via libera del Consiglio comunale di Milano, arrivato nelle prime ore di ieri, segna una svolta epocale per il destino di un’icona architettonica dello sport italiano: lo Stadio Meazza di Milano, il “San Siro”, sarà demolito per lasciare spazio a una nuova, impressionante, struttura

…E fu così, che dopo sei anni di progetti e polemiche, Inter e Milan ora giocano sul filo del rasoio per formalizzare l’acquisto dell’intera area di San Siro, a 197 milioni di euro. Il pacchetto completo, per distruggere un altro tassello architettonico, storico e aggiungiamo pure paesaggistico della Milano in svendita, dovrà essere “saldato” entro il 10 novembre prossimo, data ultima per firmare il rogito prima che scatti il vincolo della Soprintendenza sul secondo anello dello stadio.

La storia architettonica del Meazza

Nato nel 1926 dal progetto dell’ingegnere Alberto Cugini e dell’architetto Ulisse Stacchini – lo stesso progettista della Stazione Centrale di Milano – lo stadio Giuseppe Meazza rappresenta un capitolo fondamentale dell’architettura sportiva del Novecento. La struttura originale, ispirata ai modelli inglese e statunitense dell’epoca, subì la prima grande trasformazione nel 1939 con l’aggiunta dei quattro angoli scoperti che ne raddoppiarono la capienza. Ma la vera rivoluzione avvenne tra il 1987 e il 1990, quando gli architetti Giancarlo Ragazzi, Enrico Hoffer e Leo Finzi ridisegnarono completamente l’impianto per i Mondiali del 1990. Le loro torri elicoidali in cemento armato – undici pilastri cilindrici che sorreggono il terzo anello e il caratteristico tetto a sbalzo – diventarono immediatamente un’icona del brutalismo italiano, un esempio unico di ingegneria strutturale che ancora oggi caratterizza lo skyline milanese.

San Siro

La Milano dell’immobiliare

Il cuore dell’operazione “San Siro”, sarà guidata dai fondi americani Oaktree e Redbird, che segnerà anche una nuova identità al concetto di “stadio”; non solo una struttura sportiva, ma una area di gentrificazione, dove sorgeranno uffici, hotel, musei e quello che si prevede diventare il più grande centro commerciale d’Italia, nonostante l’attuale sia a poche decine di chilometri, ad Arese. Insomma: una ennesima “trasformazione urbana” all’insegna del “global”, che già alimenta polemiche e ricorsi, in un periodo dove le inchieste dedicate al tema della speculazione immobiliare sono ancora all’ordine del giorno.

Rendering del nuovo San Siro

Come sarà il nuovo San Siro di Foster + Partners e Manica?

Sebbene il progetto definitivo debba ancora essere sviluppato dagli studi Foster + Partners e Manica, le illustrazioni della nuova struttura, “puramente indicative”, rivelano scelte architettoniche e funzionali che segnano una netta discontinuità con il passato: uno degli elementi più evidenti è la forma ovalizzata del nuovo impianto, che abbandona l’impronta rettangolare del Meazza, caratterizzata dalle sue iconiche travi rosse. Queste ultime, simbolo dell’estetica industriale dello stadio esistente, non saranno riprese nel nuovo progetto. Al loro posto, una struttura più organica e fluida, con volumi che si sviluppano in altezza attraverso due anelli anziché tre, semplificando la gerarchia degli spazi e ottimizzando l’esperienza visiva dagli spalti. La capienza confermata è di 71.500 spettatori, un chiaro segnale di continuità con la tradizione, dopo l’ipotesi iniziale di scendere a 60.000 posti. Pare però che, di tutto il complesso, resterà un 10 per cento dell’antico stadio (dove?) a ricordare il passato, un po’ come all’ormai dimenticato Teatro Smeraldo trasformato in supermercato…La prima partita? Nel 2031. Chi vivrà vedrà.

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