
L’artista Giovanni Gaggia racconta la genesi del progetto partecipato in mostra alla Casa della Memoria di Milano
Le grandi coperte ricamate, nate da una domanda rivolta a Gaza e diffusasi come gesto collettivo in tutta Italia, compongono un’unica installazione lunga 18 metri. Frammenti di voci e speranze tradotte in fili, testimonianze che attraversano i confini per farsi segno di solidarietà e resistenza. La Casa della Memoria di Milano accoglie Com’è il cielo in Palestina?, la nuova personale di Giovanni Gaggia, artista da sempre impegnato nel tessere relazioni tra arte e responsabilità civile. La mostra, a cura di Susanna Ravelli, nasce come un archivio dell’oggi che dialoga con la storia custodita tra le mura del luogo simbolo della memoria cittadina.
L’esposizione si sviluppa tra i corridoi e gli archivi verticali della Casa, che per l’occasione restano volutamente coperti. Un atto di disobbedienza visiva e civile, un monito contro ogni tentativo di manipolare la storia. In questo spazio sospeso si dispiegano arazzi e coperte ricamate a più mani. Le frasi, scritte in arabo e nate da una domanda semplice e disarmante – “Com’è il cielo in Palestina?” – portano le risposte di chi vive sotto l’assedio. Restituendo al tessuto la funzione antica di tramandare storie e custodire legami.
Un ponte simbolico verso Gaza
Il progetto prende forma alla fine del 2023, dopo l’attentato del 7 ottobre contro la popolazione israeliana. Da Pergola, piccolo paese marchigiano dove Gaggia vive e lavora, l’artista immagina una cornice vuota come ponte simbolico verso Gaza. Da quel gesto nasce il primo arazzo, ricamato da donne della comunità locale. Poi arrivano le prime risposte dalla Striscia, e il dialogo continua, toccando città e comunità in tutta Italia.
Nel tempo, l’opera si trasforma in una pratica partecipativa e diffusa, intrecciandosi con reti di solidarietà e movimenti internazionali come il Global Movement to Gaza e la Global Sumud Flotilla. Le parole ricamate diventano così bandiere, lenzuola di pace, voci che rifiutano il silenzio e la rassegnazione. “Giovanni Gaggia ha scelto di non tacere – scrive la curatrice Susanna Ravelli -. Con uno sguardo poetico e gentile, ha dato corpo alle risposte palestinesi, trasformando le loro parole in vessilli di speranza, contro il frastuono di bombe e propaganda”.

Com’è il cielo in Palestina? è un progetto che attraversa confini e città: dopo Milano, proseguirà il suo viaggio a Potenza, Catania, Savona, Pesaro, Jesi e Torino. Al termine del percorso sarà pubblicato un catalogo e un libro-diario di bordo, a raccogliere voci, tappe e testimonianze.
Casa della Memoria, Milano
9 ottobre – 2 novembre 2025
www.casadellamemoria.it














