
A Parigi succede di tutto, quasi che la stessa città “oscuri” la sua propria Art Basel: il colpo (perfetto, per ora) al Louvre, il Kermit gigante a Place Vendôm e pure “L’ultimo Carnevale” del Pompidou, che ha letteralmente monopolizzato i social media
Al Louvre sono costernati: c’era la sicurezza, gli allarmi a norma, il personale qualificato, eppure nulla si è riusciti a fare contro gli ignoti, fuggiti a bordo di due scooter, che hanno rubato i gioielli dell’Imperatrice. Quelli di famiglia, insomma. Così, dopo tre giorni di chiusura, il museo ha riaperto con la vana speranza di rincontrare – forse, chissà, diamanti e smeraldi che, con buona probabilità, sono già stati smontati e tagliati per essere rivenduti sul mercato – forse nero o forse nemmeno tanto. Una trama che già da sola vale un film, un film della Nouvelle Vague, visto che siamo a Parigi, e qualcosa in questi giorni ricorda i 400 Colpi di Truffaut, o The Dreamers di Bertolucci. Solo in salsa più decadente.
C’è un Kermit gigante di Alex Da Corte piazzato in Place Vendôme, un decennio dopo l’enorme plug anale che aveva posizionato – nello stesso luogo, Paul McCarthy. Correva l’anno 2014 e a quell’epoca qualcuno tirò una coltellata al gonfiabile che mai fu riposizionato. Fu vera rivolta “popolare” o fu un gesto programmato del “sistema dell’arte”? Non lo sappiamo, ma è difficile pensare che qualcuno, stavolta, si accanisca contro il pupazzo nell’ennesima puntata del programma “Hors les murs”. D’altronde, verrebbe da dire, siamo tutti un po’ imbambolati, un po’ come appare la Signora Macron (Brigitte) che si aggirava tra gli stand della fiera nella giornata vip di ieri. O forse, per dirla proprio tutta, siamo esausti della festa forzata, già che pure la “gallerina” iperrealista di Elmgreen & Dragset, nella vetrina di MASSIMODECARLO Piece Unique, si addormenta alla scrivania…

E poi c’è il Centre Pompidou, che non vuole essere da meno e che per salutare il pubblico per i prossimi cinque anni quasi si fa “esplodere”: in collaborazione con White Cube, infatti, Cai Guo-Qiang ha organizzato lo show pirotecnico (diurno) The Last Carnival, in tre atti: The Banquet, The Dawn of AI e The Last Carnival. Un dipinto monumentale – secondo le parole del curatore Jérôme Neutres, creato da una Intelligenza Artificiale sviluppata su indicazioni dello stesso artista. Lo stesso che, recentemente, ha scatenato un putiferio per aver realizzato Rising Dragon, uno spettacolo pirotecnico realizzato a oltre 4.600 metri di altitudine sui monti Shigatse, in Tibet, con il sostegno del marchio di abbigliamento outdoor Arc’teryx. Manca qualcosa? Ah, il polpo gigante firmato Murakami con Vuitton, di cui vi abbiamo già raccontato. Quanto meno c’è da divertirsi all’ultimo Carnevale, mentre la crisi in altri poli – vedi West Coast e Cina, imperversa…











