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Un gesto oltre i secoli. Leone XIV e Carlo III Re d’Inghilterra nella Cappella Sistina

La preghiera ecumenica di Leone XIV e Carlo III nella Cappella Sistina (@Vatican Media) La preghiera ecumenica di Leone XIV e Carlo III nella Cappella Sistina (@Vatican Media)
La preghiera ecumenica di Leone XIV e Carlo III nella Cappella Sistina (@Vatican Media)
La preghiera ecumenica di Leone XIV e Carlo III nella Cappella Sistina (@Vatican Media)
La visita di Re Carlo III a Papa Leone XIV appare come segno e simbolo della riconciliazione ecumenica

Nella penombra silenziosa sotto il Giudizio Universale di Michelangelo, l’immagine di Leone XIV e di Carlo III uno accanto all’altro ha il potere di scuotere non solo la sensibilità estetica, ma anche la memoria storica dell’Occidente Cristiano. È una scena che unisce ciò che per quasi cinque secoli è rimasto diviso: il successore di Pietro e il Governatore Supremo della Chiesa Anglicana riuniti in preghiera non come antagonisti, ma come pellegrini.

Il gesto è stato immortalato da innumerevoli scatti fotografici che vanno considerati come Arte Contemporanea di area Body Art degli anni Cinquanta. Il loro scopo non è solo quello di una comunicazione informativa e culturale per la massa interclassista dell’Europa Occidentale. A mio parere, essi sostituiscono la poetica dell’Arte barocca sui temi inerenti ai trattati di pace siglati dai potenti nel corso della Storia dove, come qui e ora, prevale il silenzio della vicinanza nella riconciliazione.

Estetica e religione

Lo Scisma Anglicano avvenne nel 1534, quando Enrico VIII si proclamò capo della Chiesa d’Inghilterra con l’Atto di Supremazia. Cos’era accaduto? Una questione di donne e di potere. Non era affatto per capriccio che Enrico VIII pretendesse l’assenso papale per porre fine al suo legame coniugale con Caterina d’Aragona, e per sposare Anna Bolena. Il prevedibile rifiuto di Clemente VI, dovuto anche alle pressioni politiche di Carlo V, nipote di Caterina d’Aragona, fu l’occasione per attuare un premeditato progetto politico.

E non solo: quanto mai accorto, il monarca inglese trovò così il modo di appropriarsi delle sostanze patrimoniali della Chiesa di Roma in Inghilterra. Quell’atto, quindi più politico che teologico, generò secoli di diffidenza reciproca, se non di ostilità. Oggi la visita di Re Carlo III a Papa Leone XIV appare come segno e simbolo della riconciliazione ecumenica; ed ecco perché la documentazione fotografica non ha solo una funzione illustrativa, ma si impone come un’icona, come un mito della contemporaneità.

La postura dei protagonisti, la luce filtrata dai riflessi della volta michelangiolesca, la sospensione teatrale dei gesti ricordano le grandi opere pittoriche del passato dove storia, estetica e religione si coniugavano in un unicum solenne e spettacolare. Ora, dalle pagine dei quotidiani e dalle trasmissioni televisive traspare il senso di una pace silenziosa, di una memoria condivisa, di un dialogo metafisico senza confini teologici. E, ancora una volta, per il piacere degli occhi, la singolare bellezza del Potere.

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