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Tra opere uniche e inedite, memoria-scultura: Maria Cristina Carlini

Maria Cristina Carlini, Studio Monumento al Mediterraneo, 2005, tecnica mista, carta, cm 120x160 ©Fabio Viganò
Maria Cristina Carlini, Studio Monumento al Mediterraneo, 2005, tecnica mista, carta, cm 120×160 ©Fabio Viganò
Prosegue fino a sabato 8 novembre alla Paula Seegy Gallery la mostra “Maria Cristina Carlini. Materia, Composizione, Architettura”, personale che presenta una selezione di opere significative, in gran parte inedite, di una delle voci più autorevoli della scultura contemporanea italiana.

Martedì 28 ottobre presso la galleria ha preso vita un momento di approfondimento e di riflessione condotto dal critico e curatore Matteo Galbiati in dialogo con l’artista Maria Cristina Carlini, in cui sono stati presentati “I tirage de luxe”, libri in tiratura limitata concepiti e creati per l’occasione. Venti esemplari in cui sono state rilegate altrettante opere uniche firmate, realizzate a tecnica mista su carta, con interventi in oro.

L’esposizione offre una panoramica sulla ricchezza dei linguaggi e dei materiali esplorati da Maria Cristina Carlini, da sempre impegnata in una profonda riflessione sulla materia e sul dialogo tra arte e natura. Nei lavori in grès come Paesaggio etrusco (2004) e Verso l’infinito (2010) emerge l’intenso legame con la terra, elemento privilegiato della sua ricerca, che dà vita a opere di grande forza e solidità che ci trasmettono il rapporto ancestrale dell’uomo con la materia.

Maria Cristina Carlini, Fossili, 2018, grès, tecnica mista, cm 15x23x3 ©Mimmo Capurso

Accanto al potente impatto materico, la mostra evidenzia i temi cardine della poetica della scultrice: il tempo, la memoria e la tensione verso il futuro. Simboli, reminiscenze di reperti e architetture visionarie convivono in una narrazione che stimola l’immaginazione pur restando radicata alla realtà. Emblematica in questo senso è l’opera Origine (2025), che mostra il collegamento fra elementi naturali e ricordi atavici, invitando allo stesso tempo a riflettere sulla fragilità della natura e sulla necessità di salvaguardare l’ambiente.

Nei lavori a parete l’artista si esprime con materiali di recupero differenti, come carte, cortecce, legni dando vita a composizioni che talvolta evocano strutture di carattere architettonico. Questo è particolarmente evidente nelle grandi opere su carta intitolate La Cattedrale (2020), Studio Monumento al Mediterraneo (2005) e Studio Stracci (2006), dove la linearità sintetica richiama costruzioni e monumenti dell’artista ambientati in contesti urbani. I collage della serie Omaggio a Kiefer (2023) si configurano invece come scenari rurali e paesaggi dell’anima, testimoniando l’affinità di pensiero con l’artista tedesco, anch’egli profondamente connesso ai temi del tempo e della memoria.

La mostra restituisce al pubblico la coerenza e la forza poetica di un’artista che, attraverso materiali, tecniche e dimensioni differenti, rende la materia protagonista assoluta, traccia viva di un dialogo profondo tra memoria, arte e natura.

Maria Cristina Carlini, un percorso

Maria Cristina Carlini inizia il suo percorso artistico con la lavorazione della ceramica nei primi anni Settanta a Palo Alto in California, per poi esprimersi con l’utilizzo di diversi materiali quali il grès, il ferro, l’acciaio corten e il legno di recupero. Espone in numerose mostre personali e collettive in sedi nazionali e internazionali, ottenendo premi e onorificenze. Le sue sculture monumentali sono presenti in permanenza in tre continenti: Europa, America e Asia. Nel gennaio 2025 la scultrice apre ufficialmente al pubblico la Fondazione Maria Cristina Carlini ETS, nata per custodire e valorizzare il vasto patrimonio artistico e documentale realizzato in oltre cinquant’anni di attività.

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