
Come ogni anno, l’indagine sul collezionismo globale di Art Basel & UBS condotta da Arts Economics rivela le evoluzioni del mercato dell’arte. Quest’anno emerge come il collezionismo femminile stia dettando nuove regole a livello globale. A partire dalla Cina
Nell’ambito di un’economia mondiale che fluttua tra incertezze e la consapevolezza che ogni tipologia di investimento può serbare una buona percentuale di rischio, il mercato dell’arte riserva non poche sorprese. Esso infatti può addirittura rivelarsi una sorta di cartina al tornasole e una prospettiva particolare attraverso cui osservare le dinamiche economiche contemporanee.
Ciò che emerge dall’Art Basel & UBS Survey of Global Collecting condotta da Arts Economics porta a porsi e a porre nuove e interessanti riflessioni. L’indagine sul collezionismo globale infatti ha decretato come le donne stiano riscrivendo le regole del collezionismo d’arte, confermandosi come acquirenti in crescita dal punto di vista quantitativo e anche (e soprattutto) in merito a cosa e a come acquistano.

Rispetto ai report condotti negli anni precedenti, in cui è stata registrata una predominanza di uomini “HNWIs” – ovvero con un patrimonio netto elevato –, adesso c’è una quasi assoluta equità tra uomini e donne. E non solo: le donne sembrano essere molto più attente e audaci rispetto agli uomini nell’acquisto di opere d’arte. “Volevo tracciare un profilo della collezionista donna, non solo per capire cosa comprano e come, ma anche, dato il mercato molto incerto in cui ci troviamo, per analizzare la loro sensibilità al rischio e la loro propensione ad assumersi rischi”, spiega Clare McAndrew, fondatrice di Arts Economics e autrice del rapporto.
Dai primi dati forniti emerge che il mercato dell’arte nell’ultimo anno è stato trainato dalle donne, in particolare da un piccolo gruppo di collezioniste della Cina continentale, la cui spesa media supera di oltre il doppio quella sostenuta dai loro connazionali maschi. Circa questo gruppo di donne, Clare McAndrew sottolinea che “negli ultimi anni la loro influenza è cresciuta, creando collezioni private e fondando musei. Si tratta di una coorte ristretta, ma mantiene la propria posizione in termini di potere d’acquisto”.

Non solo le donne acquistano di più, ma fanno scelte più ardite rispetto agli uomini, che generalmente tendono ad assecondare i trend di mercato, che garantiscono investimenti più sicuri e meno rischi anche dal punto di vista dell’affermazione della propria reputazione. Stando al report, le donne collezionano e quindi investono di più su artiste donne rispetto agli uomini (le raccolte delle prime contano il 49% di opere di artiste, mentre le raccolte degli uomini ne contano appena il 40%). Inoltre il 55% delle collezioniste tende a investire anche su artisti sconosciuti (scelta condivisa solo dal 44% degli uomini), e acquistano maggiormente su arte digitale, rispetto agli uomini che prediligono media tradizionali come la pittura.
“Gran parte della letteratura accademica dipinge le donne come più avverse al rischio in settori come la finanza, lo sport e la sanità”, continua McAndrew. “Nella nostra ricerca il quadro è più sfumato. Le collezioniste sono lucide riguardo al rischio e spesso più sensibili a esso ma, nonostante ciò, sono più propense ad agire e a correre rischi quando si tratta di collezionismo”.














