Print Friendly and PDF

Rigenerare l’esperienza visiva. I 500 anni di Palazzo Te

Giulio Romano e allievi, Camera di Amore e Psiche, 1527, olio su intonaco su supporto ligneo, Mantova, Palazzo Te, Foto Gianmaria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te Giulio Romano e allievi, Camera di Amore e Psiche, 1527, olio su intonaco su supporto ligneo, Mantova, Palazzo Te, Foto Gianmaria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te
Giulio Romano e allievi, Camera di Amore e Psiche, 1527, olio su intonaco su supporto ligneo, Mantova, Palazzo Te, Foto Gianmaria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te
Giulio Romano e allievi, Camera di Amore e Psiche, 1527, olio su intonaco su supporto ligneo, Mantova, Palazzo Te, Foto Gianmaria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te
Palazzo Te celebra i suoi 500 anni con il restauro della Camera di Amore e Psiche e un’opera inedita di Isaac Julien

In occasione del Cinquecentenario di Palazzo Te, Mantova rende omaggio al suo scrigno prezioso con un restauro conservativo della Camera di Amore e Psiche e un’opera multimediale inedita di Isaac Julien. Il maestoso edificio risplende di una nuova luce già dall’ingresso, dove, dopo il recente riallestimento, siamo accolti dai due numi tutelari del palazzo: il ritratto di Giulio Romano realizzato da Tiziano e una replica del ritratto di Federico II Gonzaga.

Per entrambi, Palazzo Te è la realizzazione di un sogno, professionale, politico e personale. Per il primo, è l’opportunità di testare il proprio talento progettuale e dare concretezza alla fantasia manierista; per il secondo, è una dimostrazione di forza, anche economica.

 

Dettaglio Polifemo, affresco parete est della Camera di Amore e Psiche, Giulio Romano, Palazzo Te, ripresa fotografica nello spettro del visibile
Dettaglio Polifemo, affresco parete est della Camera di Amore e Psiche, Giulio Romano, Palazzo Te, ripresa fotografica nello spettro del visibile

Proseguendo nella visita, si arriva alla Camera di Amore e Psiche, cuore del museo da sempre, tant’è che durante la Seconda Guerra Mondiale, fu l’unico ambiente selezionato per essere protetto da eventuali bombardamenti. Oggi come allora, risulta difficile non restare a bocca aperta per il pregio architettonico e pittorico qui custodito, ora riportato allo splendore originario dal team di esperti guidato dall’architetto Elena Froldi Paganini.

Poetico, elegante e puntuale

In pochi mesi, i restauratori sono stati in grado di salvaguardare e restituire efficacia al precedente intervento – ad opera dell’Istituto Centrale per il Restauro, risalente al 1989 -, operando sui dipinti ad olio, il soffitto cassettonato, gli stucchi e i dipinti murali delle lunette. Il restauro ha così restituito dati, colori, materia e memoria all’ambiente.

 

Isaac Julien, All That Changes You. Metamorphosis, Installation View
Isaac Julien, All That Changes You. Metamorphosis, Installation View

La stessa rigenerazione dell’esperienza visiva ha luogo nello spazio delle Fruttiere – anch’esso rinnovato -, dove si può vivere l’installazione multimediale All That Changes You. Metamorphosis di Isaac Julien. L’opera del regista inglese riflette su diversi temi ed ambiti che attraversano processi di cambiamento: il tempo, l’ambiente, l’uomo.

Tutto prende parte alla metamorfosi, in un continuum inarrestabile. Il cortometraggio utilizza un linguaggio audiovisivo poetico, elegante e puntuale, corredato da un allestimento interattivo che finalmente(!) ha ragione d’essere e cognizione di ciò che interattivo dovrebbe significare. I dieci schermi, infatti, non si ripetono mai, ma mostrano sincronicamente momenti diversi di uno stesso racconto, dialogando l’uno con l’altro. E il visitatore diventa parte di questa narrazione metamorfica.

 

Isaac Julien, All That Changes You. Metamorphosis, Installation View
Isaac Julien, All That Changes You. Metamorphosis, Installation View

Commenta con Facebook