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Impressionismo e oltre. Tra Francia e Germania

Edgar Degas, Danzatrici nella stanza verde, 1879 ca., acquisto della Città di Detroit Edgar Degas, Danzatrici nella stanza verde, 1879 ca., acquisto della Città di Detroit
Edgar Degas, Danzatrici nella stanza verde, 1879 ca., acquisto della Città di Detroit
Edgar Degas, Danzatrici nella stanza verde, 1879 ca., acquisto della Città di Detroit
La mostra al Museo dell’Ara Pacis propone fino a maggio 2026 cinquantadue opere in prestito dal Detroit Institute of Arts

La mostra Impressionismo e oltre. Capolavori dal Detroit Institute of Arts indaga i cambiamenti fondamentali nella storia dell’arte tra Ottocento e Novecento. Le cinquantadue opere in mostra nel Museo dell’Ara Pacis di Roma, in prestito dal Detroit Institute of Arts, coprono il periodo che va dagli anni Settanta dell’Ottocento al terzo decennio del Novecento. Inserendo nell’oltre del sottotitolo il postimpressionismo con Georges Seurat, Gauguin, van Gogh uniti dalla necessità di abbandonare la stretta corrispondenza fra pittura e sensazione ottica, propria dell’impressionismo, e dalla conseguente tendenza alla “solidificazione” delle forme in pittura.

I dipinti, difficili da vedere in Italia, registrano mutamenti molto importanti nella storia dell’arte ricorrendo ad autori fondamentali insieme ad alcuni comprimari. Tre sale si soffermano sull’arte moderna francese. La quarta è dedicata all’avanguardia tedesca che precede e segue la Prima Guerra Mondiale.

 

Paul Cézanne, Bagnanti, 1879-1880, lascito di Robert H. Tannahill
Paul Cézanne, Bagnanti, 1879-1880, lascito di Robert H. Tannahill

Nella prima sala il naturalismo impressionista ha il suo punto di forza nei cinque dipinti di Edgar Degas. Fra questi, Danzatrici nella stanza verde del 1879. Le giovani donne sono catturate con apparente spontaneità nel momento in cui si allacciano le scarpette, o riposano. Apparente in quanto i raggi X hanno mostrato un processo creativo accorto ed esteso che testimonia l’educazione classica dell’artista sulla sicurezza del disegno e sulla padronanza compositiva. Più che descrivere un episodio reale, Degas costruisce un’immagine mentale della modernità: il corpo in movimento, lo spazio visto di scorcio, la luce che definisce le forme.

En plein air

Nella scena delle Bagnanti di Cézanne del 1879-1880 ci sono uomini e donne dentro e fuori dall’acqua, un soggetto affrontato con una apertura alla luce naturale dovuta alla pittura en plein air. Il tema, profano e quotidiano insieme, ha connotazioni simboliche riscontrabili nel conciso rifarsi al battesimo. Nella Donna in poltrona di Pierre-Auguste Renoir, che è anche il logo della mostra, la donna ha uno sguardo che rasenta il broncio e la noia in un’ambientazione più attenta all’immediatezza che alla ricerca dei dettagli. L’olio su tela Il sentiero del 1889 di Camille Pissarro, appartiene alla breve fase in cui l’artista scandaglia lo stile puntinista, sulla scia di Georges Seurat e Paul Signac, con quella pennellata pulviscolare e con un’iridescenza cromatica che dà luce all’opera.

 

Pierre-Auguste Renoir, Donna in poltrona 1874, lascito di Mrs. Allan Shelden III
Pierre-Auguste Renoir, Donna in poltrona 1874, lascito di Mrs. Allan Shelden III

La Chiesa di Moret dopo la pioggia del 1894 di Alfred Sisley appartiene al periodo in cui il pittore vive a Moret-sur-Loing e dipinge la chiesa del villaggio in diverse condizioni atmosferiche e in vari momenti del giorno. Rispetto a Monet non frantuma del tutto le forme architettoniche, mantenendo la struttura degli edifici, configurando un’immagine che riporta con credibilità il villaggio medioevale. Il Parco con alberi e figure di Max Liebermann è un tardo esempio della pittura dell’artista sulla vita moderna e sulla natura. Dove raffigura uno spazio verde urbano con una figura sullo sfondo. La scena, schiarita da una luce calda e intensa, riflette l’attenzione per le conseguenze transitorie della luce, che caratterizza il fare impressionista, anche se inserita in un contesto urbano e non rurale.

Una nuova fase

La seconda sala è rivolta al cambiamento che si registra dopo il 1886 che segna la mostra finale dell’impressionismo e il graduale solidificarsi, superandolo, del ticchettio cromatico impressionista, riconoscibile a partire dal dipinto di Cézanne della Montagne Sainte-Victoire con quella impostazione geometrica che aprirà le porte ad una nuova fase pittorica. L’autore a partire dagli anni Ottanta, si confronta con questo soggetto in numerose varianti, sperimentando ogni volta un diverso equilibrio tra il dato naturale e la costruzione pittorica. Nel quadro del Detroit Institute of Arts, realizzato tra il 1904 e il 1906, la montagna è resa attraverso una trama fitta e coerente di pennellate che modulano la superficie in piani cromatici in sequenza.

 

Vincent van Gogh, Riva dell’Oise a Auvers, 1890
Vincent van Gogh, Riva dell’Oise a Auvers, 1890

Cézanne va oltre la fugacità della visione per “fare dell’Impressionismo qualcosa di solido e duraturo”. In questo dipinto la montagna, la valle e il cielo formano un’unica architettura di colore, dove la forma nasce dal connubio delle pennellate. La lezione di Cézanne sarà determinante per la generazione successiva. In modo specifico per i cubisti, che vedranno nella sua realizzazione per piani il fondamento di un nuovo linguaggio. A seguire Renoir e van Gogh, con Riva dell’Oise a Auvers del 1890: la straordinaria intensità pittorica e la libertà formale anticipano l’arrivo dell’Espressionismo.

Spazio interiore

La terza sala è dominata dalla presenza di Picasso e Matisse. Delle sei opere del primo da citare Testa di Arlecchino dipinta nel 1904 appartenente al periodo rosa. Una fase contraddistinta da toni più caldi e da un’impostazione poetica velata di tristezza che muta i toni freddi e dolenti del periodo blu. La finestra di Matisse del 1916 è utilizzata dall’artista come metafora della pittura stessa, un convivere dello spazio interiore con quello esterno, tra percezione e immaginazione. Riuscendo a trovare un equilibrio altro tra costruzione e colore, rifiutando sia il naturalismo impressionista sia la frammentazione cubista.

 

Pablo Picasso, Testa di Arlecchino, 1905
Pablo Picasso, Testa di Arlecchino, 1905

Seguono i dipinti cubisti di Maria Blanchard, e di Juan Gris. Completano la sala i dipinti di due maestri dell’ala più espressionista della scuola di Parigi, Amedeo Modigliani e Chaïm Soutine

Le ferite del paese sconfitto

La quarta sala è dedicata all’avanguardia germanica. Con tre opere, di Max Pechstein, Vasilij Kandinskij e Lyonel Feininger che fanno parte dei due movimenti maggiori della grande avanguardia tedesca d’anteguerra: l’espressionista Die Brücke e lo spiritualista Blaue Reiter. Il resto delle opere create nel dopoguerra, ricorda in molti casi le ferite del paese sconfitto. In particolare nelle figure dipinte da Erich Heckel e Karl Schmidt-Rottluff. Le opere di Emil Nolde, Oskar Kokoschka e Max Beckmann vengono dopo e con l’Autoritratto di quest’ultimo, del 1945, si avverte acutamente l’incertezza circa le sorti personali dell’artista e del suo Paese dopo la tragedia del conflitto.

 

Paul Cézanne, Montagne Sainte-Victoire, 1904-1906, lascito di Robert H. Tannahill
Paul Cézanne, Montagne Sainte-Victoire, 1904-1906, lascito di Robert H. Tannahill

DEGAS – MATISSE – PICASSO – RENOIR – VAN GOGH
IMPRESSIONISMO e oltre. Capolavori dal Detroit Institute of Arts
Roma, Museo dell’Ara Pacis
Curatori: Ilaria Miarelli Mariani e Claudio Zambianchi
Fino al 3 maggio 2026

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