
La mostra Portofranco, visitabile fino al 14 febbraio 2026, intende far dialogare la città con le pratiche dell’arte contemporanea
Uno dei luoghi simbolo di Castelfranco Veneto, Palazzo Soranzo Novello, costruito in epoca tardo medievale e successivamente rimaneggiato nei secoli XVI e XVIII, destinato a diventare il futuro hub culturale della città, ospita Portofranco, un nuovo progetto d’arte contemporanea. Il format ideato include la mostra collettiva, Portofranco appunto, visitabile fino al 14 febbraio 2026, talk pubblici, laboratori con le scuole, residenze d’artista, collaborazioni con le realtà artigianali e imprenditoriali del territorio. A quale scopo? Per far dialogare la città con le pratiche dell’arte contemporanea.
La curatela della collettiva è affidata a Rossella Farinotti, che ha selezionato ventitré autori; nomi affermati o che si stanno imponendo: Maurizio Cattelan, Vincenzo Agnetti, Marta Ravasi, Silvia Mariotti che vedremo tra poco. Del primo, c’è Gatto in marmo nero levigato immobile in ambigua attesa, del Belgio rivolto verso il muro. Come sovrastato da un sfondo in ceramica che imita il laterizio tipico di tante architetture dell’Emilia. Che sembra volersi allontanare dalla scena. E’ forse colpevole? E qual è l’accusa? A chi guarda spetta l’interrogarsi su ciò che sta osservando. Da notare anche la sua spiazzante scultura realizzata ad hoc: due piccoli ascensori che si aprono e si chiudono.

Spazi sospesi
Agnetti con Il delitto del 1977 utilizza fotografie montate su alluminio con scritte a mano. L’opera, ascrivibile all’arte concettuale ricorre al paradosso per realizzare cortocircuiti interpretativi pronti per essere elaborati e rivisitati dall’osservatore, per interpretare senso di quanto ha scritto e immaginato. Che può accettare la sfida immergendosi all’interno del quadrato dell’opera in questione che raffigura tra l’altro i gradini di una scala, una corda attorcigliata, una finestra murata, la metà di una mela e così via. Le nature morte di Marta Ravasi richiamano leggeri grumi materici ritmati. Sono immagini dalle cromie attutite. Come se volessero sparire nell’istante stesso in cui si formano. L’autrice definisce i suoi quadri spazi sospesi che devono risolversi nelle opere successive.
E poi ancora: la natura, il mondo florale in particolare, che domina le creazioni di Silvia Mariotti il cui punteggiante pullulare cromatico riecheggia la lezione di Pollock; le serie concettuali, Calendari e Toponomastiche, che indagano il tempo e la memoria di Raoul Schultz; la stratificazione pittorica di Marco Bongiorni, costruita un passaggio dopo l’altro; l’immaginario l’onirico il surreale nella natura morta di Thomas Braida che veicola significati oltre la superficie; partendo da soggetti riconoscibili Rachele Calisti reinventa spazi e figurazioni; l’opera di Daniele Costa riflette un tempo che si disfa, afferma la possibilità di scoprire e riscoprire continuamente un luogo.

Materia e luce
Il fare artistico di Flavio Favelli lo spinge alla ricerca di nuove immagini; le figurazioni nuove come nuovi sono gli universi in Agata Ferrari Bravo; le multi cromatiche sculture di Anna Galtarossa, che recupera stoffe, oggetti di uso quotidiano e materiali realizzati a mano; le eleganti e seducenti opere in vetro di Goldschmied & Chiari; la figurazione per sottrazione di Adam Gordon che sembra riconnettersi alle sculture di Giacometti; la notevole capacità del fotografo Guido Guidi di catturare le inconsuete configurazioni di materia e luce; la rianimazione del quotidiano inserendolo in un insieme fantastico e sognante di Agnese Guido.
Le sculture iperrealistiche a grandezza naturale in bronzo e resina raffiguranti cittadini americani, di Duane Hanson; la scultura/installazione di Sacha Kanah che in Grex, trae ispirazione dalla botanica per analizzare il rapporto tra omo e natura; i collages di Francesca Mirabile e il suo gusto per il cromatismo barocco; l’essenziale geometricità del segno che cattura lo spazio in Silvia Negrini; il procedere libero della materia scultorea nelle opre di Fabio Roncato che nascono dallo scontro fra due liquidi: la cera calda e le fredde acque del Brenta; gli accostamenti al limite del surreale in Zoe Williams; la punta mancante della freccia di Alberto Zanetti che perfora lo spazio.
Portofranco
Palazzo Soranzo Novello, Castelfranco (TV)
Curatrice: Rossella Farinotti
Fino al 14 febbraio 2026
Orario: giovedì, venerdì, sabato, domenica: 10 – 19













