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Tre cose che farò nel 2026. Vincenzo Trione

Vincenzo Trione Vincenzo Trione
Vincenzo Trione
Vincenzo Trione
Scopriamo i progetti per l’anno 2026 dei protagonisti del sistema dell’arte italiana: critici e storici dell’arte, direttori di museo, artisti, galleristi, collezionisti, operatori culturali

1. Metafisica La prima è immediata quindi un impegno già ampiamente definito, ed è alla fine di gennaio quando verrà inaugurata la grande mostra per le olimpiadi invernali Milano/Cortina che curo. Si intitola Metafisica metafisiche, ed è il racconto della storia del gruppo della Metafisica, ma anche della disseminazione dell’iconografia metafisica attraverso l’arte del ventesimo e del ventunesimo secolo. Idealmente, dalle avanguardie come il Surrealismo, il Dadaismo, la Nuova Oggettività, per arrivare ai giorni nostri. Ma interroga anche la disseminazione della metafisica fuori dalla pittura, quindi nell’architettura, nella fotografia, nel cinema, nella moda, nel teatro, nella graphic novel, nella musica. Un percorso estremamente ramificato, per me un po’ un approdo di tanti anni di studio. Il mio primo libro su de Chirico risale al 2005, si intitolava Atlanti metafisici; da quel libro poi ne ho scritto un altro, avevo curato una grande mostra all’IVAM di Valencia nel 2007 su de Chirico e l’architettura del novecento. Quindi questa mostra è un po un compimento di un lungo itinerario di interrogazione, di frequentazione dell’opera di de Chirico ma anche dell’opera di Savinio, al quale poi avevo dedicato una mostra a Palazzo Reale a Milano nel 2010, e quindi è un lungo viaggio. Non è una singola mostra, è una mostra di città, perché toccherà Palazzo Reale, Il Museo del Novecento con un focus sulla Metafisica a Milano, le Gallerie d’Italia con un focus su Gianni Berengo Gardin e Morandi, e Brera, con Palazzo Citterio con un omaggio di Kentridge a Morandi. Questo progetto sarà accompagnato da un’opera permanente sulla facciata del Museo del Novecento realizzata da Joseph Kosuth dedicata a Savinio.

2. Storia dell’Arte Moderna Il secondo impegno molto rilevante, e a cui tengo particolarmente, riguarda l’ultimo tomo dell’Arte Moderna di Giulio Carlo Argan. Sono usciti qualche settimana fa i primi tre volumi della storia dell’arte italiana, sono molto felice che Paola Argan, la figlia, abbia affidato a me la responsabilità di riportare in libreria un libro classico intorno al quale si sono formate intere generazioni. I primi tre volumi sono stati pubblicati dal Saggiatore, l’ultimo volume, l’arte moderna, verrà pubblicato il prossimo anno con sempre la mia curatela, un ampio saggio introduttivo e soprattutto l’aggiornamento. Quindi ci sarà l’arte moderna, il primo aggiornamento che aveva fatto su indicazione di Argan Achille Bonito Oliva, e poi dal punto in cui si ferma Bonito Oliva ci sarà il mio aggiornamento per arrivare alle ultime tendenze. Quindi devo dire che la sento come una grande responsabilità: un dato importante è che questo libro non è stato più concepito da me come un manuale da liceo, da università, ma un autentico classico della cultura italiana del Novecento. Quasi più un libro da leggere, da studiare e meno da consultare, anche per un pubblico più colto.

3. Napoli Il terzo capitolo è la grande avventura di Napoli. Sono da qualche anno consigliere del Sindaco Gaetano Manfredi, e il prossimo anno ci sono alcuni progetti ai quali tengo particolarmente. Un omaggio a uno degli artisti con i quali ho maggiore consuetudine da quando ero ragazzo, che è Nino Longobardi. E al Maschio Angioino ci sarà una mostra in dialogo Longobardi-Gemito. Poi stiamo lavorando su diversi altri fronti, anche per l’intervento di arte pubblica a Piazza Municipio. Ma credo che il risultato più significativo sarà l’apertura nel mese di dicembre del PAN, che è un museo nel centro della città, che esisteva dal 2005. Abbiamo fatto dei lavori, un segnale molto importante credo proprio per l’Italia, e nascerà il nuovo Museo dell’Immagine. Che accoglierà al primo piano una collezione permanente e al secondo piano delle mostre monografiche. Quindi sono dei progetti in cui, come ho sempre cercato di fare nel mio itinerario, tento di combinare un po’ di cose nella linea della grande tradizione italiana, da Argan a Calvesi, Menna, ma anche Ragghianti, Lionello Venturi, lo stesso Longhi. Provare a coniugare storia dell’arte e critica d’arte, quindi per un verso lavori di carattere fortemente storiografico, per un altro verso uno sguardo militante. Senza dimenticare l’esperienza della curatela delle mostre, che io ho sempre pensato come una forma di scrittura visiva, di scrittura critica visiva.

 


Vincenzo Trione è storico e critico d’arte contemporanea e docente presso Università IULM di Milano, dove insegna “Arte e media” e “Storia dell’arte contemporanea”. È stato Presidente della Scuola dei beni e delle attività culturali. È coordinatore del dottorato in Visual and Media Studies, e Direttore del Center for Visual Studies in Iulm. È critico d’arte per Il Corriere della Sera, ha diretto l’Encicopedia Treccani dell’arte contemporanea. Curatore di importanti mostre in Italia e all’estero e autore di saggi e libri su artisti e movimenti d’avanguardia. Il suo libro più recente è Rifare il mondo. Le età dell’avanguardia.

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