
L’ambientazione è quella del primo romanzo di Fleur Jaeggy, I beati anni del castigo: non un collegio svizzero ma una casa di riposo a Roma, nel cuore di Trastevere. Parliamo dell’Ospitale di Santa Maria in Cappella, dove il 14 novembre si è tenuta la performance di Silvia Giambrone Perché poi sarà troppo tardi (Cinque visioni): l’artista ha letto una serie di testi letterari legati all’amore mistico, basati sulle culture cristiana, cattolica, musulmana, ebraica, laica e atea.
Possiamo definirlo un primo capitolo, quasi una sorta di luminosa introduzione, alla personale dell’artista Sub Rosa aperta fino al 29 marzo 2026 negli Appartamenti Segreti di Palazzo Doria Pamphilj, prodotta da Studio Miscetti con il sostegno della Principessa Gesine Pogson Doria Pamphilj e di Don Massimiliano Floridi, proprietari delle sale dove si snoda la mostra, concepita da Giambrone come una intima e dolorosa punteggiatura. Specchi, spazzole, vasi e orologi imprigionati in gabbie metalliche si mimetizzano in ambienti ricchi di preziosi arredi, dove la presenza dell’arte contemporanea si manifesta soprattutto con il video della performance di novembre, collocato al centro di una delle sale come una presenza autorevole e inaspettata, ma mai indiscreta.
Secondo una pratica quanto mai lodevole, legata alla attivazione delle centinaia di luoghi storici della capitale attraverso lo sguardo degli artisti, la ricerca di Giambrone – una delle più interessanti artiste italiane della sua generazione – si presta perfettamente per evocare atmosfere silenziose ma intense in spazi segreti e inaccessibili, dove l’opera d’arte offre punti di vista e letture originali all’intero contesto, tali da rendere la visita alla mostra un’esperienza intima e irripetibile.

Bocal, il nuovo spazio espositivo dei Pii Stabilimenti della Francia a Roma, dedicato all’arte contemporanea e curato da Isabella Vitale, apre con Preziosa, una bipersonale che vede affiancate le opere di due artiste, Alix Boillot (1992) e Mercedes Klausner (1991). Un ambiente raccolto e raffinato, una sorta di vetrina su strada che unisce le ricerche di Boillot e Klausner, dove la prima presenta Giravolte (2025), una sfera di metallo realizzata attraverso la fusione delle monete gettate dai turisti nella Fontana di Trevi (3.835 euro), esposta su una base davanti a Grace (2025), il video che documenta la performance di una ragazza immersa in una fontana di Villa Medici, che suona l’acqua come un batteria.
Due opere poetiche che sviluppano la relazione tra essere umano e acqua, in dialogo con l’opera di Mercedes La maison de l’aqueduc (2024), ispirata da alcuni graffiti incisi sull’intonaco di baracche costruite sotto gli archi dell’Acquedotto Felice e poi demolite. Un inizio assai promettente per Bocal, uno spazio legato alla promozione dell’arte d’oggi da parte dei Pii Stabilimenti attraverso la residenza Wicar, l’atelier d’artista, voluto nel XIX secolo da Jean-Baptiste Wicar per accogliere a Roma giovani creativi provenienti dal Nord della Francia.

Da Magazzino esordisce con un’interessante mostra personale Ala d’Amico, protagonista di Entre chien et loup, a cura di Ilaria Gianni, che riunisce una serie di pannelli di legno serigrafati dove compaiono forme indistinte, ottenute grazie ad una paziente lavorazione con grafite, polvere d’argento, carboncino, gesso ed inchiostro. Frammenti di piante, foglie, filamenti, cristalli minerali? “Malinconiche presenze-fantasma, misteriose e sfuggenti, stampate sul legno tramite vuoti, ombre, tracce, sovrapposizioni, sfocature, trasparenze, corpi incompleti” suggerisce la curatrice. Inquietanti e seduttive, magmatiche e stratificate, sono una valida prova del talento dell’artista, visibile soprattutto nel trittico, caratterizzato da una fluidità cromatica che conferisce ulteriore fascino all’opera.

Da Federica Schiavo, Italo Zuffi, con la mostra Il doppio del tempo, invita a riflettere sul valore della lentezza, attraverso una serie di opere in dialogo tra loro. L’incipit è affidato a I ghirigori dello spirito (2025), un lavoro a parete composto da una serie di testi dell’artista legati alla preoccupazione per l’inquinamento: una frase dove in ogni versione viene cambiato un solo aggettivo. Interessante anche il video Prada water supplies (2024–2025), che documenta la visita dell’artista ad una mostra alla Fondazione Prada di Milano in una giornata d’estate particolarmente calda, alla ricerca delle piccole riserve d’acqua nascoste nelle sale.
Forse l’opera più originale è Ranghi dell’esercito olandese (Duo) (2025), che consiste in due tavolette di alluminio che recano impressi i gradi di due membri dell’esercito olandese durante il genocidio di Srebrenica del 1995, ad indicare la gerarchia nel mondo militare, indicata dalle insegne indossate sulle uniformi. Un’opera di ascendenza boettiana che nella sua sintesi evoca un mondo dove la forma non solo è sostanza ma anche potere.












