
Tra crisi climatica, conquiste scientifiche e immagini digitali, il progetto dell’artista tedesca usa la fantascienza per leggere il mondo di oggi (e quello di domani)
Dal 4 dicembre 2025 al 30 ottobre 2026, l’Osservatorio di Fondazione Prada, in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, ospita The Island, nuovo progetto site-specific di Hito Steyerl. La mostra si inserisce nella programmazione dello spazio dedicato alla sperimentazione sui linguaggi visivi contemporanei, confermandone il ruolo di piattaforma di ricerca sulle immagini e sul loro impatto culturale, politico e tecnologico. Steyerl, artista, filmmaker e teorica nata a Monaco, ha sviluppato nel corso degli anni una produzione che attraversa sperimentalismo e analisi socio-politica, rappresentando un’importante voce nella narrazione contemporanea. La sua pratica mette in dialogo mezzi diversi – film, installazioni video, sculture – per esplorare questioni come il rapporto tra potere e tecnologia, l’instabilità del reale nell’epoca digitale e l’evoluzione della crisi climatica mondiale. The Island prosegue questa ricerca non tanto come mostra tradizionale, quanto più come ambiente immersivo che invita a osservare il presente.

Immersioni e racconti: archeologia, fantascienza, fisica quantistica
Il fulcro del progetto è un nuovo film realizzato appositamente per l’Osservatorio, attorno al quale si articola un percorso in quattro capitoli: Lucciole, The Artificial Island, The Birth of Science Fiction e Flash!. L’“isola” evocata dal titolo della mostra non è un luogo geografico definito, ma la metafora di una superficie fragile, esposta, continuamente minacciata da maree simboliche: è un’immagine che rimanda tanto ai cambiamenti climatici quanto alla perdita di punti di riferimento politici e culturali che la nostra epoca sta affrontando. Così, tra scansioni luminose proiettate su sfere e un panel di video interviste sul ritrovamento di un’isola artificiale in Dalmazia, si apre un percorso che prelude al documentario, progetto centrale, evidenziandone già il carattere ibrido che si muove tra realtà e finzione.

Il film, infatti, prende spunto dal racconto del teorico croato Darko Suvin, che dopo aver vissuto la tragedia della guerra decide di rifugiarsi idealmente in un mondo fantastico. Nello specifico nel personaggio di Flash Gordon, fumetto degli anni Ottanta, recuperato oggi da Hito Steyerl in versione 2.0 e utilizzato come narratore di un mondo ancora legato a quelle tragedie vissute da Suvin, ma traslate nelle nuove problematiche contemporanee. Prende quindi vita un video che oscilla tra l’assurdo, quasi comico, e una drammatica angoscia, all’interno del quale la fisica quantistica funge da dispositivo concettuale per mettere in connessione coordinate disparate dello spazio e del tempo. Il tema dell’inondazione attraversa l’intera mostra come precisa descrizione del presente: dalle derive autoritarie alimentate dall’uso dell’intelligenza artificiale al surriscaldamento globale, passando per il ruolo della comunità scientifica, Hiro Steyler vuole evidenziare la natura “sommersa” del tempo in cui viviamo.

Presente e futuro
Nel lavoro di Steyerl, il passato riemerge come un monito, il futuro come una proiezione incerta, mentre il presente appare come un campo di forze attraversato da flussi incontrollabili. Il percorso non costruisce una narrazione lineare, ma un sistema di salti, frammenti e cortocircuiti visivi che riflettono accuratamente la condizione odierna. The Island non propone risposte né visioni consolatorie, ma utilizza l’immagine come strumento critico: un mezzo per interrogare il modo in cui oggi osserviamo, interpretiamo e costruiamo il reale. La mostra si configura così come una mappa instabile del presente, che chiede tempo, attenzione e una partecipazione attiva dello spettatore.











