26 novembre 2014, Genova
L’asta di Dipinti Antichi e del XIX secolo del 26 novembre 2014 ha raggiunto uno splendido risultato in termine di totale venduto con 1.645.418 euro, e in percentuale con un 70,5% per lotti e 159,4% per valore.
Protagonista assoluto Giovanni Migliara con la sua iconica Veduta di piazza del Duomo in Milano firmata e datata 1828, che partendo da una stima 40.000 – 60.000 euro ha raggiunto 322.400 euro, record assoluto per l’artista (lotto 242). L’opera è sicuramente il capolavoro dell’artista, dove in maniera mirabile si unisce sensibilità ottica e atmosferica della luce, a un’attenzione illustrativa e pittoresca nel raccontare la vita che abita la grande piazza.
Presentata per la prima volta all’Esposizione di Brera del 1812 insieme ad altre tre vedute urbane milanesi (Porta Nuova, Atrio di S. Ambrogio, Piazza delle Erbe) nel corso della sua carriera Migliara replica quella che è considerata la sua opera più rappresentativa. I temi derivati dalla pittura veneziana del Settecento, unitamente a paesaggi e scorci tratti dal vero del territorio milanese e lombardo costituiranno due filoni costanti nella sua produzione. Da maestri come Canaletto e Bellotto Migliara adottò l’uso della camera oscura, nota già all’epoca per le repliche dei dipinti prospettici.
In questa versione, la facciata del Duomo è incorniciata dal Coperto dei Figini in primo piano, e dall’isolato del Rebecchino con Palazzo Reale sullo sfondo, sicuramente una delle immagini più emblematiche della piazza del Duomo di Milano, prima delle demolizioni e dei rifacimenti della seconda metà del secolo.
A un intenso ritratto di uomo eseguito da un anonimo pittore del Quattrocento variamente attribuito a Sandro Botticelli e a Cosimo Rosselli, già facente parte della celeberrima galleria di Joseph Duveen a New York, estroso mercante che ha caratterizzato la prima parte del XX secolo, spetta la piazza d’onore con 173.600 euro (lotto 206). L’opera ha tutte le caratteristiche celebrative e, vista la somiglianza con Lorenzo de Medici, si presume sia da riconoscere in un familiare della casata. Per gli aspetti prettamente filologici, invece, la bibliografia e la complessa vicenda storica del dipinto inducono a non esprimere considerazioni critiche, se non quelle di elogiare gli aspetti qualitativi ed estetici, rimarcandone l’importanza documentaria per l’arte del nostro Rinascimento.
Protagonista della Belle Époque, Giovanni Boldini, è lo sfolgorante interprete di una stagione impareggiabile, dove la borghesia e l’aristocrazia erano le grandi protagoniste di uno sviluppo economico che pareva non aver fine, che amava farsi ritrarsi da questo genio della ritrattistica a cavallo tra XIX e XX secolo. Un esempio di questa soave grazia la troviamo nel Ritratto di Josefina Alvear del 1915, dove il maestro ferrarese con poche e saettanti pennellate ferma con superbo talento il carattere dell’effigiata, una grazia che è stata premiata con il terzo miglior risultato a 124.000 euro (lotto 248).
Entrando in dettaglio del segmento dei Dipinti Antichi, ottimi i risultati in percentuale con 77,4% di venduto per lotti e del 138,1% per venduto. Dopo il ritratto virile fiorentino del XV secolo, notevole il colpo di martelletto per una vigorosa battaglia assai vicina alla maniera di Charles Le Brun (Parigi 1615 – 1690), che esibisce aspetti qualitativi sorprendenti e una vitalità narrativa travolgente.
D’inequivocabile gusto barocco, la tela si può datare plausibilmente attorno alla seconda metà del XVII secolo, e realizzata da un autore a conoscenza degli esempi pittorici della scuola romana, cortonesca e delle invenzioni di Jacques Courtois, convincendo un collezionista a batterlo fino a 62.000 euro (lotto 185).
Riferibile agli inizi degli anni quaranta del Seicento, un Paesaggio costiero con arco roccioso e figure del giovane Salvator Rosa forse all’inizio del suo soggiorno fiorentino (1640-1645), quando l’ascendente del primo naturalismo partenopeo è ancor vivo evocando il paesismo di Domenico Gargiulo (1609-1675), che si evidenzia nello straordinario campionario del paesaggio pittoresco di un’artista tanto geniale quanto moderno nella composizione prospettica che descrive uno scorcio fluviale e costiero con un arco roccioso sovrastato da una costruzione in rovina, una foresta e tre viandanti immersi in una natura solitaria (lotto 149 aggiudicato a 43.400 euro).
Per quanto riguarda i Dipinti del XIX secolo, oltre allo spettacolare risultato della Veduta del Duomo in Milano di Giovanni Migliara, a fronte di una percentuale del 53,4% del venduto per lotto abbiamo un 201,8% per valore, che vuol dire che abbiamo assistito ad una seduta molto selettiva che ha raddoppiato la riserva, a dimostrazione che la qualità è sempre un elemento che incide sulla storia di un’asta.
Sono da segnalare una bella tela del siciliano Antonio Leto raffigurante La grotta azzurra battuta a 29.760 euro (lotto 267), dove si coglie la maniera di un’artista poliedrico, che conobbe i macchiaioli ma essendosi formato alla scuola napoletana di Adriano Cecioni e alla scuola di Resina respirò al tempo stesso le influenze della scuola napoletana di Adriano Cecioni e alla scuola di Resina respirò al tempo stesso le influenze della scuola napoletana, e un luminoso scorcio del Porticato della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano del sopracitato Giovanni Migliara aggiudicato a 24.800 euro (lotto 243).