Triplice regalo sotto l’albero di Natale meneghino. La Madonna Esterhazy di Raffaello star del tradizionale appuntamento a Palazzo Marino per le feste natalizie, accompagnata dalla Vergine delle Rocce di Francesco Melzi e dalla Madonna della rosa del Boltraffio dal Poldi Pezzoli.
Allestimento di cornici concentriche in Sala Alessi con tanto di portali architettonici ritagliati su misura: subito la “Vergine del Borghetto” incastonata nel blu; dietro le “rocce”, a destra: il “profumo” di rose del Bambino in braccio alla Madonna di Boltraffio.
A sinistra: lei, la Madonna col Bambino e San Giovannino col cartiglio simmetrico tra le mani del “grazioso Raffaello Sanzio da Urbino” in trasferta speciale dal Museo di Belle Arti di Budapest.
Un gioco di volumi e rimandi che termina con la perla espositiva splendente nel rosso veneziano “indicata” a terra dal morbido tappeto rosso srotolato per l’occasione nella sala in diagonale fino all’opera, unica delle tre ad essere inquadrata e incorniciata luminosamente, come a dire “eccola”:
“Raffaello ha dato il lume leggiadro,
amoroso e dolce, sì che le figure sue
veggonsi belle, vaghe e intricate a’ suoi contorni,
e talmente rilevate che stanno per volgersi
intorno, con quella grazia ch’è propria di lui,
né hanno potuto già mai altri dimostrare.”
(Giovan Paolo Lomazzo, 1590)
Il dipinto, raffinatissimo e solare, piccola quanto splendida tela del maestro urbinate realizzata (1508) tra due suoi capolavori presenti a Milano – lo Sposalizio della Vergine di Brera (1504) e il Cartone della Scuola di Atene (1509) dell’Ambrosiana – segna esattamente la conclusione del fondamentale periodo trascorso da Raffaello a Firenze con la decisione di trasferirsi a Roma ed entrare nel cantiere del Vaticano accanto a Michelangelo e Bramante.
Un’opera intima che l’artista ha sempre voluto tenere con sè, non del tutto compiuta e con uno “spacco” nel mezzo “frutto” del maldestro furto del 1983 al museo ungherese ad opera di un gruppo di ladri italiani commissionati da un magnate greco.
Come nella pagina di un personalissimo diario Raffaello mostra il trasferimento verso la città eterna nel dipinto stesso: la composizione, infatti, si ispira in modo esplicito a Leonardo, conosciuto a Firenze, ma sullo sfondo appaiono i ruderi del Foro Romano, a riprova di una conoscenza diretta e di una serena e convinta immersione nella classicità.
Uno splendido modo per iniziare il 2015 per la città, un “dolce” antipasto per l’Expo che verrà.
Che code siano.
Capolavori protagonisti delle precedenti edizioni:
2008. La Conversione di Saulo di Caravaggio (dalla collezione Odescalchi);
2009. San Giovanni Battista di Leonardo da Vinci;
2010. Donna allo specchio di Tiziano;
2011. Adorazione dei pastori e San Giuseppe falegname di Georges de La Tour;
2012. Amore e Psiche stanti di Antonio Canova e Psyché et l’Amour di François Gérard;
2013. Madonna di Foligno di Raffaello.
3 dicembre 2014 – 11 gennaio 2015
Ingresso libero
Orari di apertura al pubblico
Tutti i giorni dalle ore 9.30 alle 20.00
(ultimo ingresso alle ore 19.30)
giovedì dalle ore 9.30 alle 22.30
(ultimo ingresso alle ore 22.00)
Chiusure anticipate
7 dicembre 2014 > chiusura alle ore 12.00
24 e 31 dicembre 2014 > chiusura alle ore 18.00
Aperture straordinarie
8 e 25 dicembre 2014 > dalle ore 9.30 alle 20.00
1 gennaio 2015 > dalle ore 9.30 alle 20.00
Luca Zuccala
INFORMAZIONI UTILI
Raffaello. La Madonna Esterházy
a cura di Stefano Zuffi
Milano, Palazzo Marino, Sala Alessi
Piazza della Scala, 2
Date al pubblico
3 dicembre 2014 – 11 gennaio 2015
Info prenotazione scuole
800-16-76-19
Organizzata da Arthemisia Group
Catalogo Skira
Progetto allestimento Corrado Anselmi
Progetto illuminotecnico Francesco Murano
Hashtag ufficiale
#raffaelloesterhazy
Le visite
Lʼingresso alla sala Alessi e le visite guidate alla mostra sono completamente gratuite. I visitatori saranno ammessi alla mostra in gruppi, accolti da esperti storici dellʼarte coordinati da Civita, che faranno da guida al percorso espositivo.
Catalogo Skira
Nel catalogo della mostra sono previsti contributi specifici riguardanti il collezionismo, il furto e il restauro. La pubblicazione si configura così come la prima completa monografia critica sullʼopera.
Info
info@arthemisia.it
* Tempera e olio su tavola, 28,5 x 21,5 cm
Budapest, Museo di Belle Arti
(Szépművészeti Múzeum)
* Tempera e olio su tela, 198 x 122 cm
Milano, Congergazione Orsoline di San
Carlo
* Tempera su tavola, 45 x 36 cm
Milano, Museo Poldi Pezzoli