Più arte per tutti
Basteranno una ristrutturazione e circa tre milioni di euro investiti per il rilancio dell’Hangar Bicocca? Un luogo che all’estero sarebbe sicuramente sfruttato e vissuto come uno spazio di condivisione, di divertimento e cultura e che qui ha sofferto momenti di crisi significativi. Un polo culturale che strizza l’occhio alle città europee. L’Hangar in versione Tate Modern -magari- con ingresso gratuito e mostre temporanee di arte contemporanea attente alle ultime avanguardie e ai nomi di spicco del panorama internazionale e non solo. Certamente, qui come installazione permanente abbiamo “soltanto” i Sette Palazzi Celesti di Kiefier (2004), la scultura di Fausto Melotti, La Sequenza 1971 (1981), collocata nell’area esterna e non gli inestimabili tesori della Tate, ma potrebbe essere lo stesso un buon inizio e una rinascita per l’Hangar, anche se in Italia rischiamo sempre di risultare dei provinciali, incapaci di osare e di investire su qualcosa di nuovo. Soprattutto quando si parla di cultura, di arte. Perché l’Hangar non è in centro a Milano. L’Hangar non è in una zona fashion dove fa tanto cool anche soltanto prendere un aperitivo. L’Hangar -e lo dice il nome stesso- si trova nel quartiere Bicocca, una zona che, se non fosse per gli studenti, sembra quasi un quartiere fantasma quando ci si passa. Di notte e di giorno. Indifferentemente. A qualunque ora. All’Hangar ci si deve andare di proposito. Non si passa davanti a questa struttura per una semplice passeggiata. Per questo la programmazione artistica dovrà puntare sempre e comunque sulla qualità delle mostre in programma, su altre attrazioni ma anche su un qualcosa di più “mainstream”.
Ad ogni modo l’intenzione sembra buona. Vicente Todolí, già direttore -non a caso- della Tate di Londra, è stato nominato Artistic Advisor dell’Hangar e ne firmerà la programmazione dall’autunno 2013. Gli spazi sono stati rinnovati. All’ingresso ci sarà un grande Info wall digitale che illustrerà le attività in corso con testi, interviste, immagini e una mappa del sistema dell’artemette metterà in connessione i visitatori con i musei e gli spazi espositivi di tutto il mondo. Ci sarà il nuovo spazio HB Kids Room dedicato ai bambini, con il meglio dell’editoria di immagine, materiali per disegnare e gli Arts Tutor. E ancora, eventi dedicati agli studenti, workshop, incontri. Sarà possibile consultare -gratis- decine di pubblicazioni e riviste provenienti da tutto il mondo. L’Hangar, inoltre, sarà totalmente gratuito -come accennato sopra- aperto dalle 11 alle 23, quattro giorni alla settimana e per il “dopolavoro” lo spazio ha anche pensato ad un nuovo ristorante affidato a un team giovane e già conosciuto a Milano per il successo ottenuto in ristoranti come il Ratanà e ErbaBrusca.
L’inaugurazione -che si terrà questa sera alle 19,00- è stata affidata all’evento “NON NON NON”, una retrospettiva di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, a cura di Andrea Lissoni e Chiara Bertola (Direttore artistico ancora per il 2012). Installazioni video con immagini di repertorio analizzate e rifilmate con la “Camera Analitica” (di loro invenzione). Una musica toccante e ossessiva soffusa nello spazio. Il silenzio che regna sovrano tutto intorno. Popoli indigeni -successivamente sottomessi- diventano lo specchio di quello che saremmo potuti essere se non ci fossero state guerre fin dagli inizi dei tempi e colonizzazioni devastanti. Una denuncia ad una società che in vista del “fantomatico” progresso e della civilizzazione, ha visto trasformare l’essere umano in un individuo soltanto capace di consumare, alla faccia della povertà e delle ingiustizie che continuano a dilagare sul nostro pianeta. Presenti anche dei disegni ad acquerello inediti della coppia e un rotolo di carta di 15 metri dove gli artisti hanno rappresentato delle antiche favole armene raccontate dal padre di Gianikian.
Inoltre è presente l’opera di Hans-Peter Feldmann, dal titolo “Shadow Play” (2002-2012). Un’installazione suggestiva voluta dalla Bertola che incanta e accompagna lo spettatore ad una fine riflessione sulla condizione umana e dell’uomo di oggi.
Ad ogni modo l’intenzione sembra buona. Vicente Todolí, già direttore -non a caso- della Tate di Londra, è stato nominato Artistic Advisor dell’Hangar e ne firmerà la programmazione dall’autunno 2013. Gli spazi sono stati rinnovati. All’ingresso ci sarà un grande Info wall digitale che illustrerà le attività in corso con testi, interviste, immagini e una mappa del sistema dell’artemette metterà in connessione i visitatori con i musei e gli spazi espositivi di tutto il mondo. Ci sarà il nuovo spazio HB Kids Room dedicato ai bambini, con il meglio dell’editoria di immagine, materiali per disegnare e gli Arts Tutor. E ancora, eventi dedicati agli studenti, workshop, incontri. Sarà possibile consultare -gratis- decine di pubblicazioni e riviste provenienti da tutto il mondo. L’Hangar, inoltre, sarà totalmente gratuito -come accennato sopra- aperto dalle 11 alle 23, quattro giorni alla settimana e per il “dopolavoro” lo spazio ha anche pensato ad un nuovo ristorante affidato a un team giovane e già conosciuto a Milano per il successo ottenuto in ristoranti come il Ratanà e ErbaBrusca.
L’inaugurazione -che si terrà questa sera alle 19,00- è stata affidata all’evento “NON NON NON”, una retrospettiva di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, a cura di Andrea Lissoni e Chiara Bertola (Direttore artistico ancora per il 2012). Installazioni video con immagini di repertorio analizzate e rifilmate con la “Camera Analitica” (di loro invenzione). Una musica toccante e ossessiva soffusa nello spazio. Il silenzio che regna sovrano tutto intorno. Popoli indigeni -successivamente sottomessi- diventano lo specchio di quello che saremmo potuti essere se non ci fossero state guerre fin dagli inizi dei tempi e colonizzazioni devastanti. Una denuncia ad una società che in vista del “fantomatico” progresso e della civilizzazione, ha visto trasformare l’essere umano in un individuo soltanto capace di consumare, alla faccia della povertà e delle ingiustizie che continuano a dilagare sul nostro pianeta. Presenti anche dei disegni ad acquerello inediti della coppia e un rotolo di carta di 15 metri dove gli artisti hanno rappresentato delle antiche favole armene raccontate dal padre di Gianikian.
Inoltre è presente l’opera di Hans-Peter Feldmann, dal titolo “Shadow Play” (2002-2012). Un’installazione suggestiva voluta dalla Bertola che incanta e accompagna lo spettatore ad una fine riflessione sulla condizione umana e dell’uomo di oggi.
Insomma, sembra che il team Bicocca abbia intenzione di mettercela tutta, con la voglia di fare le cose in grande, anzi, di fare le cose come una vera città europea farebbe. Perché Milano non ha nulla da invidiare alle altre città del vecchio continente. Se solo le amministrazioni inizieranno a investire e a credere di più in lei e nella cultura.
Noi vogliamo crederci.
Noi vogliamo crederci.
Comunicato stampa
HangarBicocca riapre con spazi rinnovati, un programma internazionale, nuovi servizi per il pubblico e gratuità totale delle mostre e delle attività.
Vicente Todolí, già direttore della Tate Modern di Londra, è stato nominatoArtistic Advisor di HangarBicocca e ne firma la programmazione a partire dall’autunno 2013.
Un nuovo modello di istituzione culturale, in cui progetti di arte contemporanea di grande respiro dialogano con chi desidera avvicinarsi ailinguaggi degli artisti di oggi.
•Dodici ore di apertura giornaliera dalle 11 alle 23, quattro giorni alla settimana; accesso gratuito alle mostre e a tutte le attività di HangarBicocca; spazi ridisegnati per accogliere il pubblico e rendere le mostre più fruibili; uno spazio pensato per i bambini con libri, giochi e Arts Tutor; tutti i weekend attività creative per i ragazzie proiezioni di film; uno spazio per studenti e appassionati con il meglio dei magazine e delle pubblicazioni internazionali sull’arte contemporanea a disposizione di tutti; incontri e conferenze con i protagonisti dell’arte e della cultura; un grande Info wall digitale con contenuti informativi sulle attività e la possibilità di connettersi al sistema internazionale dell’arte; un ristorante affidato a un team giovane e dinamico conosciuto per la qualità dei materiali e dell’offerta: ecco tutte le novità di HangarBicocca per il 2012.
•Un’importante novità rende HangarBicocca un riferimento ancora più internazionalenel panorama artistico: Vicente Todolí, direttore dal 2003 al 2010 della TateModern di Londra – il più visitato museo di arte moderna e contemporanea del mondo – diventa Artistic Advisor e firma la programmazione a partiredall’autunno 2013 e per i successivi tre anni. Una conferma dell’impegno a lungotermine che Pirelli si assume nei confronti della vita culturale della città.
•La programmazione 2012 – che inizia con la grande retrospettiva della coppia Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi e l’installazione di Hans-Peter Feldmann –alterna giovani artisti a grandi nomi del presente, superando le frontiere culturali con progetti provenienti dall’Europa (Carsten Nicolai), dall’India (StudioMumbai) e dall’America Latina (Wilfredo Prieto). Le mostre, pensate dal direttoreartistico Chiara Bertola e dal curatore Andrea Lissoni, hanno un respiro ampio einvitano lo spettatore ad attraversare gli spazi di HangarBicocca per cogliere davicino i linguaggi e i temi dell’arte contemporanea.
L’11 aprile 2012 HangarBicocca apre al pubblico completamente rinnovato e presenta i nuovi spazi e la programmazione per il 2012 con numerose novità che riguardano sia il calendario artistico e culturale sia i servizi e le attività di accoglienza e di informazione al pubblico.
HangarBicocca è un progetto dal respiro ampio e proiettato nel futuro, che vuole offrire a Milano e all’Italia un nuovo, stabile punto di riferimento culturale di livello internazionale. A garanzia di questa visione lo spazio si avvale della collaborazione di un importante protagonista dell’arte di oggi: Vicente Todolí.
Al centro della trasformazione di HangarBicocca c’è l’idea di un luogo dalla forte identità culturale, in relazione aperta e viva con il territorio circostante, in cui a una produzione artistica coerente e internazionale si unisce la volontà di coinvolgere un pubblico non solo specialistico.
Nei quindicimila metri quadrati di HangarBicocca è infatti possibile per tutti sperimentare ilgrande impatto delle opere site-specific, pensate dagli artisti per questi spazi, immergersi inmodo non mediato e coinvolgente ma anche trovare strumenti informativi in grado ditrasformare l’esperienza della mostra in un momento di avvicinamento ai linguaggi dell’artecontemporanea e di approfondimento delle questioni poste dagli artisti al centro del proprio lavoro.
Al loro ingresso, i visitatori di HangarBicocca sono accolti da servizi all’altezza delle più importanti istituzioni museali internazionali: all’entrata un grande Info wall digitale illustra le attività in corso con testi, interviste e immagini e una mappa del sistema dell’artemette in connessione i visitatori con i musei e gli spazi espositivi di tutto il mondo.
Alla sinistra dell’ingresso si apre HB Kids Room, uno spazio interamente dedicato ai bambini, sempre a loro disposizione durante gli orari d’apertura di HangarBicocca, con il meglio dell’editoria di immagine, materiali per disegnare e gli Arts Tutor. Ogni weekend lo staff di HB Kids coinvolge bambini dai 4 ai 14 anni nei Percorsi creativi e nel ciclo del Cinema da scoprire (organizzati in collaborazione con MIC – Museo Interattivo delCinema): attività strutturate per avvicinarsi divertendosi all’arte di oggi e visioni dei più inediti film d’animazione e di ricerca per i più giovani.
HB Lab è l’area polifunzionale dedicata agli studenti e al pubblico che desidera approfondire i temi delle mostre e aggiornarsi sulle ultime novità dell’arte contemporanea: durante i normali orari di apertura in HB Lab è possibile consultare gratuitamente decine di pubblicazioni e magazine di tutto il mondo, mentre in occasione di workshop e incontri lo spazio, attrezzato con tecnologie audio e video, si trasforma in sala conferenze e proiezioni.
Dopolavoro Bicocca è, infine, il nuovo ristorante di HangarBicocca, affidato a un team giovane e già conosciuto a Milano per aver avviato con successo i ristoranti Ratanà e ErbaBrusca. Il nome richiama la memoria storica del quartiere e riflette le proposte del menù che si ispirano alla tradizione locale rinnovandola con la ricerca di materie prime scelte secondo principi di sostenibilità ambientale.
La programmazione, che prevede per il 2012 il susseguirsi di installazioni in dialogo tra loro, inaugura con due importanti momenti espositivi: NON NON NON, la prima retrospettiva dedicata agli artisti visivi Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, interpreti indiscussi della cultura artistica del XX e XXI secolo; l’inedita versione della celebre installazione Shadow Play di Hans-Peter Feldmann, artista concettuale tedesco tra i più conosciuti. Si tratta di due progetti che, pur nella diversità di temi e linguaggi, offrono l’occasione per una riflessione sul potere evocativo delle immagini, sull’importanza dell’arte nella rilettura della memoria collettiva, sul ruolo del tempo nella percezione della realtà.
I progetti espositivi continueranno a dialogare con le installazioni permanenti: la suggestiva opera di Anselm Kiefer I Sette Palazzi Celesti (2004) e la scultura di Fausto Melotti, La Sequenza 1971 (1981), collocata nell’area esterna.
Pirelli prevede di investire nel 2012 sulla Fondazione HangarBicocca circa 3,5 milioni di euro per la ristrutturazione, la riqualificazione, i progetti culturali e la programmazione artistica. Pirelli è Socio Fondatore Promotore della Fondazione oltre che Socio Fondatore, insieme a Regione Lombardia e Camera di Commercio di Milano: i tre partner condividono la visione della cultura e dell’arte contemporanea come principali motori dello sviluppo. Per Pirelli, in particolare, HangarBicocca è il naturale proseguimento di una cultura d’impresache da sempre pone al centro la ricerca e l’innovazione.
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NON NON NON, una retrospettiva di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi
L’11 aprile s’inaugura, negli spazi rinnovati di HangarBicocca, NON NON NON la mostra personale di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, interpreti indiscussi della cultura artistica del XX e XXI secolo, attenti osservatori della storia e della contemporaneità: dagli orrori della Prima Guerra Mondiale alla spensieratezza della società dei consumi, dalla povertà dei cosiddetti paesi in via di sviluppo alle più recenti e drammatiche vicende del terrorismo internazionale.
L’11 aprile s’inaugura, negli spazi rinnovati di HangarBicocca, NON NON NON la mostra personale di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, interpreti indiscussi della cultura artistica del XX e XXI secolo, attenti osservatori della storia e della contemporaneità: dagli orrori della Prima Guerra Mondiale alla spensieratezza della società dei consumi, dalla povertà dei cosiddetti paesi in via di sviluppo alle più recenti e drammatiche vicende del terrorismo internazionale.
La mostra, a cura di Andrea Lissoni con Chiara Bertola, aperta dal 12 aprile al 10 giugno 2012, è la prima retrospettiva di installazioni e di opere dei due artisti visivi, attivi a Milano dagli anni Settanta, molto apprezzati nel panorama internazionale per la capacità di lavorare al confine tra arte e cinema sperimentale.
Coppia nel lavoro e nella vita, architetto di origini armene lui, pittrice italiana lei – allieva di Kokoschka – lavorano i film come progetti d’arte, con uno sguardo profondamente attuale. Attraverso immagini intense, tanto poetiche ed evocative, quanto a volte brutali e crude, invitano a riflettere sulla violenza e le guerre del secolo scorso come temi universali.
Si servono di materiale d’archivio – film etnografici, coloniali, di propaganda – che analizzano e rifilmano con la “Camera Analitica” di loro invenzione, ribaltandone il significato e il senso comunicativo.
In questa visione muta, ma fortemente eloquente, i popoli sottomessi – armeni, rom, colonizzati, etnie locali – e i personaggi anonimi diventano i protagonisti di ogni epoca, fino alla nostra contemporaneità. L’ex Jugoslavia, l’Armenia, l’Africa, l’India, il Polo Sud sono alcuni dei territori che gli artisti esplorano interpolando vecchi fotogrammi a riprese realizzate ex novo.
Gianikian e Ricci Lucchi indagano le grandi crisi sociali e politiche del passato, dettate dai regimi totalitari, come il fascismo, il nazismo e il bolscevismo, difendendo il messaggio etico e il valore senza tempo della libertà. A tutti i costi, anche della loro vita, messa sovente in gioco durante la ricerca del materiale d’archivio e i viaggi in Paesi in conflitto.
Yervant Gianikian (nato a Merano nel 1942 da genitori armeni) e Angela Ricci Lucchi (nata a Lugo di Romagna nel 1942) hanno presentato i loro lavori in numerosi festival internazionali di cinema (Cannes, Rotterdam, Venezia, Torino) e nelle più importanti istituzioni museali come il Moma di New York, il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra, il Mart di Rovereto e in rassegne significative come la Biennale di Venezia (2001). Molti loro video sono entrati a far parte dell’immaginario degli italiani perché trasmessi dalla RAI nei programmi Fuori Orario e Geo.
La mostra riunisce sette installazioni video del percorso artistico di Gianikian e Ricci Lucchi, presentate per la prima volta contemporaneamente in un allestimento concepito e realizzato ad hoc. Nell’ambito della rassegna sono presenti inoltre dei disegni ad acquerello inediti, tra cui un rotolo di carta lungo 15 metri su cui gli artisti hanno rappresentato antiche favole armene raccontate dal padre di Yervant Gianikian.
Il progetto di mostra prevede tre diverse stazioni:
1) Un padiglione che ospita disegni, acquerelli, un manifesto (tutti materiali realizzati dagli anni ’70 ai giorni nostri) e l’installazione video di Carrousel de jeux.
2) La marcia dell’uomo, un’installazione video in cui tre grandi schermi rivelano uno dopo l’altro tre momenti chiave della storia delle immagini del’ 900.
3) Cinque installazioni significative del percorso artistico di Gianikian e Ricci Lucchi: la serie di Frammenti Elettrici (diffusa su 4 pareti in simultanea), Visions of the Desert, Trittico del Novecento, Terrae Nullius, Topografie. Un grande affresco audiovisivo in cui si succedono una dopo l’altra le installazioni concepite dal 2000 in poi per spazi espositivi e museali.
1) Un padiglione che ospita disegni, acquerelli, un manifesto (tutti materiali realizzati dagli anni ’70 ai giorni nostri) e l’installazione video di Carrousel de jeux.
2) La marcia dell’uomo, un’installazione video in cui tre grandi schermi rivelano uno dopo l’altro tre momenti chiave della storia delle immagini del’ 900.
3) Cinque installazioni significative del percorso artistico di Gianikian e Ricci Lucchi: la serie di Frammenti Elettrici (diffusa su 4 pareti in simultanea), Visions of the Desert, Trittico del Novecento, Terrae Nullius, Topografie. Un grande affresco audiovisivo in cui si succedono una dopo l’altra le installazioni concepite dal 2000 in poi per spazi espositivi e museali.
Altri progetti espositivi
A confronto con la ricerca sperimentale di Gianikian e Ricci Lucchi, lo spazio espositivo di HangarBicocca ospiterà (dal 12 aprile al 10 giugno 2012) la poetica installazione dell’artista tedesco Hans-Peter Feldmann, Shadow Play (2002-2012). Un’opera di riferimento nella storia dell’arte contemporanea, riallestita dall’artista appositamente per l’occasione
A confronto con la ricerca sperimentale di Gianikian e Ricci Lucchi, lo spazio espositivo di HangarBicocca ospiterà (dal 12 aprile al 10 giugno 2012) la poetica installazione dell’artista tedesco Hans-Peter Feldmann, Shadow Play (2002-2012). Un’opera di riferimento nella storia dell’arte contemporanea, riallestita dall’artista appositamente per l’occasione
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Shadow Play di Hans-Peter Feldmann: opere contro il tempo
HangarBicocca ospita dal 12 aprile al 10 giugno 2012 (inaugurazione 11 aprile) la poetica installazione dell’artista tedesco Hans-Peter Feldmann, Shadow Play (2002-2012), un’opera di riferimento nella storia dell’arte contemporanea, riallestita appositamente per l’occasione a cura di Chiara Bertola.
HangarBicocca ospita dal 12 aprile al 10 giugno 2012 (inaugurazione 11 aprile) la poetica installazione dell’artista tedesco Hans-Peter Feldmann, Shadow Play (2002-2012), un’opera di riferimento nella storia dell’arte contemporanea, riallestita appositamente per l’occasione a cura di Chiara Bertola.
L’esposizione di Shadow Play in HangarBicocca si colloca nell’ambito di un progetto più ampio che intende rendere i capolavori dell’arte contemporanea, presentati in circuiti internazionali, accessibili ad un ampio pubblico, non solo di addetti ai lavori.
L’evento espositivo si pone infatti in concomitanza con l’apertura della grande mostra di Hans-Peter Feldmann alla Serpentine Gallery di Londra (dall’11 aprile al 3 giugno).
L’evento espositivo si pone infatti in concomitanza con l’apertura della grande mostra di Hans-Peter Feldmann alla Serpentine Gallery di Londra (dall’11 aprile al 3 giugno).
L’opera, negli spazi di HangarBicocca, è inoltre messa a confronto con la ricerca sperimentale degli artisti visivi Gianikian e Ricci Lucchi, in un ideale dialogo sul movimento, la luce e la memoria.
Shadow Play rappresenta un’opera di fondamentale importanza nella produzione artistica del nostro secolo. Presentata in edizioni differenti dalle più importanti istituzioni, è stata esposta per la prima volta nel 2002 presso lo Sprengel Museum di Hannover e successivamente in gallerie, musei e rassegne di tutto il mondo: dalla Kunsthaus di Zurigo nel 2011 ad Art Unlimited – Art Basel – nel 2008, dall’Hamburger Bahnhof di Berlino alla Biennale di Venezia nel 2009.
Shadow Play è un’installazione complessa, un tavolo lungo 20 metri costellato da piedistalli girevoli su cui volteggiano oggetti e figure di varia natura, da giocattoli a piccoli elettrodomestici. Le luci a faretto illuminano le figure, proiettando le differenti ombre sulla parete bianca retrostante. Il risultato visivo è lirico e nostalgico al tempo stesso: un teatrino delle ombre capace di narrare infinite storie. Le superfici delle figure s’intrecciano dentro e fuori fuoco, trasformandosi sempre, in perpetuo movimento. La fascinazione di Feldmann per il senso della fine, della sparizione, del tempo e della memoria, si concretizza in quest’opera capace di richiamare l’evanescente condizione umana. Shadow Play rappresenta anche un formidabile e contemporaneo crocevia di discipline e di mezzi espressivi come la fotografia, con la camera oscura, il pre-cinema, con la lanterna magica, l’installazione e il teatro.
Shadow Play è un’installazione complessa, un tavolo lungo 20 metri costellato da piedistalli girevoli su cui volteggiano oggetti e figure di varia natura, da giocattoli a piccoli elettrodomestici. Le luci a faretto illuminano le figure, proiettando le differenti ombre sulla parete bianca retrostante. Il risultato visivo è lirico e nostalgico al tempo stesso: un teatrino delle ombre capace di narrare infinite storie. Le superfici delle figure s’intrecciano dentro e fuori fuoco, trasformandosi sempre, in perpetuo movimento. La fascinazione di Feldmann per il senso della fine, della sparizione, del tempo e della memoria, si concretizza in quest’opera capace di richiamare l’evanescente condizione umana. Shadow Play rappresenta anche un formidabile e contemporaneo crocevia di discipline e di mezzi espressivi come la fotografia, con la camera oscura, il pre-cinema, con la lanterna magica, l’installazione e il teatro.
Hans-Peter Feldmann, nato a Hilden, nei pressi di Düsseldorf nel 1941, è una delle figure più importanti e vitali dell’arte concettuale. Tutta la sua opera è caratterizzata da un lavoro di archiviazione e catalogazione attraverso cui l’artista documenta ogni aspetto della vita quotidiana, collezionando immagini di ogni genere, oggetti, ritagli di giornale e cartoline per realizzare collages e piccoli libri suddivisi per tematiche. La sua attitudine critica davanti al mondo dell’arte e della cultura lo porta nel 1980 ad abbandonare il circuito artistico e ad aprire un negozio di oggetti curiosi a Düsseldorf, attivo fino agli anni 90, quando ricomincia a riavvicinarsi al mondo dell’arte. Durante la sua lunga carriera Feldmann ha esposto nei più importanti musei e gallerie del mondo, fra cui il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, il Museé d’Art Moderne de la Ville di Parigi, presso Portikus a Francoforte, P.S.1 Contemporary Art Center di New York, MCA di Chicago. Ha partecipato alla ottava edizione della Biennale di Gwangju nel 2010 e alla Biennale di Venezia nel 2009. Nel 2010 ha vinto l’Hugo Boss Prize.
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Informazioni utili:
Fondazione HangarBicoccaVia Chiese 2,
20126 Milano
T (+ 39) 02 66 11 15 73
F 02 64 70 275
info@hangarbicocca.org
http://www.hangarbicocca.org/
Orari d’aperturaLun-Mar-Merc: chiuso
Gio-Ven-Sab-Dom: 11.00-23.00
Ingresso libero
11.04.2012 — Ore 19.00
Inaugurazione di HangarBicocca e delle mostre NON NON NON e Shadow Play
20.04.2012 — Ore 19.30
Martì Guixé: private collection
Fondazione HangarBicoccaVia Chiese 2,
20126 Milano
T (+ 39) 02 66 11 15 73
F 02 64 70 275
info@hangarbicocca.org
http://www.hangarbicocca.org/
Orari d’aperturaLun-Mar-Merc: chiuso
Gio-Ven-Sab-Dom: 11.00-23.00
Ingresso libero
11.04.2012 — Ore 19.00
Inaugurazione di HangarBicocca e delle mostre NON NON NON e Shadow Play
20.04.2012 — Ore 19.30
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