Il Volo, certo, anche Nek e Malika Ayane, ma questo Sanremo 2015 chi l’ha vinto veramente?
E’ inevitabile che alla fine di una “celebrazione” lunga e a tratti estenuante come quella della 65ma edizione del Festival di Sanremo, durata ben 5 giorni, subito dopo la proclamazione del vincitore, che per la cronaca è stato il trio Il Volo, con la canzone “Grande amore”, si passi immediatamente ai bilanci e ai commenti, alle valutazioni generali.
Così come a ripercorrere i momenti più belli o quelli più chiaccherati.
La serata finale di Sanremo 2015 è stata aperta da un Carlo Conti entusiasta. Intanto per l’incredibile successo di ascolti, attraverso tutti i canali, cioè anche via streaming e via social network di ciascuna delle serate. Un numero per tutti, Twitter ha registrato oltre 1,3 milioni di Tweet con l’hastag #Sanremo.
Poi perchè portare a casa 5 giorni consecutivi di diretta televisiva senza una sbavatura, senza un incidente, senza un calo di tensione. Riuscendo a gestire il palco di Sanremo come fosse il proprio habitat naturale, era una scommessa non da poco.
E a prescindere da tutte le critiche piovute sulle sue spalle, tra le quali anche le nostre, Carlo Conti è certamente uno dei primi vincitori di questo Sanremo, anche nel suo ruolo di direttore artistico e selezionatore delle canzoni ammesse in gara.
Dopo di lui, a parimerito c’è ovviamente la Rai, Rai 1 in particolare, insieme al Comune di Sanremo.
- Basta guardare l’espressione entusiasta del Direttore di Rai1 Giancarlo Leone, a conclusione della festa, oppure, in alternativa, quantificare la pubblicità andata in onda ogni sera dall’anteprima fino alla chiusura, per capire che il volume di introiti della rete nazionale quest’anno ha sbancato.
Per racchiudere tutto Sanremo 2015 in un aggettivo diremmo che è stato reazionario. Sotto tutti i punti di vista, ma a tratti anche molto provinciale, il che ci riporta immediatamente alla mente la provenienza fiorentina di Conti.
La stessa del premier Renzi, più volte immortalato in atteggiamenti quantomeno discutibili in occasioni pubbliche prestigiose. Come negli incontri con capi di Stato, o come nella manifestazione di Parigi per Charlie Hebdo.
Per restare sul terreno di Sanremo, vale la pena ricordare le interviste –da dimenticare –di Carlo Conti a Charlize Theron e Conchita Wurst, come quella a Samantha Cristoforetti per avere un fulgido esempio di provincialità molesta e bacchettona.
Mai all’altezza della Cultura – con la C maiuscola–che dovrebbe esprimere un cittadino nato nella capitale mondiale dell’arte, del rinascimento e perfino della lingua italiana, quale è Firenze.
Ma in un Paese in piena crisi, com’è l’Italia, anche se provinciale, bacchettone, melenzo, noioso, nazional-popolare, il Festival di Sanremo ha dato lavoro a centinaia di persone, portato introiti a un’intera città e per indotto a tante aziende e Comuni. A cui si aggiungono tutti i tecnici, gli operatori, i cameramen, fino all’ultimo operaio e tutti coloro di cui non conosceremo mai neanche il nome.
A tanti bistrattati lavoratori dello spettacolo, tra cui vale la pena citare tutti i musicisti dell’Orchestra che ha accompagnato le esecuzioni del festival e tutti i direttori d’orchestra.
- E’ su di loro che si regge tutto lo show, eppure quest’anno non è stato loro concesso neanche un minuto di libera esecuzione, nè una meritata ovazione.
- Per chi ama la concretezza, questi straordinari musicisti, grazie a Sanremo hanno potuto avere, ad esempio, un mese di prove pagate e 5 giorni di concerti. Un evento, un altro rekord italiano, dove si licenziano gli orchestrali del Teatro dell’Opera come fossero colf.
Dunque, da questo punto di vista, i terzi vincitori di Sanremo 2015 sono proprio i musicisti, in particolare i musicisti dell’orchestra, insieme ai 20 big, a tutte le nuove proposte e anche agli ospiti.
Ed eccoli i volti dei protagonisti, che hanno sfilato uno dopo l’altro sul palco dell’Ariston.
Come ci dice l’esperienza e anche il commento degli addetti ai lavori “hanno vinto tutti comunque” già solo per esserci stati. E lo sanno bene i tanti esclusi, non certo di minor valore che quel palco quest’anno non l’hanno visto.
In ordine di uscita sul palco, nella serata finale: Marco Masini, Nina Zilli, Chiara, Dear Jack, Malika Ayane, Nek, Il Volo, Annalisa, Alex Britti, Irene Grandi, Lorenzo Fragola, Bianca Atzei, Moreno, Gianluca Grignani, Grazia di Michele e Mauro Coruzzi, Nesli. E Giovanni Caccamo vincitore delle nuove proposte.
E anche gli esclusi Laura Fabian, Raf, Biggio e Mandelli, Anna Tatangelo e i Kutso e Nigiotti tra le nuove proposte.
E naturalmente i vincitori assoluti. Una vittoria, quella de Il Volo, senza sorprese e nell’acclamazione entusiasta sia dell’Ariston che della sterminata platea di telespettatori.
Una vittoria annunciata, che tutti ci aspettavamo fin dalla prima esibizione e per un motivo molto semplice.
Perchè hanno portato a Sanremo la canzone ideale per vincere.
Una melodia perfetta per Sanremo, con un arrangiamento orchestrale bellissimo che sottolineava e amplificava la loro performance.
Hanno un grande talento vocale, educato dallo studio, che li ha fatti apprezzare in tutto il mondo negli ultimi 6 anni. Hanno portato un testo che esprime tutti i valori amati storicamente dal Festival della canzone italiana. La vittoria la meritavano.
Secondo posto per Nek che ha fatto incetta di premi. Dopo il Garofano-Cover, vinto nella terza serata, dedicata appunto alle cover dei grandi successi, nella serata finale ha vinto anche il Premio espresso dai giornalisti della sala stampa per la sezione big, intitolato da quest’anno a Lucio Dalla, e il Premio per il miglior arrangiamento, espresso dall’Orchestra.
Premi che condividiamo perchè Nek ha dato il meglio di sè in questo Sanremo, sia dal punto di vista artistico, sia per la simpatia, l’umiltà e la generosità che ha espresso.
Terzo posto, anche in questo caso meritato, per Malika Ayane, che ha ricevuto inoltre il Premio Mia Martini della critica, per il testo della sua canzone “Adesso e qui-nostalgico presente” . E’ una grande interprete e riesce a trasmetterci emozioni. Il compito di ogni artista.
Ovviamente tra i vincitori di Sanremo 2015 ci sono anche tutti gli ospiti e super-ospiti. In particolare quelli stranieri, che hanno avuto il loro momento di vetrina europea, oltre a portare a casa un ricco cachet.
Se abbia vinto la musica italiana o se l’immagine del nostro Paese esce vincitrice da questo Sanremo 2015 è questione ardua da affrontare.
Come abbiamo osservato durante tutte le serate del Festival, il clima di restaurazione nazional-popolare, con i richiami ai valori della patria, della famiglia, dei figli, della bontà e pure della fede cristiana, non solo ha reso pesante il clima di un evento di spettacolo, ma ha suscitato diverse riflessioni e perplessità.
Una per tutte ed ovviamente il dibattito è aperto. E’ lecito o accettabile che un festival della canzone si trasformi in un’occasione di evangelizzazione per i valori della cultura cattolica ? O non dovrebbe essere proprio l’occasione per una scoperta e confronto e incontro aperto, completamente laico, tra culture e posizioni differenti? Nel luogo più favorevole per un dialogo, ovvero lo spazio della musica, che parla un linguaggio universale?
E cosa si può concludere osservando che praticamente tutti i testi delle canzoni in gara, tranne rarissimi casi (forse non più di 2 o 3) avevano come tema dominante l’amore, gli amori, le ferite d’amore, i sogni d’amore.
Se fossimo davvero il Paese dell’amore, non lasceremmo morire di freddo, in mare, centinaia di altri esseri umani come noi. “Esseri umani“, non a caso, parole della canzone di Grazia di Michele e Mauro Corizzi.
Non staremmo ancora a scendere in strada da sentinelle, per negare il diritto di esistenza a chi è diverso da noi.
Non saremmo così pronti a separare, distinguere e discriminare, come invece siamo. Non faremmo del male ai bambini e neanche alle donne. Forse saremmo un Paese più concreto che invece di inseguire sogni e vivere di paure, potrebbe scoprire opportunità. Ed evolvere ad un livello superiore.
Opportunità da vivere oggi, “godendo la vita e cercando di fare la differenza, non solo per te stesso, ma anche per gli altri”, come ha sottolineato Willie Smith ospite nella serata finale.
“Adesso e qui” come canta Malika Ayane. “Per capire in questo mondo come vivere senza perdersi”, come canta Giovanni Caccamo.
Rifuggendo dal ripiegamento su se stessi, dal rimpianto di quello che non c’è più e non ritorna, come questo Sanremo 2015 invece ha posto come punto di riferimento, piangendo i suoi morti e un tempo che non tornerà.
Come ammoniva George Eliot “Non è mai troppo tardi per essere ciò che avremmo potuto essere.” La bella notizia è che si può cominciare da subito e trasformarci in ‘vincitori’.
Sanremo 2015 si chiude e ci prepariamo all’Expo. Un’ottima occasione davvero per spiccare finalmente il volo, accompagnati dalla musica verso nuove prospettive.
foto credit: PCaselli©artslife