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Selma- la strada della libertà verso gli Oscar

Selma- la strada della libertà di Ava DuVernay candidato all’Oscar come miglior film, dal 12 di febbraio nelle sale italiane. Il film racconta delle tre storiche marce del 1965 che il reverendo Martin Luther King (David Oyelowo) organizzò nel tentativo di arrivare da Selma alla capitale dell’Alabama, Montgomery, per rivendicare il diritto di voto da cui gli afroamericani erano ancora esclusi negli Stati razzisti  del Sud. Le marce furono il tentativo di King di forzare la mano al presidente Johnson, che aveva emanato l’anno prima il Civil Rights Act, ma che si muoveva con poca determinazione nel clima esacerbato del periodo, lasciando le decisioni a tempi migliori. Fu per questo che King decise, pur tra dubbi e discussioni con gli daltri aderenti alla protesta, di andare avanti con la marcia. Quando domenica 7 marzo 1965 (quest’anno i 50 anni) i manifestanti arrivarono alla fine dell’Edmund Pettus Bridge e la polizia, senza alcuna provocazione caricò violentemente i manifestanti, lasciando al suolo un morto e migliaia di feriti. La marcia di sangue di Selma fu portata dalla tv in tutte le case americane e l’indignazione che ne conseguì fece sì che alla marcia successiva ci fossero partecipanti di ogni religione e colore. Stavolta però, di fronte all’apparente remissività delle forze dell’ordine, fu lo stesso King a rinunciare e a tornare indietro, per non rischiare altri morti. Fino a che Johnson si decise a votare il Voting Right Act  e i manifestanti guidati dal reverendo arrivarono finalmente a Montgomery .

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Selma ci racconta anche tutti i retroscena politici, personali, sociali di questa storica marcia: l’influenza del direttore dell’FBI E. J. Hoover, l’offerta di aiuto di Malcolm X (assassinato nel febbraio 1965), i contrasti interni al movimento,  la violenza bruta della polizia, il coraggio di questi uomini. Ma il film ci mostra anche la parte di privata di Martin Luther King con tutte le sue umane debolezze. Forse tutto questo materiale umano, storico e civile è decisamente troppo da raccontare per un film  di due ore; Selma, infatti, manca di tensione e continuità narrativa, manca di ritmo e si perde a volte in dialoghi e verbosità inutili.

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Ma il film merita anche per un cast eccezionale che include Tim Roth, Giovanni Ribisi, Cuba Gooding Jr., Oprah Winfrey, Tom Wilkinson , tutti attori e personaggi notoriamente impegnati nella difesa dei diritti civili. Ed è strano che gli americani nonostante abbiano Obama come presidente, non sembrino ancora pronti ad affrontare le loro sconfitte, i loro scheletri nell’armadio, tant’è che agli Oscar, la grande performance di David Oyelowo è stata completamente ignorata.

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