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ISIS: continua lo scempio. Rase al suolo Nimrud e Hatra. Fermiamoli!

Dopo l’orrore di qualche giorno fa a Ninive, ora è toccato all’antica città Nimrud e ai resti di Hatra, antica città a 100 chilometri a Sud di Mosul fondata nel III secolo avanti Cristo dalla dinastia dei Seleucidi. La furia barbarica del sedicente Stato Islamico continua a scaricarsi incontrollabile contro il patrimonio artistico dell’umanità. I jihadisti  avrebbero “raso al suolo con le ruspe”  l’antica città assira di Nimrud che si trova a sud est dell’attuale città di Mosul, nel nord dell’Iraq. Un ufficiale addetto alle antichità del governo iracheno avrebbe confermato la notizia.

nimrud

Dopo i martelli pneumatici e i picconi, continua su larga scala la follia iconoclasta. Non è servita a nulla l’indignazione di tutti gli esseri umani che hanno buon senso. L’orrendo scempio sembra continuare inarrestabile.

Riportiamo lo sdegno del curatore Vittorio Sgarbi del 27 febbraio scorso riguardo la distruzione del museo a Mosul: “Un Tribunale Internazionale e una taglia contro i terroristi dell’ISIS che hanno distrutto il museo di Mosul in Iraq: quello che hanno fatto è un crimine contro l’umanità. La tolleranza è finita. Il crimine più grave  è stato compiuto e nessuna religione lo può giustificare. La distruzione delle sculture del museo di Mosul è un crimine contro l’umanità, che impone un Tribunale Internazionale, come quello di Norimberga, per perseguire i criminali che lo hanno compiuto. Neppure il Nazismo  si è spinto a tanto facendo violenza a testimonianze mute e inermi di civiltà. Occorre una taglia per riconoscere gli autori di questo crimine e portarli davanti a un tribunale dell’umanità e della storia”

Un testimone oculare avrebbe riferito alla tv curda Rudaw che “Elementi del califfato, portandosi dietro grandi mezzi meccanici, hanno distrutto i monumenti e le rovine della città archeologica di Nimrud“.

“E un crimine di guerra” ha affermato l’Unesco, che fa “appello a tutti i responsabili politici e religiosi della regione a sollevarsi contro questa barbarie”.

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Distruggere le opere d’arte è come distruggere la nostra storia e la nostra identità.  Ricordiamo tutti con orrore i recenti scempi dei talebani in Afghanistan quando nel 2001 distrussero i Buddha di Bamiyan e nel 2007 cercarono di far esplodere in Pakistan il Buddha “falso idolo” di Jahanabad. E’ inaccettabile che sia capitato di nuovo.

Nimrud, la biblica Calah, fu fondata dal re Shalmaneser (1274-1245 avanti Cristo) e divenne capitale dell’impero assiro sotto Assurbanipal II (883-859 avanti Cristo). I primi scavi furono iniziati nel 1845 e proseguirono fino al 1873. Ripresero nel 1949 fino alla metà degli anni ’70 portando alla luce resti del palazzo reale, basamenti, sculture, statue.

Ora, dopo aver resistito al tempo per 3000 anni, sono state distrutte da nemici ancora più minacciosi, l’estremismo, l’ignoranza e la stupidità.

Per quanto riguarda Hatra la notizia è stata riferita al sito Rudaw Said Mamuzini da un dirigente del Partito democratico del Kurdistan. Secondo Mamuzini, prima di cominciare a picconare i resti di Hatra, i jihadisti hanno asportato le monete d’oro e d’argento che erano custodite presso il museo locale.
Dopo la fondazione da parte dei Seleucidi, dinastia ellenistica erede di una parte delle terre conquistate da Alessandro Magno, Hatra passò sotto i Parti, diventando nel I e II secolo avanti Cristo un importante centro commerciale e religioso. Poi divenne la capitale del primo regno arabo, resistendo ai tentativi di conquista dei romani e dei persiani, prima di essere espugnata dalle truppe dell’impero persiano della dinastia Sasanide nel 240 dell’era cristiana. Guarda le foto (fonte: corriere.it)

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