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Divina Commedia – Pellisari

Cantica II
Cantica II
Emiliano Pellisari è il regista, ideatore e produttore del progetto sulla Divina Commedia, di cui ha realizzato l’”Inferno” l’anno scorso, ripreso nel 2011 dal 3 all’8 maggio agli Arcimboldi, e “Cantica II”, ovvero il Purgatorio, che ha debuttato sempre agli Arcimboldi dal 10 al 15 maggio. In progetto è la conclusione del lavoro su Dante con il Paradiso. Si definisce “un buon artigiano teatrale” Pellisari, doppiamente figlio d’arte (il padre naturale fece parte del Gruppo ’63, movimento letterario che si costituì a Palermo negli anno Sessanta, quello adottivo era  intellettuale e giornalista), e il suo interesse nel rappresentare la Divina Commedia è anzitutto quello di creare uno spettacolo di suggestione: “per capire a livello profondo tutte le allegorie, la ricchezza del linguaggio dantesco, è necessario conoscere molto bene la Divina Commedia –dice il regista-. Allo stesso tempo, però, il mio è un lavoro di suggestione”, un lavoro, cioè, che vuole indurre ad una comprensione generale almeno dell’opera dantesca. Lo spettacolo è costituito da tanti quadri, tableaux vivant che compaiono agli occhi del pubblico quasi per magia: in centro al palcoscenico si trova un grande cubo, coperto da un velo bianco dietro al quale si materializzano le ombre dei ballerini, che si muovono come se danzassero in un acquario: invisibilmente legati con delle funi elastiche, infatti, riescono ad usare lo spazio in ogni lato, e pare che volino, come esseri eterei, spiriti.
Se l’Inferno è quasi sconvolgente, per i suoi colori e i racconti che si alternano, fra i richiami al Limbo, a Paolo e Francesca, oltre alla descrizione dello spirito eroico e la forza di volontà di Ulisse, il Purgatorio è un mondo immensamente ricco e allegorico, Pellisari dice che “l’ho amato più dell’Inferno proprio per la sua inesauribile ricchezza di stimoli e suggestioni”: la rappresentazione dei Sette Peccati Capitali, o la metafora dell’Italia corrotta del VI Canto resa con l’immagine di una fanciulla in tutù bianco che cade nelle mani di mostri dalle maschere bianche (i politici), che la maltratteranno lasciandola come nuda a terra, o, ancora, le quattro scale che si intersecano nel quadrato della scena, e i danzatori le percorrono in ogni senso, anche al contrario, a testimoniare la fine del cammino di Dante e il suo percorso del tutto simbolico, in cui l’alto e il basso sono aboliti. Le musiche che accompagnano lo spettacolo sono varie: più tecnologiche e sperimentali nell’Inferno, con richiami a sonorità e melodie classiche nel Purgatorio.
Info
Teatro degli Arcimboldi
viale dell’Innovazione 20, Milano
Martedì-sabato, ore 21. Domenica, ore 16. Lunedì riposo.
Tel. 02-641142212/214
www.teatroarcimboldi.it
Biglietti da 17 euro a 30 euro più prevendita

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