Si chiama George Costakis il “greco pazzo che raccoglie spazzatura inutile”, come gli dicono gli amici collezionisti nella Mosca del dopoguerra.
A lui si deve la mostra “Avanguardia Russa da Malevič a Rodčenko. Capolavori dalla collezione Costakis”, giunta da Palazzo Chiablese a Torino alla Villa Manin (Passariano di Codriopo, Udine, fino al 28 giugno).
Grazie alla sua folle mania di accumulare qualche migliaio di opere d’arte degli anni 1900-1930 realizzate nel suo Paese natale, la Russia appunto, è sopravvissuta una straordinaria concentrazione di lavori, 1.277 per l’esattezza, acquisiti dal Museo Statale di Arte Contemporanea di Salonicco nel 2000, dieci anni dopo la sua morte.
Da questo nucleo collezionistico, un vero unicum, sono selezionate 300 opere e materiale d’archivio per raccontare, per la prima volta al pubblico italiano, un capitolo trascurato dell’arte europea.
Perché, sia chiaro, l’arte russa d’inizio Novecento non si esaurisce nella proposta transnazionale, fondamentalmente ebraica, di Marc Chagall, oggetto anche della grande retrospettiva di Palazzo Reale a Milano che ha chiuso il 1° febbraio scorso. Né le avanguardie europee sono solo quelle che gravitano sostanzialmente su Parigi, negli anni caldi tra il 1905 e lo scoppio della Prima guerra mondiale.
Tante le mostre su Matisse e i Fauve; a Parigi fino al 5 gennaio al Centre Pompidou una retrospettiva su Marchel Duchamp, padre dei Dadaisti; per non parlare delle attenzioni riservate a Picasso, e dunque al suo Cubismo, o al Futurismo italiano.
Per finire con l’Espressionismo tedesco, sia quello più spirituale di Kandinskij, star di innumerevoli mostre, sia quello meno noto del gruppo “Die Brücke”, a cui è dedicata la mostra di Palazzo Ducale a Genova aperta dal 5 marzo scorso. Negli stessi due decenni d’inizio secolo che vedono nascere queste note “Avanguardie storiche”, una parte del Vecchio Continente viaggia su un binario diverso, pur sempre animata da cambiamenti radicali e rivoluzionari.
Nascono in Russia, negli anni prossimi alla Rivoluzione di ottobre, il Costruttivismo, il Cubo-futurismo, il Suprematismo e il Cosmismo. Con artisti come Kazimir Malevič a cui si deve il primo monocromo della storia dell’arte, il “Bianco su bianco” nel 1918; Aleksandr Rodčenko, maestro di grafica per la propaganda; e lo stesso Kandinskij, negli anni 1914-21, cioè prima di tornare in Germania per insegnare al Bauhaus.
George Costakis, un russo di origine greca che faceva l’autista all’ambasciata greca e poi a quella canadese, è un collezionista sui generis. Non un Rockefeller, per intenderci. Nasceva a Mosca nel 1913. Una data che pare una cabala. In quello stesso anno Duchamp licenziava il primo “ready-made”, quella ruota di bicicletta montata su uno sgabello, tanto inutile quanto assurda. Eppure battezzata opera d’arte.
Dalla magia del non-senso, almeno apparente, è attratto anche Costakis, trentenne o poco più. Nel secondo Dopoguerra, quando le opere dell’avanguardia russa erano nascoste o proibite, oltre che incomprensibili, lui compra di tutto, schizzi, appunti, libri, manifesti, riviste, fotografie, lettere. E ovviamente dipinti di quegli artisti che nel Paese stalinista erano considerati dei traditori, che oggi possiamo vedere a Passariano di Codriopo.
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AVANGUARDIA RUSSA
Capolavori dalla Collezione Costakis
7 marzo – 28 giugno 2015
INGRESSO
€ 10,00 intero
€ 8,00 ridotto
€ 5,00 ridotto gruppi
Servizio di audioguida (italiano, inglese) compreso nel biglietto di ingresso
Biglietti acquistabili fino a 45 minuti prima della chiusura del la mostra
ORARI dal martedì a domenica:
10.00 – 19.00
chiuso lunedì
aperto lunedì 6 aprile
www.villamanin-eventi.it
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