Dopo il restauro realizzato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, La Muta di Raffaello è tornata a Urbino. Fino al 5 maggio sarà esposta nella Sala dei Banchetti di Palazzo Ducale e successivamente sarà ricollocata in via definitiva nell’Appartamento della Duchessa alla Galleria nazionale delle Marche, insieme alla Santa Caterina d’Alessandria, sempre di Raffaello.
Il restauro, cofinanziato dallo Stato italiano e da uno sponsor giapponese, ha restituito a La Muta lo splendore originale ed eliminato il pericolo della presenza di tarli.
Patrizia Riitano, una delle restauratrici, ha spiegato: “Sono state condotte numerose indagini scientifiche, per lo più non invasive, per stabilire lo stato di conservazione e mettere a punto il progetto di restauro. C’era il grosso problema dei tarli, il supporto in tiglio infatti era tarlato, con fori e gallerie superficiali. Il restauro ha riguardato la pulitura della superficie pittorica; il risanamento dei danni prodotti dai tarli; il trattamento in assenza di ossigeno (anche della cornice); la stuccatura con gesso e colla; il ritocco pittorico e la verniciatura protettiva finale”.
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