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Palmira cade nelle mani dell’Isis. Danneggiato il sito archeologico

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Bombardamenti e colonne cadute al suolo. La preoccupazione per la città di Palmira in Siria è alta in tutto il mondo. Dopo giorni di assedio e combattimenti infatti, l’antica città siriana è caduta nelle mani dell’Isis.

Le sue origini risalgono al II millennio a.C. quando era nota con il nome di Tadmor, che in aramaico significa “palma”. Passò poi al dominio dei Seleucidi che tradussero il suo nome in greco: Palmira. Fino a diventare provincia romana sotto il regno di Tiberio e Nerone ed essere annessa all’Impero romano negli anni in cui Traiano ne fu imperatore. In seguito Adriano, Settimio Severo e il suo successore, il figlio Caracalla, la dichiararono città libera.

Palmira
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Palmira sorge su un’oasi, a 240km da Damasco e 200km dall’Eufrate. Via di passaggio per carovane, strada di collegamento tra Occidente e Oriente, terra di confine in epoca romana all’impero dei Parti, eppure mai coinvolta nelle guerre romane.

Oggi quella città libera, dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco, scrigno di memorie millenarie, è teatro dei peggiori crimini all’umanità.

Militari governativi e miliziani lealisti uccisi durante la fuga, soldati decapitati dentro e fuori le mura: il Califfato la tiene in pugno. Fonti sul luogo parlano di coprifuoco e di assenza di corrente elettrica, nonché di rastrellamenti casa per casa da parte dei miliziani dell’Isis a caccia di lealisti e governativi ancora in città.

Palmira
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Il mondo trema. Gli Stati Uniti affermano di essere “profondamente preoccupati”, e dalla Francia Hollande aggiunge: “Dobbiamo agire per difendere il patrimonio culturale dell’umanità e per trovare una soluzione politica”.

L’Unesco intanto conferma i danni su alcuni monumenti dell’antica città, nota per il suo importante sito archeologico. “Tutto ciò che succede oggi a Palmira è molto pericoloso. Sappiamo già che ci sono state delle distruzione, ci sono delle colonne che sono cadute. C’è stato un bombardamento” – ha affermato Irina Bokova, direttrice generale dell’Unesco. “Palmira è uno straordinario Patrimonio mondiale e un’eventuale distruzione sarebbe non solo un crimine di guerra, ma un’enorme perdita per l’umanità” – ha continuato. “E’ la culla della civilizzazione. Appartiene all’umanità intera e credo che ognuno dovrebbe preoccuparsi per ciò che sta accadendo”.

Il rischio è assistere nuovamente a scempi come quelli avvenuti ai siti archeologici di Hatra e Nimrud in Iraq. Ma Maamoun Abdulkarim avrebbe dichiarato che molte statue sono state trasferite in luoghi sicuri.

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