MACAO MERAVIGLIAO
“NON LUOGO CON L’INTERVENTO ARTISTICO
SI TRASFORMA IN LUOGO ANTROPOLOGICO”
(Marc Augè)
Milano. Galfa occupata, torre conquistata. Il vessillo dei lavoratori dell’arte sventola giù per la facciata: “SI POTREBBE ANCHE PENSARE DI VOLARE“.
Prima di volare c’è tanto da fare (a terra) però: si lavora giorno e notte per la messa in sicurezza dei locali, pulire, imbiancare, trapanare, bisogna rimettere in piedi un grattacielo di 100 metri su 33 piani dimenticato da 15 anni. Il progetto è partito. Fuori volano sanpietrini pacifici: si bonifica il terreno per dar vita all’orto. Dentro: pian terreno e primo piano aperti. “È come la torre senza il re” rimbomba tra le sale vuote. Ci si aggira tra macerie, cavi elettrici e calcinacci, sembra tutto un po’ instabile ma la situazione migliora sensibilmente giorno dopo giorno. MACAO prende forma.
La presa della Galfa, obiettivo principale: recuperare e restituire alla città uno spazio di dialogo ridando alla cultura una dimensione sociale. Il flusso d’arte invade creativamente piani. Artisti, curatori, critici, grafici, performer, musicisti, attori, insegnanti, studenti, tutti su a scalare la parete di vetro e dal cielo guardare il grigio amorfo dall’alto.
Svetta la Galfa tra l’Hilton, villette e salesiani. Dietro l’angolo intanto cresce il nuovo Centro Direzionale di Porta Nuova con la Hines – Cesar Pelli di UniCredit col pennone che ce l’ha più lungo di quello del Formigone là davanti (231 a 161 metri per le ire funeste del ras lombardo), il Diamantone che sfaccetta la sua bruttezza ovunque e gli scheletri del Bosco Verticale spostati un po’ più in là. La fallocrazia del potere.
La torre è GalFa non per il nome dell’architetto (Melchiorre Bega, 1956-1959) ma perché situata nell’incrocio tra le vie Galvani e Fara. Già bonificata dall’amianto è pronta ad accogliere chiunque voglia produrre arte e cultura proponendosi come eclettico contenitore-laboratorio di idee. Una piccola Brera che ha trovato una nuova casa da affrescare. “Riacquistiamo gli spazi”. Quale posto migliore di una torre di Sua Maestà Ligresti abbandonata a sé stessa in tutto il suo sfacelo? Ligresti sì, proprio lui con le sue mille partecipazioni societarie nel mondo della finanza, il grande costruttore amico dei politici e dei potenti, che ha fondato il suo potere su tangenti e speculazione edilizia. Giusto adesso che il suo regno di mattone sta crepandosi e sembra crollare è forse giunto il momento di trasformare il simbolo del mangiar privato in un’officina creativa pubblica.
Finalmente può cominciare il riscatto dal basso dell’arte, MACAO si appresta a diventare modello di riqualificazione urbana seguendo l’esempio di Berlino. C’è da organizzarsi e non perdere tempo. Assemblee aperte a tutti, dibattiti, incontri e laboratori. 9.30: sveglia, 10: riunione operativa, 10.30: inizio lavori, 16: tavoli di lavoro, 19: coordinamento tavoli, 21: attività serali. Musica fino alle 23.30 in accordo coi residenti del quartiere. Sabato e domenica: “Passeggiate verticali”, visite guidate fino al 23° piano max 100 persone con soste intermedie per prendere fiato e panorama sulla città.
“Qui artisti, intellettuali, esperti del diritto, della legge e della costituzione, attivisti, scrittori, film maker, filosofi, economisti, architetti e urbanisti, abitanti del quartieri e della città, devono prendersi il tempo necessario per costruire una dimensione sociale e cooperante.”
Dario Fo, Lella Costa, Daria Bignardi, il giurista Ugo Mattei, i Motus, Walter Leonardi, Paolo Bonfanti, Chinaski, le Vibrazioni, gli Afterhours hanno visitato, dialogato o si sono esibiti negli spazi di MACAO sostenendo e portando il proprio contributo al progetto.
Il vento è cambiato? L’odore di muffa non si sente più e si respira meglio rispetto all’anno scorso. Ma la strada è lunga, lunghissima.
Riuscirà Macao a diventare il nuovo centro per l’arte e la cultura di Milano? Illusioni? Molta speranza e tante aspettative.
Ma forse già lunedì si sgombera…
Se fosse così (in onore dell’architetto della torre): non capiscono una Bega.
Per raggiungere MACAO:
angolo tra via Fara e via Galvani
in metro con la LINEA GIALLA stop STAZIONE CENTRALE
LINEA VERDE stop GIOIA
tram 82
(Foto e testo: Luca Zuccala © ArtsLife)