46^ Giffoni Film Festival: i film vincitori del Festival dei record.
Si è conclusa domenica 24 luglio la quarantaseiesima edizione del Giffoni Film Festival: a vincere il Gryphon Award della sezione “Generator +18” (ovvero la categoria che include i giurati dai 18 anni in su, la più pregiata) l’acclamatissimo Urban Hymn; il film racconta la storia di un’assistente sociale anticonformista che insegna a Jamie, ragazzina ribelle, a usare il canto come valvola di sfogo e strumento di vera e propria “liberazione”. Alla regia della pellicola vincitrice Michael Caton-Jones, che ha diretto Leonardo di Caprio e Robert De Niro in This boy’s life (1993), e Bruce Willis e Richard Gere in The Jackal (1997).
Vince il Gryphon Award per la sezione “Generator +16”, invece, The violin teacher del brasiliano Sérgio Machado; la categoria “Generator +13” ha scelto Fanny’s journeys della francese Lola Doillon, una pellicola ambientata durante gli anni della seconda guerra mondiale nella Francia occupata dai nazisti.
La sezione “Gex Doc” vede il trionfo di Dreaming for Denmark del danese Michael Graversen, la storia di un giovane afghano approdato in Danimarca non ancora maggiorenne; la sua richiesta di asilo politico viene respinta dal governo danese e il protagonista sarà costretto a fuggire dal centro di accoglienza che lo ospita per evitare di essere reimbarcato.
Tra i cortometraggi, infine, vincono il Gryphon Award per la sezione “Generator +18” animation, Beautiful di Alessandro Capitani, per la fiction Blind Vaysha di Theodore Ushev (Canada), per la sezione “Elements+10” Zombriella di Benjamin Gutsche (Germania), per “Elements+6” Real strenght di Din Svend Colding (Danimarca), per la sezione dei piccoli “Elements+3” Crocodile di Julia Ocker (Germania). Per la sezione Parental Control “Destinazione Italia” vince It’s a wonderful life dell’italiano Valerio Attanasio.
Si conclude così un’edizione “da record” del festival, stando ai numeri snocciolati dal direttore Claudio Gubitosi in conferenza stampa:
«50 milioni di persone che hanno seguito complessivamente il Festival online, di cui 4 milioni di contatti in streaming, incalcolabile il numero di fotografie e video realizzati dai ragazzi presenti, imponente l’attenzione dei media internazionali ormai arrivata alle stelle, divi mondiali e italiani che considerano Giffoni uno dei pochi appuntamenti top del cinema dove essere assolutamente invitati. Non a caso il sociologo Domenico De Masi ha detto che Giffoni sta al cinema come Cupertino sta alla Apple»
La bontà del progetto di Gubitosi è indubbia: il Giffoni Film Festival si conferma, infatti, uno dei più interessanti e seguiti fra festival cinematografici italiani, sebbene tra tutti i talent presenti e la miriade di eventi collaterali è proprio la parte cinematografica del festival a farne le spese e a passare in secondo piano. Se si riuscisse a trovare il giusto equilibrio tra il concorso –che quest’anno ha avuto in gara film promettenti ma poco considerati, uno su tutti Chicken (opera prima di Joe Stephenson), secondo classificato nella categoria “Generator +18”- e gli incontri con gli ospiti, che comunque si confermano momenti di grande intensità e verità, il festival raggiungerebbe un equilibrio perfetto.