Duecento fotografie della raccolta personale dell’attrice, ad opera dei migliori fotografi italiani, in asta alla Maison Bibelot, giovedì 6 ottobre 2016.
Un itinerario assolutamente unico che ci accompagna nel grande cinema italiano degli Anni Cinquanta e Sessanta attraverso gli scatti dei più noti fotografi della cinematografia italiana che immortalarono Sandra Milo.
Da Tazio Secchiaroli, noto al grande pubblico come paparazzo della dolce vita romana, che la riprese sul set di 8 ½, a Franco Pinna, fotografo ufficiale di Fellini, che la seguì durante la realizzazione di Giulietta degli Spiriti(foto in allegato ) a Chiara Samugheo, la prima donna italiana a diventare fotografa professionista, ad Elio ed Elda Luxardo,(Foto in allegato ) madre di Dario Argento, che la ritrassero ai suoi esordi negli Anni Cinquanta, a Pierluigi Praturlon, noto a tutti semplicemente come Pierluigi, di cui ritroviamo scatti rubati su numerosi set tra cui La giumenta verde, Frenesia dell’estate, Le voci bianche.
Questi solo alcuni degli autori delle rare e inedite immagini che compongono l’importante raccolta di oltre duecento fotografie che, fino ad oggi gelosamente custodite dall’attrice, saranno battute in un’asta dedicata “Sandra Milo una vita tra Cinema e Arte: i ricordi di una diva”, nella sede storica della Maison Bibelot, giovedì 6 ottobre 2016.
In asta, per gli appassionati di cinema, anche una vera rarità: una serie di dieci diacolor che ritraggono la Milo nei panni della Gradisca, il noto personaggio felliniano di Amarcord. “Federico Fellini mi voleva ad ogni costo per questo ruolo che aveva ideato appositamente per me e mi fece molti provini per cogliere la vera anima di questo personaggio” ricorda l’attrice, “ma mio marito, che non gradiva il mio ritorno sul set, soprattutto accanto a Fellini, mi impedì di accettare. Federico non voleva più girare il film dopo il mio rifiuto ma alla fine gli sottoposero Magali Noel (alla quale era stato detto di fare in modo di assomigliarmi il più possibile) ed allora lui accettò di comporre quel grande capolavoro”.Così racconta Sandra Milo in questo suo personalissimo amarcord.