Botticelli: Inferno. Al cinema 7, 8, 9 novembre. Indagine su un’oscura pagina del Rinascimento. A un anno dal successo di Firenze e gli Uffizi 3D il Rinascimento italiano torna al cinema.
Un viaggio nel sottosopra attraverso i 9 cerchi dell’Inferno per svelare i segreti della mappa disegnata da Botticelli tra gli Uffizi di Firenze, i depositi del Vaticano, Londra, Berlino e Lennoxlove House in Scozia.
Quella della Divina Commedia illustrata da Sandro Botticelli è una storia poco nota, complici la scarsità delle fonti e i secoli di oblio che hanno avvolto questo lavoro.
Botticelli: Inferno accompagna gli spettatori nella vita di Sandro Botticelli e negli oscuri gironi dell’Inferno di Dante, il risultato è una trama fatta di peccati capitali, indagini scrupolose, depositi inaccessibili, enigmi che paiono senza soluzione. Uno sguardo inedito su una pagina di storia dell’arte ancora nebulosa.
A distanza di secoli l’opera di Botticelli continua a presentare misteri e coni d’ombra. Oggi tra i più celebri e rappresentativi artisti del Rinascimento italiano, dalla sua morte fino al tardo Ottocento Sandro Botticelli è stato un artista dimenticato, sconosciuto e poco considerato dalla critica. Oggi può sembrare sorprendente, bisogna però considerare che per tutta la sua carriera il maestro di opere ora celebri come La nascita di Venere o La Primavera ha lavorato per una committenza privata, per circoli aristocratici legati a correnti neoplatoniche che gli hanno commissionato opere ricche di significati nascosti e intrise di ispirazioni letterarie, spesso criptiche e inaccessibili. Ora i suoi quadri più celebri portano nei musei e nelle mostre di tutto il mondo migliaia e migliaia di visitatori ogni anno, ma sua fama tra i contemporanei era scarsa e il valore della sua opera è stato riscoperto e studiato dai critici d’arte ottocenteschi.
>> Tuttavia uno dei suoi disegni più intimi e misteriosi è rimasto a lungo chiuso nei depositi climatizzati del Vaticano. Si tratta del disegno che Botticelli dedicò all’Inferno di Dante e che diventa oggi protagonista di questo film documentario originale.
Botticelli. Inferno di Ralph Loop sarà nelle sale italiane dal 7 al 9 novembre nell’ambito del progetto della Grande Arte al Cinema, a sole poche settimane dall’uscita del film di Ron Howard tratto da Inferno di Dan Brown.
Per secoli, la mappa dell’Inferno è rimasta chiusa nei depositi dei Musei Vaticani, ignorata. Fu Reitzenstein che identificò otto fogli conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana, un fondo della regina Cristina, come disegni del Botticelli, tra questi la mappa dell’Inferno.
Botticelli. Inferno trasporterà gli spettatori nella storia editoriale di questa Divina Commedia illustrata da Botticelli, di cui questa mappa rappresenta probabilmente la copertina (o il frontespizio).
>> La cronologia dei disegni della Commedia dell’illustre pittore fiorentino è ancora incerta: dalla commissione di Lorenzo di Piero Francesco de’ Medici -siglata da regolare contratto- fino alla sua morte, sostengono alcuni critici, essendo l’opera rimasta incompiuta. Secondo la testimonianza del Vasari, dopo il lavoro alla Cappella Sistina, Botticelli “se ne tornò subitamente a Firenze dove, per essere persona sofistica, commentò una parte di Dante, e figurò l’Inferno, e lo mise a stampa, dietro al quale consumò di molto tempo: per il che, non lavorando, fu cagione di infiniti disordini alla vita sua“.
Botticelli fece rivivere le descrizioni dantesche in un totale di 102 disegni minuziosi eseguiti su pregiata pergamena. Il fulcro dell’opera è proprio la “Mappa dell’Inferno”: una sorta di guida attraverso l’inferno con tutti i suoi vari livelli. Un lavoro affascinante e allo stesso tempo efferato su peccatori e contrappassi, incubi e punizioni.
Scrittore e regista Ralph Loop ha creato un film che si rivela un viaggio sontuoso in luoghi spesso inesplorati per avvicinarci all’uomo Botticelli e al suo lavoro. Le riprese sono state realizzate in Vaticano, a Firenze, Londra, Berlino e in Scozia durante l’estate del 2016. Proprio in occasione del film, la “Mappa dell’Inferno” è stata digitalizzata con uno scanner ad altissima definizione che ha portato a luce dettagli fino a quel momento invisibili ad occhio nudo.
UNA CLIP IN ATEPRIMA