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Le genesi dell’Apocalisse secondo Enrico Baj. Mostri, linguacce e gestacci

Enrico Baj, Cacacazzo, 1978, cm 218x200 Enrico Baj, Cacacazzo, 1978, cm 218x200
Enrico Baj, Cacacazzo, 1978, cm 218x200
Enrico Baj, Cacacazzo, 1978, cm 218×200

“Una cosa molto importante per l’arte è la capacità e la tendenza a creare testimonianze, la possibilità di rappresentare la nostra epoca, il nostro costume, le nostre ansie, le nostre gioie, i nostri drammi”.

(Enrico Baj)

Palazzo Leone da Perego/MA*GA di Legnano (MI) spalanca le sue porte ad un grande Enrico Baj (Milano, 1924-2003). La rassegna ripercorre la genesi di uno dei massimi capolavori di Baj: dai lavori del periodo nucleare a una rilettura delle opere monumentali degli anni settanta, il percorso espositivo presenta le storie dell’Apocalisse attraverso una serie di dipinti a dripping, una grande tela e 150 sagome dipinte su tavola.

Dopo la retrospettiva recentemente tenuta ad Aosta, che testimonia la continua attenzione della comunità artistica verso il lavoro di Enrico Baj, l’esposizione legnanese approfondisce un importante capitolo della sua vicenda creativa, ovvero si concentra sul ciclo narrativo costituito dall’Apocalisse, un’installazione di grandi dimensioni realizzata a cavallo tra gli anni settanta e ottanta.

Enrico Baj, Donna seduta, 1969. Tecnica mista su tela, 114 x 92 cm
Enrico Baj, Donna seduta, 1969. Tecnica mista su tela, 114 x 92 cm

A questa opera Baj si dedicò in maniera totale, aggiungendo sagoma a sagoma, personaggio a personaggio, in una giostra di creature maligne e grottesche, un carosello di mostruosità esuberanti, un abisso psichedelico di danze macabre concepite per essere lo specchio di un mondo in degrado, viziato dal benessere a tal punto da non accorgersi del gorgo che lo inghiotte. La denuncia ai mali della contemporaneità sferrata da Baj a suon di linguacce e gestacci, di nomi osceni e irriverenti (Linguinbocca, Mangiagiduglie, Ranocchio cornuto, Cazzorittocannibal-mangiabambini) fa riflettere sulle miserie dell’umanità e su quell’ansia di potere che ha corrotto anche i suoi personaggi più mansueti, trasformandoli in piccoli demoni.

Il percorso allestito a Palazzo Leone da Perego si sviluppa per sezioni tematiche, accompagnate da un corredo didattico che narra la storia dell’Apocalisse sin dalla genesi.

Enrico Baj, La sirena dell’isola di Patmos, 1983, cm 165x110
Enrico Baj, La sirena dell’isola di Patmos, 1983, cm 165×110

Si parte dal periodo nucleare e da una scelta di lavori precorritori del tema, datati ai primi anni sessanta: le prime spirali, gli “ultracorpi” usciti dal magma della materia ancestrale.

Si passa quindi alla riflessione sull’eredità figurale di Picasso, con le citazioni di Guernica, e un riferimento ai Funerali dell’anarchico Pinelli, con un modello in scala della celebre installazione.

Le storie dell’Apocalisse si dipanano nei tre spazi seguenti; prima con una sequenza di teli dipinti a dripping, con personaggi infernali e pipistrelli goffi, quindi con una tela monumentale coronata da un cielo quasi puntinista che anticipa l’alba del nuovo giorno, infine con una giostra delle vanità popolata da 150 sagome dipinte su tavola, capaci di resuscitare un immaginario medievale, una tradizione antica di iconografie che attingono alla grande letteratura del mostruoso, a quella fauna romanica che ha ispirato i gironi danteschi, le fantasie boschiane, ma che per Baj sono allegoria di una attualità umana, specchio di un inferno sociale dove il vero male è rappresentato dal conformismo.

Enrico Baj, Pittura, 1953. Olio e smalto su tela, 80 x 60 cm
Enrico Baj, Pittura, 1953. Olio e smalto su tela, 80 x 60 cm

Sullo sfondo della società dei consumi, il male per Baj è il qualunquismo, la logica mediatica che spegne le coscienze, il potere economico che diffonde falsi terrori. Abbandonando il discorso puramente militare, l’iconografia delle parate e dei suoi loschi generali pluridecorati, Baj approda, con l’Apocalisse, a una riflessione universale che, citando in sottotraccia Gli otto peccati capitali della nostra civiltà di Konrad Lorenz, affronta le nostre paure feriali, ma le esorcizza altresì con una sana risata.

Informazioni utili

MIRABILI MOSTRI. L’APOCALISSE SECONDO BAJ

Legnano (MI), Palazzo Leone da Perego (via Gilardelli 10)

6 novembre 2016 – 26 febbraio 2017

Orari: martedì- venerdì, 9.30 – 12.30

sabato e domenica, 10.30 – 12.30 | 16.00 – 19.00

chiuso 24, 25, 26 e 31 dicembre 2016, 1 gennaio 2017

Ingresso: € 5,00 intero

€ 3,00 ridotto

Domenica 6 novembre, 27 novembre, 18 dicembre visite guidate gratuite alla mostra con il curatore ore 16.00

Visite guidate per gruppi e scuole su prenotazione: tel. 0331706011/51/52

Informazioni

Museo MA*GA: www.museomaga.it | tel. 0331 706011 | leonedaperego@museomaga.it

Comune di Legnano: Assessorato alla Cultura | http://cultura.legnano.org/

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