Il Misantropo di Molière nella versione di Monica Conti in scena al Teatro Sala Fontana di Milano fino al 27 novembre.
Nella visione teatrale di Monica Conti i classici trovano nuovo vigore grazie alla fisicità del tetaro contemporaneo, prima di Molière è già stato il turno di Pirandello e il suo L’uomo la bestia e la virtù. E con Molière segna un ritorno, o meglio dire una prosecuzione. La regista aveva difatto già adattato anche Le Intellettuali.
Un cast d’eccezione con Roberto Trifirò, che dopo aver interpretato negli scorsi anni il signor Paolino nel classico di Pirandello, e il poeta Trisottani ne Le Intellettualli, si misura qui con il personaggio di Alceste, accompagnato da Mauro Malinverno nel ruolo di Filinte, e Flaminia Cuzzoli nel ruolo di Célimène.
Il Misantropo, in questa versione di Monica Conti, si spoglia di sovrastture sceniche e mette al centro della rappresentazione gli attori (ottimi, in questo caso) e la forza del testo, costruito attorno ai rapporti che vanno a svilupparsi tra i singoli personaggi, nell’arco dei cinque atti -che si susseguono agili- vanno a delinearsi in maniera chiara i caratteri e le caratteristiche dei protagonisti, immagini di quel “teatrino” che è il mondo stesso.Ne Il Misantropo il dito è puntato contro ipocrisie e stupidità, mali che attanagliano le relazioni umane; e chiamarsi fuori dalle regole -sottaciute ma – che reggono questo gioco di apparenze vuol dire finire confinati, in solitudine e autoemarginazione, in una nevrotica rincorsa alla purezza, ridicola nel suo essere utopistica.
Alceste non è un eroe tragico o romantico, ma tragicomico perché infelice, disorientato e violento. È uno spettatore passivo della vita, talmente scontento da rimanere immobilizzato a causa del suo avvilimento. Già in Le Intellettuali musicalità e ritmo nei dialoghi hanno costituito materia d’indagine. Nel Misantropo prosegue questo lavoro, teso a dare rilievo al ritmo e al suono non come forme estetiche, ma come forme di espressione dell’inconscio.
Suona incredibilmente moderno questo testo nella messa in scena di Monica Conti che, coadiuvata da un cast affiatato, efficace e pieno di carisma, restituisce uno spettacolo tanto acuto quanto piacevole, sorprendentemente classico e moderno al contempo.
IL MISANTROPO di Molière
traduzione di Cesare Garboli
regia e adattamento di Monica Conti
con Roberto Trifirò, Stefano Braschi, Monica Conti, Flaminia Cuzzoli, Giuditta Mingucci,
Mauro Malinverno, Stefania Medri, Nicola Stravalaci, Antonio Giuseppe Peligra
scene Andrea Anselmini
costumi Roberta Vacchetta
light designer Cesare Agoni
assistente alla regia Carlotta Viscovo e Iacopo Angelini
assistente volontario Alice Bonvini
assistente alle scene Martina Napolitano
luci e suoni Rossano Siragusano
Foto Sonia Santagostino @onstagestudio
Produzione Elsinor Centro di produzione teatrale
>> informazioni su calendario, orari e biglietti sul sito del Teatro Sala Fontana.