Pittore della vita moderna, Federico Zandomeneghi (Venezia 1841-Parigi 1917) è stato sulla scintillante scena parigina tra ‘800 e ‘900 il cantore della donna emancipata, rappresentata nei vari momenti della quotidianità, dal rito della toilette alla passeggiate al Bois, dalla lettura alle serate mondane a teatro. Al maestro veneziano, Palazzo Zabarella di Padova dedica, a cento anni dalla sua scomparsa, una grande antologica. Fino al 29 gennaio 2017.
Cento opere tra dipinti a olio e pastelli ripercorrono, fin dai suoi esordi, la carriera di Zandomeneghi, testimone e protagonista principale del passaggio da un realismo impegnato, con quadri di denuncia sociale, a una pittura che ha saputo interpretare in maniera molto personale le novità dell’Impressionismo.
Attraverso uno stile inconfondibile e un uso raffinatissimo della tecnica, tanto a olio che a pastello, Zandomeneghi ha fissato sulla tela, le fisionomie, i gesti, il fascino della Belle Époque, creando l’immaginario femminile della donna parigina. Di Parigi, la città che lo accolse e lo vide protagonista con Giovanni Boldini e Giuseppe De Nittis della triade degli Italiens de Paris, seppe cogliere il fascino e le atmosfere uniche delle sue piazze, dei boulevard, della vita mondana che si svolgeva nei caffè e nei teatri.
La mostra ripercorre soprattutto i suoi trascorsi a Parigi, città in cui Zandomeneghi si trasferisce dal 1874 e dove entra in contatto con gli Impressionisti, in particolare Degas e Renoir, inserendosi da protagonista, insieme a De Nittis e Boldini, in quella straordinaria officina della cosiddetta “pittura della vita moderna”.
La partecipazione alle collettive degli Impressionisti del 1879, 1880, 1881 e 1886, rafforzò il suo legame con il gruppo, soprattutto con Pissarro, Degas e, in un secondo tempo, con Toulouse-Lautrec. Questo decennio, di fondamentale importanza per la sua carriera, si era inaugurato con un’opera che rimane tra i suoi maggiori capolavori ed è emblematica della sua adesione all’Impressionismo. Si tratta della grande veduta di Place d’Anvers realizzata nel 1880 ed esposta l’anno successivo alla sesta collettiva degli Impressionisti.
La veloce pennellata impressionista e il ricorso alle ombre colorate ricordano Renoir, ma la stesura cromatica a puntini sembra addirittura anticipare certe soluzioni divisioniste di Seurat. Questa audace indagine degli spazi urbani parigini, dove ambienta istanti di vita quotidiana, ritorna in quegli stessi anni in altre opere come Place du Tertre e Scena di strada a Parigi con gente che beve a una fontana “Wallace”.
La ricerca di scorci inediti diventa ancor più evidente nel Moulin de la Galette in cui riprendeva, da un’angolazione insolita, l’ingresso di uno dei locali da ballo parigini più famosi dell’epoca, mentre in Casetta a Montmartre, Periferia di Parigi e Paysagesi ritrovano angoli più anonimi, ma anche una sorprendente sensibilità per la pittura en plein air in un genere, come il paesaggio, da lui poco praticato.
Ma la rappresentazione della vita moderna si concentrava in particolare sugli interni, con le piccole scene di nudo femminile dove si confrontava con Boldini, Degas e Renoir, o con la ricerca sulla singola figura come ne La cuisinière. Questo motivo ripreso dalla realtà quotidiana e apparentemente privo di interesse proprio per la sua dimensione ordinaria è pervaso da un sentimento di intimità domestica resa attraverso una sorta di pacata solennità e nella lentezza concentrata del gesto.
Ma dove Zandomeneghi raggiunse la maggiore intensità nella rappresentazione delle scene e delle atmosfere della moderna vita parigina è la serie ambientata al caffè, composta da tre dipinti straordinari come Al caffè, Al caffè Nouvelle Athènes e Coppia al caffè, vera espressione della sua massima adesione alla pittura impressionista e tra gli esiti più originali delle sue sperimentazioni. In particolare, Al caffè Nouvelle Athènes il pittore raffigura se stesso di spalle, ma con il volto che si riflette nello specchio sullo sfondo, mentre conversa con Suzanne Valadon, musa di molti impressionisti come Degas, Renoir, Toulouse-Lautrec, e a sua volta pittrice e madre di Maurice Utrillo.
Il percorso della mostra si concentra quindi sul periodo compreso tra l’ultimo decennio dell’Ottocento e nei primi anni del nuovo secolo, in cui Zandomenghi consolidava sempre di più la sua posizione originale all’interno del movimento impressionista, diventando l’interprete della nuova sensibilità femminile e di atmosfere mondane, qui testimoniata da opere come La toilette, Il riccioloe Il risveglio, in cui le donne protagoniste vengono audacemente sorprese in pose di un’assorta intimità, o da altre come Allo specchio, L’ultima occhiata, Il giubbetto rosso e Colloquio al tavolino.
La rassegna si inoltra nella sua stagione più matura, dove Zandomeneghi affronta un motivo particolarmente seducente come quello del rapporto tra la figura e la natura morta di fiori, allora trattato da pittori quali Van Gogh, che si trova declinato a partire da La fêteo ne La fioraia di Montmartre, o anchein Deux jeuene filles arrangeant des fleurs, Femme arrangeant des fleurs, e si chiude con Matinée musicale, forse il capolavoro finale di Zandomeneghi, eseguito per Durand-Ruel, il mercante degli Impressionisti che è stato il suo grande sostenitore.
Informazioni utili
L’IMPRESSIONISMO DI ZANDOMENEGHI
Padova, Palazzo Zabarella (via degli Zabarella, 14)
1 OTTOBRE 2016 – 29 GENNAIO 2017
Informazioni
tel. 049.8753100
info@palazzozabarella.it
www.zabarella.it