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Intervista a Mirko Baricchi. Pangea a La Spezia, omaggio al nero

Baricchi1 ph. Andrea Luporini Baricchi (ph. Andrea Luporini)
Baricchi1 ph. Andrea Luporini
Baricchi (ph. Andrea Luporini)

Derive di Mirko Baricchi è la prossima mostra in calendario al CAMeC – Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia dal 18 marzo al 18 giugno 2017, a cura di Daniele Capra. In collaborazione con la galleria Cardelli&Fontana e l’Associazione culturale Startè, la mostra avrà il suo culmine nell’ultima stanza di inediti, in omaggio al nero, con la serie Pangea, che focalizza lo spostamento dell’artista «dal soggetto rappresentato nell’opera alla pittura in sé come linguaggio, alla ricerca di una superficie autosufficiente, in cui le tensioni visive siano bilanciate dall’equilibrio delle parti in campo» (D. Capra).

Come nasce l’artista Mirko Baricchi?

Può sembrare un classico cliché, eppure ero davvero un bambino che non aveva altri interessi al di fuori del disegno. Nell’adolescenza ho scoperto un materiale di lettura che può essere ricondotto alla mia prima fonte artistica: i fumetti, soprattutto quelli giapponesi, che continuano ad essere una mia grande passione. Non sono mai stato un fumettista, ma l’avvicinamento all’arte e alla grafica – di cui ho fatto inizialmente un mestiere – è stato mediato da quelle letture. Dal 1993 al 1995 ho lavorato come illustratore in Messico per un’agenzia pubblicitaria e ho partecipato a una collettiva al Museo Siqueros a Città del Messico. Tornato in Italia, ho abbandonato la grafica dedicandomi esclusivamente alla pittura. L’anno che ha dato una svolta alla mia carriera è stato il 1997: vinsi un premio organizzato nello spezzino che mi ha permesso di fare la mia prima personale alla galleria Gabbiano. In quell’occasione ho conosciuto Massimo Biava, il gallerista di Cardelli&Fontana, e si è instaurato un grande rapporto di collaborazione che tuttora continua.

Mirko-Baricchi-Pangea-19-2017-tecnica-mista-su-tela-cm-60-x-50.
Mirko-Baricchi-Pangea-19-2017-tecnica-mista-su-tela-cm-60-x-50.

Cosa ti è rimasto del tuo periodo messicano?

E’ stato sicuramente il momento della sopravvivenza: ero giovane e dovevo trovare una mia dimensione, non soltanto artistica, anche personale. Mi sono formato soprattutto caratterialmente e ho imparato che un’artista ha bisogno di una certa indipendenza e autodisciplina edi una serie di dinamiche che hanno a che fare siacon l’imprenditoria sia con l’auto imprenditoria. La passione è il motore dell’espressione artistica, ma un metodo di lavoro è il suo fondamento. Da un punto di vista espressivo, invece, sono stato fortemente influenzato da Rufino Tamayo, una sorta di Picasso messicano legato alla magia e allo spiritualismo.

Da cosa trai ispirazione per i tuoi progetti artistici?

La mia produzione ha origine da un’esigenza psicologica e fisica insieme. Non c’è un’ispirazione primaria, ma un bisogno di “fare” che si traduce in un’esigenza fisica di esprimersi dipingendo. Dalla situazione emozionale si sviluppano poi le idee: ad esempio, la serie Pangea presente nell’ultima parte della mostra al CAMeC della Spezia è il tentativo di annullare ogni compromesso di oggettualità a vantaggio della pittura stessa. La pittura si fa soggetto attraverso la stessa pittura.

Mirko-Baricchi-Germogli-2012-tecnica-mista-su-tela-cm-150-x-150-foto-Dario-Lasagni
Mirko-Baricchi-Germogli-2012-tecnica-mista-su-tela-cm-150-x-150-foto-Dario-Lasagni

Come nasce il progetto Derive, la mostra che dal 18 marzo al 18 giugno maggio sarà al CAMeC della Spezia?

La mostra gravita intorno all’asse di sintetizzare un decennio di lavoro con la galleria Cardelli&Fontana. Inizialmente avrebbe dovuto rappresentare l’arco dei venti anni di lavoro, ma studiando un racconto preciso per ogni stanza del museo abbiamo ridotto il campo. Il titolo Derive fa riferimento alla teoria geologica che spiega la formazione dei continenti a partire da un’unica massa indifferenziata ed è una metafora del mio percorso di indagine artistica costante. La mostra è divisa in quattro tempi: un ciclo di carte della serie Humus, il ciclo di Germogli. e di stelle, una parte più antologica rappresentata da alcune variazioni artistiche e ricerche d’espressione in grandi dimensioni e l’ultima parte, inedita, la serie Pangea.

Da dove nasce la serie Pangea?

L’esigenza di Pangea è creare una serie di neri che con un gesto nitido, tramite cancellazione, mantengano una pulizia e una sintesi pittorica. L’esperimento è di togliere o cancellare tratti appena prodotti per aprire un orizzonte futuro che però amplifichi il tratto originario. La pulizia e la sintesi saranno riprodotte anche nell’allestimento museale, così che possa esserci un’armonia tra l’opera e la sua dimensione espositiva.

Mirko-Baricchi-Germogli.-E-di-stelle-2012-tecnica-mista-su-tela-cm-180-x-340-foto-Dario-Lasagni.
Mirko-Baricchi-Germogli.-E-di-stelle-2012-tecnica-mista-su-tela-cm-180-x-340-foto-Dario-Lasagni.

Perché è proprio il nero ad essere protagonista?

Se devo soffermarmi a riflettere quale colore abbia tutta una gamma di sfumature che permetta, usando solo quel colore, di giungere a certe atmosfere è il nero. Il nero in presenza o assenza di esso è totale: si va dal pieno al vuoto.

Qual è il tuo rapporto con il mercato dell’arte?

Solo funzionale, e soggiaccio placidamente ai contratti e alle regole che normano il mercato dell’arte. La mia fortuna è l’aver lavorato seriamente sempre con una galleria: da una parte la galleria promuove l’artista, senza chiedere nulla, dall’altra lo tutela nella consapevolezza che lo scambio assicura la serietà di una ricerca costante e progetti nuovi. Dal mio punto di vista è imprescindibile il rapporto umano che innesca una sinergia profonda e da cui prendono vita ivari progetti: in Derive, infatti, la collaborazione non è solo con la Cardelli&Fontana ma anche l’Associazione culturale Starté, che mi segue da un punto di vista di promozione e valorizzazione.

mirko-baricchi-pangea-18-2017-tecnica-mista-su-tela-cm-50x60
Mirko-Baricchi-Pangea-18-2017-tecnica-mista-su-tela-cm-50×60.

Tutte le informazioni: http://camec.spezianet.it/index.html

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