Bettye Lavette live al Blue Note di Milano. Un’anima blues sensuale e addolorata.
Quella di Bettye LaVette è una carriera strana. Nata Betty Haskins a Detroit, patria del soul targato Motown, a soli sedici anni -nel 1962- registra il suo primo 45 giri: My man-he’s a loving man. Il brano, distribuito dalla Atlantic arriva in Top 10 nella Billboard r&b e in seguito è stato inciso anche da Tina Turner e da Ann Peebles. Da lì seguono una sfilza di 45 giri (più o meno fortunati), ma il primo album arriva solo 20 anni dopo, nel 1982. Il primo e l’ultimo per la Motown, Tell Me a Lie. Il disco non ha il successo sperato e Bettye si prende una lunga pausa dalla discografia.
Torna solo nel 2003 che, con A Woman Like Me, la critica -finalmente- la riconosce e la elegge come grande artista soul e blues.
A Woman Like Me le permette di vincere nel 2004 il W.C. Handy Award per il miglior ritorno blues dell’anno e il premio Living Blues come miglior artista femminile blues del 2004.
Segue, nel 2005, I’ve Got My Own Hell to Raise che ne conferma il successo e l’eccezionale qualità del suo lavoro. L’album è una raccolta di cover tutte al femminile, Bettye reinventa infatti brani di Aimee Mann, Joan Armatrading, Sinéad O’Connor, Rosanne Cash, Dolly Parton e Fiona Apple; e proprio dal testo di Sleep to Dream di Fiona Apple viene il titolo all’album.
Fa seguito quello che, ad oggi, è probabilmente il suo lavoro più bello e intenso: The Scene of The Crime. Un altro album di cover, ma questa volta solo di interpreti maschili. Ogni brano è reinventato in maniera brillante e profondamente personale, l’interpretazione di Bettye LaVette dà nuova vita a ogni brano.
I suoi album di cover non sono delle semplici raccolte di canzoni ricantate, come spesso succede per operazioni simili, ma dei veri e propri lavori compiuti, degli album con una storia autonoma e una direzione ben precisa. Bettye forte di questo successo tardivo, ha dato il via da anni a un’intensa attività live che l’ha portata ogni anno a calcare i palchi dei club e dei festival più prestigiosi.
>> Il 29 marzo scorso è arrivata anche in Italia, al Blue Note di Milano, per un concerto che si è rivelato un vero e proprio successo. L’artista, dall’inconfondibile voce graffiata, sexy e addolorata al contempo, ha portato sul palco dello storico club alcuni dei brani più intensi del suo repertorio.
71 anni compiuti a gennaio, tacchi e spillo e un completo rosso smanicato che le fasciava il corpo da ragazzina. Da vera diva d’atri tempi si esibisce sempre con un microfono col filo, di quelli da usare come una frusta.
Non mancano in scaletta la bellissima Take Me Like I Am –da The Scene of The Crime- Joy, con cui ha reso omaggio al talento di Lucinda Williams, o l’intensa Your Time To Crime, brano inciso nel 1973, cover di Joe Simon.
Tra i momenti più emozionanti l’esecuzione di Love , Reign o’er me degli Who. Bettye Lavette ha la capacità di trasformare ogni canzone in un tempio, ogni interpratazione in un tesoro.
Chiude con I Do Not Want What I Haven’t Got di Sinead O’Connor, a cappella, proprio come nella versione che apre I’ve Got My Own Hell to Raise: nelle mani della sua voce un vero e proprio spiritual.